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Perché il Nobel per l’economia Abhijit Banerjee boccia il reddito di cittadinanza

Banerjee

In un’intervista al Foglio il vincitore dell’ultima edizione del premio Nobel Abhijit Banerjee afferma: in Italia non vedo nessuna ricetta per battere la povertà. Intanto ieri sono arrivati i dati Inps aggiornati al 7 gennaio scorso

La povertà non si può combattere in un modo solo e di sicuro non si ottiene nulla con promesse populistiche. A dirlo, in un’intervista al Foglio, il Nobel 2019 per l’Economia, l’indiano Abhijit Banerjee, che si è aggiudicato il premio insieme a Esther Duflo e Michael Kremer.

“ATTENZIONE AL POPULISMO, PORTA A UNA REDISTRIBUZIONE CHE MANTIENE LO STATUS QUO”

Banerjee, che da anni conduce ricerche in materia e che ha fondato un centro ad hoc dal nome eloquente “Poverty Action Lab” — è stato l’ospite d’onore al 13esimo Asian Fianncial Forum di Hong Kong. Per l’economista non esistono “risposte globali alla povertà ma misure specifiche per diversi fattori, che sono molto meno globali di quanto pensiamo”. In particolare, Banerjee dedica alcune riflessioni al populismo che “è una reazione al centrodestra e al centrosinistra, che hanno governato le politiche economiche per così tanto tempo – penso a Sarkozy in Francia o Blair e Cameron in Gran Bretagna. Insomma il populismo è una promessa: adesso faremo qualcosa per voi. E questa cosa idealmente si riduce a una redistribuzione ma in realtà non fa che mantenere lo status quo”. In tal modo, anzi, si ottiene un effetto contrario: “Continuano a crescere le diseguaglianze e nella sostanza viene fatto molto poco per chi subisce particolarmente gli effetti della globalizzazione e i cambiamenti della modernità. Ci sono un mucchio di perdenti in queste politiche e sono quasi sempre concentrati in aree che conosciamo bene, che possiamo prevedere. A queste persone si promette tantissimo ma ben poco poi si realizza”.

“IL REDDITO DI CITTADINANZA? IO NON VEDO NESSUNA RICETTA CONTRO LA POVERTÀ”

L’economista indiano, sollecitato di un commento alla “ricetta contro la povertà” varata dal Movimento Cinque Stelle, chiarisce: “Ma non vedo proprio nessuna ricetta. Anche se lo fosse, per dirlo bisognerebbe aspettare la realizzazione finale, che non è il basic income stesso. Quello è solo una piccola parte delle misure teorizzate, e di base sostituisce altri sussidi”. Banerjee lo scorso anno ha anche pubblicato un paper sul reddito di base universale “per i Paesi in via di sviluppo” che si basa sui dati raccolti dopo alcuni esperimenti di sussidi universali in India, in Namibia e in Iran ed evidenzia un altro aspetto dirimente: “Se paghi una persona cento dollari al mese o mille dollari al mese sono cose estremamente diverse e saranno diverse anche le implicazioni che avranno sul sistema di finanziamento. Insomma, penso che dovremmo avere questa conversazione quando ci sarà un vero piano sul reddito di cittadinanza e sulla povertà”.

GLI ULTIMI DATI INPS

Intanto, tornando entro i confini nazionali, grazie ai dati forniti dall’Osservatorio sul Reddito di cittadinanza dell’Inps si sa che dall’istituzione del beneficio sono state accolte le domande di 1,1 milioni di nuclei. Di questi, 56 mila sono decaduti dal diritto. I nuclei restanti, e cioè 1,041 milioni, sono costituiti da 916 mila percettori di reddito — con 2,4 milioni di persone coinvolte — e da 126 mila percettori di pensione — con 143 mila persone coinvolte.

I nuclei percettori, segnala ancora l’istituto di previdenza, si concentrano nelle regioni del Sud e nelle Isole, raggiungendo il 61% del totale. Molto diversa la situazione al Nord (24%) e al Centro (15%). La regione con il maggior numero di nuclei percettori di reddito o di pensione di cittadinanza è la Campania (19% delle prestazioni erogate), seguita dalla Sicilia (17%), dal Lazio e dalla Puglia (9%).

Nel poco più di un milione di nuclei percettori sono coinvolte 2,5 milioni di persone, di cui 1,6 milioni nelle regioni del Sud e nelle Isole, 539 mila nelle regioni del Nord e 344 mila in quelle del Centro.

Venendo all’importo medio mensile erogato, ad oggi è pari a 493 euro, con un importo superiore del 7% rispetto a quello nazionale nelle regioni del Sud e delle Isole e inferiore dell’8% e del 14% nelle regioni del Centro e del Nord. L’importo medio mensile — evidenzia l’Inps — varia anche in funzione della prestazione percepita: in media vengono erogati 532 euro per il reddito di cittadinanza e 222 euro per la pensione di cittadinanza.

Per quanto riguarda la perdita del diritto al beneficio — che si è verificata finora per 56 mila nuclei — ciò è avvenuto per rinuncia del beneficiario (8% dei nuclei), variazione della situazione reddituale del nucleo (10%), variazione della composizione del nucleo ad eccezione di nascita e morte (39%) e variazione congiunta della composizione e della situazione economica del nucleo (42%).

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