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Paragon e spyware Graphite, parla il Governo

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, interviene al Question Time  rispondendo alle interrogazioni parlamentari

I sistemi di Paragon? “Sono pienamente operativi”. Le denunce su spyware? “Tocca ai magistrati accertare”. I giornalisti? “Il governo non li spia, ma li salva”. Durante il question time alla Camera, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha difeso l’utilizzo dello spyware Graphite, prodotto dalla società israeliana Paragon Solutions, da parte dell’intelligence italiana. Il ministro ha sottolineato che i servizi segreti operano nel pieno rispetto della Costituzione e delle leggi, in particolare della legge 124/2007, che disciplina le attività di informazione e sicurezza.

“Come tutte le intelligence del mondo, anche i Servizi italiani, al fine di contrastare le organizzazioni terroristiche o criminali, in nome della sicurezza nazionale da molti anni fanno ricorso a strumenti come quelli prodotti e forniti dall’azienda Paragon Solutions”, ha dichiarato Ciriani, il quale ja poi precisato che le agenzie di intelligence “rispettano nel modo più rigoroso la Costituzione e le leggi e, in particolare, la legge 3 agosto 2007, n. 124″. Questo “rigoroso rispetto” vale “anzitutto verso i soggetti specificamente tutelati da tale legge, in primis i giornalisti. Tutto ciò avviene sotto il controllo, ciascuno per la sua parte, dell’Autorità delegata, del Copasir e della magistratura”.

“I SISTEMI DI PARAGON SONO ANCORA ATTIVI”

Ciriani ha poi chiarito che nessun contratto con Paragon Solutions è stato rescisso e che i sistemi forniti dalla società sono pienamente operativi. “Va dato atto che la società Paragon Solutions ha garantito la fornitura del servizio, in ottemperanza alle clausole contrattuali, con massima professionalità e serietà. Nessuno ha rescisso in questi giorni alcun contratto nei confronti dell’intelligence. Tutti i sistemi sono stati e sono pienamente operativi contro chi attenta agli interessi e alla sicurezza della Nazione”, ha affermato il ministro.

LE DENUNCE SULLO SPYWARE: “TOCCA ALLA MAGISTRATURA”

Rispondendo alle preoccupazioni sollevate sul possibile utilizzo improprio dello spyware, Ciriani ha ribadito che spetta alla magistratura accertare eventuali vulnerabilità o abusi. “La puntuale e costante applicazione della legge 124/2007 non esclude la disponibilità ad aggiornare la legislazione medesima, se necessario. Compete in ogni caso all’autorità giudiziaria accertare l’origine delle vulnerabilità denunciate. I Servizi italiani sono pronti a dare tutto il loro supporto”, ha dichiarato. Il ministro ha inoltre assicurato che “puntuale risposta agli interrogativi sollevati da questa vicenda è stata fornita al Copasir ieri dal direttore di Aise, audito dal Comitato, e altre ne verranno nelle prossime settimane, qualora sia richiesta l’audizione di altri appartenenti all’intelligence”.

IL GOVERNO RESPINGE LE ACCUSE DI SPIONAGGIO SUI GIORNALISTI

Ciriani ha infine respinto con fermezza le accuse secondo cui il governo avrebbe utilizzato Graphite per spiare i giornalisti. “Il Governo intende adire le vie legali nei confronti di chiunque, in questi giorni, lo ha direttamente accusato di aver spiato i giornalisti. Come tutti hanno potuto constatare, finora il Governo non ha spiato giornalisti, ma se mai li ha portati in salvo”, ha concluso il ministro. L’intervento di Ciriani spegnerà le polemiche? Difficile immaginarlo.

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