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Perché Meloni deve fare attenzione al Ministero del lavoro. Parla Renata Polverini

Renata Polverini

Inizia la sua avventura il primo Governo presieduto da una donna: la Premier Giorgia Meloni. I consigli di Renata Polverini, prima e unica donna Presidente della Regione Lazio

Ieri mattina la Premier Meloni, dopo la cerimonia della campanella, ha presieduto il suo primo Consiglio dei ministri. Il primo Esecutivo della storia d’Italia che vede a capo una donna è frutto del successo elettorale di Fratelli d’Italia in primis, e, a seguire, della coalizione di centrodestra. I dissidi interni alla maggioranza sembrano essersi ricomposti in una squadra di Governo che la prossima settimana chiederà la fiducia delle due camere.

Prima di Giorgia Meloni un’altra donna, sempre di destra, aveva abbattuto il soffitto di cristallo, prima come segretaria di un sindaco e poi come Presidente della Regione Lazio: Renata Polverini. Con lei abbiamo parlato dei prossimi passi del primo Governo presieduto da una donna, di come gestire i rapporti con le forze di maggioranza e delle insidie che possono arrivare da una cattiva relazione con le parti sociali.

Il Governo della Premier Meloni ha rispettato le aspettative o ha riservato delle sorprese?

Diciamo che considerando che è un governo di centrodestra non vedo grandi sorprese. Vedo che ci sono delle personalità, a partire dal ministro della salute, che danno lustro a questo Esecutivo. Per il resto ci sono personalità politiche di alto livello, questo è indubbio, a cominciare da Forza Italia, la Lega e soprattutto Fratelli d’Italia: hanno messo al Governo coloro che in questi anni hanno rappresentato i vertici dei partiti.

Che effetto le ha fatto vedere una donna per la prima volta nella storia d’Italia a ricoprire il ruolo di quarta carica dello Stato?

Un effetto positivo. Per me, poi, che sono stata la prima donna segretaria generale del sindacato, la prima donna presidente della Regione Lazio, è una ragione di orgoglio ancora maggiore vedere Giorgia Meloni Premier, per la prima volta in Italia. E poi c’è l’entusiasmo perché le prime donne che hanno raggiunto ruoli importanti sono state di centrodestra. Ricordo anche Flavia Perina, quando era l’unica direttrice di un giornale a capo del Secolo d’Italia. Quindi è chiaro che questo conferma che, al di là delle battaglie per i diritti, la destra ha sempre permesso alle donne che hanno messo impegno e passione di scalare i vertici delle istituzioni, oggi la più rappresentativa.

Perché a destra sembra più facile rompere il soffitto di cristallo?

Io penso che è perché a destra siamo meno convinti della diversità tra uomini e donne, nel senso che ci consideriamo persone. L’importante è che colei o colui che è impegnato in politica, o nel sindacato, conduca delle battaglie giuste e ci metta tanto impegno e tanta passione. E forse è anche perché siamo meno impegnati a parlare di pari opportunità e dei diritti delle donne e più impegnati a fare. Ora è il corso della storia che lo conferma. Ci accusano sempre di non essere particolarmente sensibili ai diritti delle donne e poi invece ci accorgiamo che la strada alle donne di sinistra l’abbiamo aperta sempre noi. Tanto è vero che dopo di me nel sindacato sono arrivate anche la Camusso e la Furlan ma dopo di me. Parliamo di meno ma agiamo di più.

Però in questo governo ci sono solo sei donne. Non potrebbe essere un problema per la Premier Meloni non avere una rete di donne Ministro sulla quale contare?

Non c’è alcun problema. Io non sono mai stata così attenta alle quote rosa. Le donne devono ricoprire ruoli, come gli uomini, solo se ne sono all’altezza. Evidentemente la selezione che la Premier Meloni ha fatto ha portato sei donne capaci ad essere meritevoli di quel ruolo. Magari andando avanti vedremo che le donne sapranno rappresentare il governo di centrodestra anche in altri ruoli. Oggi siamo al primo passo, ce ne sono tanti altri ancora, c’è tutta la questione del sottogoverno, poi ci sono nomine governative in tanti enti importanti, vedremo se saranno chiamate le donne. Io penso che oggi il paese ha già una straordinaria novità che è Giorgia Meloni.

Circa il 20% dei ministeri è andato a Forza Italia, secondo lei questa suddivisione può bastare a placare le animosità che ci sono state negli ultimi tempi?

Io penso, e lo dico per esperienza e sono convinta che sarà così, nel momento in cui c’è la formazione di un Governo, come fu per la mia Giunta, ci sono grandi fibrillazioni interne a ogni partito e all’interno delle maggioranze. Nel momento in cui il Governo parte la maggioranza per prima, e dopo i partiti che la sostengono, deve ritrovare la forza per andare avanti in maniera compatta. Io sono convinta che anche il dibattito che si è aperto in Forza Italia si smorzerà.

Marina Elvira Calderone, il nuovo Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, nei mesi passati ha espresso posizioni dubbiose sul salario minimo e sul rapporto con i sindacati in generale. Si apre una stagione di scontri con le parti sociali?

L’unico consiglio che mi sento di dare alla Premier Meloni è di mettete una particolare attenzione sul Ministero del Lavoro. Non perché la Ministra Calderone non sia all’altezza, lo è sicuramente, si è sempre occupata di lavoro ma dalla parte dei consulenti, e quindi delle imprese e dei professionisti. Ecco c’è un mondo, quello del sindacato, che ha bisogno di essere interpretato in maniera diversa da come sino a oggi, probabilmente, ha fatto la nuova Ministra. Ecco su questo la Premier Meloni deve fare una riflessione, non è facile trattare con le organizzazioni sindacali, è un mestiere. E soprattutto deve portare equilibrio nel Ministero. La Ministra è fortemente identificata dalla parte delle imprese e dei professionisti, la Premier Meloni quando farà la squadra completa deve compensare con un occhio di riguardo al mondo delle organizzazioni sindacali e in particolare dei lavoratori dipendenti.

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