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Open Arms: le tappe del processo, fino all’assoluzione di Salvini

salvini open arms

Si chiude con l’assoluzione con formula piena l’iter processuale che ha coinvolto il leader della Lega

“Assolto perché il fatto non sussiste. Entro 90 giorni il termine per il deposito delle motivazioni”. Così il presidente della II sezione penale, Roberto Murgia, ha concluso la lettura del dispositivo con cui ha assolto il leader della Lega, Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Mentre i giudici del Tribunale lasciavano l’aula gli applausi di simpatizzanti e politici della Lega giunti al carcere di Pagliarelli per manifestare vicinanza a Salvini. Contestualmente il pool di magistrati, guidati dal procuratore Maurizio de Lucia, lasciavano l’aula bunker senza rilasciare alcuna dichiarazione.

SALVINI: “ASSOLTO PER AVER DIFESO IL MIO PAESE”

“Assolto per aver fermato l’immigrazione di massa e difeso il mio Paese. Vince la Lega, vince il buonsenso, vince l’Italia”. Commenta su X lo stesso Salvini. Il caso Open Arms rappresenta uno dei più complessi processi giudiziari degli ultimi anni. Al centro della vicenda, la decisione di impedire lo sbarco di 147 migranti (27 dei quali minorenni) soccorsi dalla nave Open Arms nell’agosto 2019. I pubblici ministeri di Palermo avevano chiesto una condanna a sei anni di carcere, sostenendo che il divieto di sbarco fosse stato un abuso di potere.

LE TAPPE DELLA VICENDA GIUDIZIARIA

Tutto inizia l’1 agosto 2019, quando la nave Open Arms, dell’omonima ong spagnola, soccorre 147 migranti in diverse operazioni nel Mediterraneo. Dopo aver richiesto senza successo un porto sicuro (Pos) all’Italia e a Malta, il governo italiano, guidato da Salvini al Viminale, nega l’ingresso nelle acque territoriali, appellandosi al decreto sicurezza bis. L’ong denuncia la situazione, e il 12 agosto il tribunale dei minori di Palermo ordina lo sbarco dei minori. Tuttavia, gli altri migranti rimangono a bordo, in condizioni sempre più precarie.

Tra ricorsi al Tar e ulteriori richieste di sbarco, la situazione si sblocca solo il 20 agosto, quando il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, dopo un’ispezione sulla nave, ordina lo sbarco a Lampedusa e il sequestro dell’imbarcazione, definendo la situazione “esplosiva”.

LE ACCUSE E IL RINVIO A GIUDIZIO

Dopo l’intervento della procura di Agrigento, Salvini viene iscritto nel registro degli indagati per sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio. Il tribunale dei ministri di Palermo sottolinea che la condotta del ministro non può essere considerata esclusivamente un atto politico, ma amministrativo e quindi passibile di giudizio.

Nel gennaio 2021, il gup di Palermo Lorenzo Iannelli dispone il rinvio a giudizio di Salvini. La prima udienza si tiene il 15 settembre 2021, e il processo si svolge nell’aula bunker di Palermo, coinvolgendo 45 testimoni, tra cui l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro Luigi Di Maio e l’attuale ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

LE RICHIESTE DELL’ACCUSA E LA DIFESA

Il 13 settembre 2024, i pubblici ministeri Geri Ferrara, Giorgia Righi e Marzia Sabella concludono la loro requisitoria, definendo l’operato di Salvini un “iter criminoso” e chiedendo sei anni di carcere. Secondo l’accusa, l’ex ministro avrebbe agito con “spregio delle regole”, mettendo a rischio la vita e la dignità delle persone a bordo.

Di contro, l’avvocata difensore di Salvini, Giulia Bongiorno, ha basato la sua arringa sulla legittimità della scelta politica: “Non un abuso, ma una difesa dei confini nazionali”. Ha inoltre accusato Open Arms di aver ritardato volutamente il corso degli eventi per mettere in difficoltà il governo italiano.

IL VERDETTO: ASSOLUZIONE PERCHE’ IL FATTO NON SUSSISTE

Dopo oltre tre anni di dibattimento e 24 udienze, il processo è giunto alla conclusione. La sentenza potrebbe rappresentare adesso un’occasione di rilancio per la carriera politica di Salvini, influenzando inevitabilmente anche per il dibattito sulla gestione dei flussi migratori e sul ruolo delle ong nel Mediterraneo.

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