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Palamara

Palamara, perché dopo le inchieste prova a farsi eleggere

Dallo scandalo che ha travolto la magistratura italiana alla campagna elettorale, chi appoggia e chi no l’ex magistrato Luca Palamara

“Ho appeso la toga. Mi candido a Roma alle elezioni suppletive della Camera”, aveva annunciato l’ex magistrato Luca Palamara che adesso si presenta nel collegio di Roma Monte-Mario-Primavalle per tentare di prendere il posto della pentastellata Emanuela Del Re alle suppletive del 3 ottobre.

Concluse le inchieste che hanno portato la Cassazione a confermare la radiazione di Palamara dalla magistratura, l’ex procuratore ha deciso di scendere in politica. “Stamattina ho riposto la mia toga nell’armadio – aveva dichiarato dopo la sentenza – con la certezza di poterla indossare ancora alla fine di un percorso che sarà lungo, ma che ristabilirà la verità. Quella della Cassazione è una decisione che ritengo ingiusta anche per il tempismo con cui è arrivata”.

NÉ DI DESTRA NÉ DI SINISTRA

Appesa la toga, Palamara ha fin da subito annunciato i suoi piani per il futuro: “Mi candiderò alle elezioni suppletive di Roma per la Camera. Lo farò da cittadino libero, non ho preclusioni e non sono né di destra, né di sinistra”.

Ha dichiarato di aver votato per Margherita e Pd, definiti da lui “il centro moderato”, adesso però parla di una “convergenza sulla giustizia” con il leader della Lega Matteo Salvini del quale difendeva – e difende tuttora – la posizione sulle navi dei migranti bloccate al largo nel 2018.

LE MOTIVAZIONI DELLA CANDIDATURA

Palamara che si sente fortemente sostenuto dalle persone ha detto in un’intervista a Repubblica che scende in campo perché la sua battaglia sulla giustizia riguarda tutti. E ai più maliziosi che potrebbero pensare che sia un modo per avere di nuovo uno stipendio risponde: “Non voglio andare in Parlamento per i soldi. Dal luglio 2019 fino alla conferma definitiva della radiazione, lo scorso 4 agosto, ho preso un assegno alimentare di 1.800 euro al mese”. Adesso “sono senza stipendio dal 2019, ma con il mio libro ho venduto più di 300 mila copie, ora ne scrivo un altro”.

“E nemmeno per l’immunità?” gli chiede il giornalista nell’intervista. E Palamara risponde: “Non scherziamo”.

PALAMARA E IL REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA

“Ho deciso di candidarmi per dare più forza al mio racconto, per incoraggiare un cambiamento reale e dare più forza alla battaglia per il referendum, nell’interesse dei cittadini che hanno sete di giustizia”, ha detto Palamara. Ha anche aggiunto che firmerà il referendum per la giustizia del Partito Radicale, ma non quello sulla responsabilità civile dei magistrati “perché voglio una magistratura difensiva, ma che rispetti le regole, questo è l’aspetto più importante”.

CHI APPOGGIA E CHI NO PALAMARA

Se ancora non si conosce la posizione della Lega in merito alla sua candidatura, Fratelli d’Italia e Forza Italia non sembrano intenzionati a sostenerlo. “La mia è una lista personale, aperta all’appoggio di tutti – ha detto – vado avanti per la mia strada senza urtare la suscettibilità di nessuno, tantomeno di chi della giustizia ha fatto una bandiera”.

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