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Perché l’Associazione Librai Italiani mugugna col governo sui testi scolastici

Associazione Librai Italiani

Per Paolo Ambrosini, numero 1 dell’Associazione Librai Italiani: “In trent’anni, le librerie hanno perso il 40% della marginalità passando da un margine del 25% previsto nell’accordo a un valore medio che ora si attesta attorno al 16%”

“La rete delle librerie e cartolibrerie è oggi messa a rischio dalla bassa marginalità sui libri scolastici riconosciuta dagli editori ai librai”. È il grido d’allarme lanciato da Paolo Ambrosini, presidente dell’Associazione Librai Italiani. “Una contrazione costante negli anni iniziata dopo la denuncia nel 1991 da parte di Aie degli accordi economici con Ali che regolavano il rapporto editore-libreria per i libri di testo”.

“Da allora – ha sottolineato il presidente dell’Associazione Librai Italiani – in trent’anni, le librerie hanno perso il 40% della marginalità passando da un margine del 25% previsto nell’accordo a un valore medio che ora si attesta attorno al 16% e che per la rete commerciale più di prossimità è anche inferiore al 13%. Di fatto sono fuori mercato dato che l’attuale legge consente la vendita di libri di testo con sconto al pubblico fino al 15% del prezzo di copertina”.

Dall’Associazione Librai Italiani si sottolinea inoltre come la riduzione di margine sia stata solo in minima parte compensata da un miglior servizio alle librerie, e così si opera ancora in assenza di informazioni strutturate sulla disponibilità del prodotto e sui tempi della sua reperibilità. “Il rapporto commerciale – viene osservato dall’Associazione Librai Italiani – oltre ad essersi deteriorato per la riduzione di marginalità, ha tolto al libraio alcune leve competitive rispetto ai nuovi canali di commercializzazione, che spesso usano il libro come “articolo civetta” offrendolo però solo per un periodo limitato e potendo così rinunciare alla totalità del margine in cambio della vendita di altri beni e servizi (cross merceologico)”.

E se tutto questo già non fosse sufficiente per determinare una situazione di grande difficoltà c’è anche il tema della concentrazione per quel che riguarda la produzione editoriale con 4 gruppi editoriali che oggi controllano circa l’80% del mercato. “Un fatto – ha detto Ambrosini – che determina una riduzione della competitività all’interno della filiera e espone maggiormente gli operatori commerciali librai, e non solo, a politiche commerciali imposte”.

Per questo dall’Associazione di rappresentanza avanzano al governo cinque proposte: un margine fisso garantito al 25% per poter competere con gli altri operatori commerciali; il vincolo di destinazione d’uso delle somme trasferite dallo Stato ai Comuni per il diritto allo studio; la revisione dei tempi di distribuzione dei libri per evitare ritardi; la riduzione al 5% dello sconto al pubblico e la detrazione fiscale, al pari di quella per le spese mediche, per chi acquista libri.

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