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Toscana

Perché il campo largo vince ma non convince nemmeno in Toscana: l’analisi dell’Istituto Cattaneo

Il tasso di partecipazione alle urne in Toscana è stato inferiore a quello della Calabria. Il campo largo ha vinto ma non ha convinto nemmeno in Toscana. Peggio ha fatto Roberto Vannacci, riuscito nell’impresa di collocare la Lega dietro la lista “Toscana Rossa”

La Toscana è la prima vittoria del centrosinistra in questa tornata di elezioni regionali. Sinora, infatti, il centrodestra ha confermato i governatori uscenti nelle Marche e in Calabria, rispettivamente Francesco Acquaroli e Roberto Occhiuto. In Valle d’Aosta, invece, si è imposta l’Union Valdôtaine.

LA TOSCANA RESTA “ROSSA” MA LE URNE SONO SEMI-VUOTE

Se l’esito del risultato elettorale era abbastanza scontato, la notizia più rilevante è che in Toscana si è registrata un’affluenza alle urne più bassa della Calabria. Il dato arriva dall’analisi dei flussi elettorali realizzata dall’Istituto Cattaneo. Le elezioni regionali toscane hanno, dunque, registrato un “drastico calo della partecipazione, rispetto alle regionali del 2020 e alle successive elezioni politiche ed europee”. Il tasso di partecipazione si è fermato al 51%, inferiore a quello registrato la settimana precedente in Calabria (54%), con un calo di 15 punti percentuali rispetto al 2020 ma “identico a quello registrato nella stessa Toscana alle regionali del 2015, così come a quello registrato in altre regioni del Centro-Nord negli ultimi anni, soprattutto in presenza di un esito scontato”.

PIÙ AFFLUENZA IN CALABRIA CHE IN TOSCANA

In Toscana le percentuali degli aventi diritto al voto non sono “drogate” dal numero di residenti all’estero come nel caso della Calabria “dove rappresentano circa un quinto degli aventi diritto al voto”. L’Istituto di ricerca bolognese rintraccia nella percezione di netto vantaggio con il quale partiva il centro sinistra le ragioni del calo della partecipazione alle urne. “Tra il 2020 e il 2024 il CD è sempre rimasto intorno al 40%, pur registrando circa 5 punti percentuali in più rispetto alla fase precedente al decennio populista (pre-2013), quando si attestava intorno al 35%”, scrive l’Istituto Cattaneo. Dal 2019 in poi il “campo largo” è sempre rimasto intorno al 55%, i risultati delle regionali del 2025 non si distanziano da questi dati.

“Anche il voto ai partiti, se si fanno confronti appropriati, è rimasto sostanzialmente stabile, con poche variazioni. FdI ottiene percentuali superiori alle regionali del 2020, quando il riequilibrio interno al CD, a danno della Lega, era ancora in corso – scrive l’Istituto -. Ma ottiene percentuali pressoché identiche alle politiche 2022 e alle europee 2024. Come era già accaduto in quasi tutte le precedenti elezioni regionali, la Lega perde voti a vantaggio dell’area moderata del centrodestra (Forza Italia, liste del Presidente)”.

LA TOSCANA PREFERISCE ANTONELLA BUNDU A ROBERTO VANNACCI

Non una buona notizia per il vicesegretario Roberto Vannacci che ha seguito in prima persona la campagna elettorale in Toscana (dove nel 2020 la Lega aveva preso quasi il 22 per cento). Un modo per offrire una “palestra” al generale in vista di un futuro maggiore ingaggio nel partito o un palcoscenico sul quale farlo cadere? Forse entrambe le cose, fatto sta che “Toscana Rossa”, la lista di Bundu, ha ottenuto il 4,5 per cento più della Lega ma, dato che è fuori coalizione e sotto la soglia del 5 per cento non avrà seggi.

IL CAMPO LARGO VINCE MA NON CONVINCE, NEMMENO IN TOSCANA

Le difficoltà a tenere insieme le diverse anime del Campo largo si sono manifestate anche in Toscana. “Il PD ha ottenuto due punti percentuali in più rispetto alle europee ma la stessa percentuale delle regionali 2020, soprattutto in virtù del maggior tasso di partecipazione alle regionali degli elettori Dem rispetto agli elettori di altri partiti. Solo alle regionali umbre del 2024 il campo è addirittura cresciuto. Gli elettori che alle europee avevano votato per uno dei gruppi dell’area lib-dem (Azione, Iv, +Europa) si sono divisi e, in una quota pari ad almeno 2 punti percentuali, hanno sostenuto il candidato di CD –  scrivono dall’Istituto Cattaneo -. Tra gli elettori che alle europee avevano votato per il M5S si registra un tasso di astensione superiore alla media. Tra gli elettori che alle europee avevano votato per AVS, una quota pari a circa 1-2 punti percentuali ha sostenuto il candidato della sinistra radicale. Questi fenomeni in Toscana si sono manifestati in misura più contenuta. Inoltre, sono stati compensati da limitati flussi di elettori di CD (alle europee) verso il candidato alla presidenza del CS e le “sue” liste, oltre che da un tasso di astensione un po’ superiore tra gli elettori di CD rispetto a quelli di CS”.

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