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Perché Fiavet cannoneggia Farnesina (che nicchia sui viaggi all’estero) e Di Maio

Fiavet Farnesina

Durissima Fiavet: “La Farnesina consiglia ai viaggiatori di non spostarsi: ha risorse per far sopravvivere un comparto che genera per questo Paese il 13,5% del PIL?”. E poi se la prende direttamente con l’ex capo politico pentastellato

“O si emette lo sconsiglio o non lo si emette”. È il duro commento della presidente di Fiavet, Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo, Ivana Jelenic che bolla “l’atteggiamento della Farnesina” come “abbastanza discutibile”, dato che, così, gli operatori del turismo si trovano a lavorare nel pieno dell’estate in una situazione poco chiara: “da una parte le indicazioni del Ministero che non prende una posizione netta e dall’altra i contratti già firmati con i fornitori e gli operatori che hanno già anticipato le spese visto i viaggi imminenti”.

E, ancora: “La Farnesina che consiglia i viaggiatori di non spostarsi suppongo quindi che abbia risorse per far sopravvivere un comparto che genera per questo Paese il 13,5% del PIL”. “Sulla pelle delle piccole imprese – spiega Jelenic – pesa questa situazione di caos vergognoso”. La numero uno della Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo se la prende anche col green pass europeo “che doveva vederci sotto un cappello unitario e invece ci costringe a capire ogni giorno cosa fare per andare in ogni singolo diverso Paese, affogati da una burocrazia digitale che si sta rivelando peggio di quella cartacea: numeri verdi che non rispondono, tamponi per vaccinati, formulari che vanno in tilt, assembramenti a casaccio con o senza mascherina. Bisogna seguire linee unitarie, avere regole certe”.

Fiavet critica pure la fuga in avanti di diverse Regioni: “Ci sono alcuni governatori che chiedono al Ministero della Salute di non considerare i contagi, quanto piuttosto le persone in terapia intensiva. Altri presidenti che annunciano invece nuove chiusure, tamponi all’ingresso della Regione”, per poi ribadire che “Fiavet non vuole chiusure, vuole regole. I legislatori devono legiferare per consentirci di programmare”.

Quindi nel mirino di Fiavet entra proprio il titolare della Farnesina: “Le affermazioni odierne di Luigi Di Maio ci lasciano basiti. Scopriamo che il nostro del Ministro degli Esteri si pronuncia contro le aziende italiane che “esportano turismo”. Sono infatti imprese italiane anche quelle che mandano gli italiani all’estero. Imprese che pagano tasse e contributi in Italia e partecipano alla creazione del PIL. Ci sono molte agenzie di viaggi che non hanno nemmeno alzato la serranda perché il loro core business e costituito da viaggi di lungo raggio che non sono ancora ripartiti”, è la dura replica di Ivana Jelenic.

Ma non finisce qui: “I fatturati più importanti del settore turistico sono infatti generati, nell’ambito del tour operating e delle agenzie di viaggio, proprio in segmenti come i viaggi di nozze all’estero, i grandi tour internazionali”. E. ancora: “Queste aziende italiane non sono figlie di un Dio minore e non possono cambiare business come si cambia un abito. L’invito ai viaggi in Italia sbilancia fortemente il mercato, già inasprito dalla competizione che nasce nei momenti di difficoltà”.

Poi l’ulteriore affondo: “Se anche gli altri Stati applicassero il medesimo principio non avremmo i tanto agognati turisti stranieri che rappresentano oltre il 52% delle presenze nel nostro Paese e generano ricchezza soprattutto nelle città d’arte, perché il turismo non è solo mare e montagna, anzi. L’affermazione di un esponente del Governo è, per l’ennesima volta, una sferzata per le imprese di Fiavet-Confcommercio che si occupano di outgoing”.

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