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Perché protestano i metalmeccanici

Una protesta per il contratto e contro i bassi salari

Giornata di forte mobilitazione per i metalmeccanici italiani, che hanno manifestato in diverse città chiedendo il rinnovo del contratto collettivo nazionale, fermo da tempo. Al centro della protesta c’è il nodo salariale: i sindacati chiedono un adeguamento delle retribuzioni dopo mesi di trattative interrotte. L’iniziativa ha assunto una piega inaspettata a Bologna, dove un gruppo di manifestanti è entrato sulla tangenziale, una deviazione non autorizzata rispetto al percorso concordato con la Questura.

La polizia ha annunciato che scatteranno denunce secondo quanto previsto dal recente decreto sicurezza, approvato dal governo. Le nuove norme inaspriscono le sanzioni per il blocco stradale: se venisse contestata l’accusa di blocco organizzato, i lavoratori rischierebbero fino a due anni di reclusione. Ma secondo Ferdinando Uliano (Fim), si è trattato solo di una “piccola deviazione di 600-700 metri, ordinata e senza disagi”.

IL DECRETO SICUREZZA AL CENTRO DELLO SCONTRO POLITICO

Il decreto sicurezza, già oggetto di forti polemiche, è tornato al centro del dibattito politico. La destra, con Fabio Rampelli (FdI), attacca le opposizioni, accusandole di voler creare tensioni sociali contro il governo. Per Rampelli, la Schlein “si mette a capo dei metalmeccanici che manifestano in modo illegittimo”. Di parere opposto sono le forze progressiste: per Peppe De Cristofaro (AVS), il decreto “serve a colpire chi lotta”, mentre Chiara Appendino (M5S) denuncia che così “si toglie voce a chi protesta”. Maurizio Landini (Cgil) ha ribadito che “la notizia non dovrebbe essere la denuncia, ma la ripresa delle trattative”.

ALTA ADESIONE ALLO SCIOPERO, “NON E’ UN PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO”

Fim, Fiom e Uilm parlano di “grande successo” della mobilitazione, con adesioni medie del 70%. “La nostra manifestazione non può essere considerata un problema di ordine pubblico”, chiariscono. Di ben altro avviso Federmeccanica-Assistal, che stima invece un’adesione al 20% e respinge le accuse di chiusura: “Non abbiamo rotto le trattative. È stato il sindacato a interrompere il confronto in modo unilaterale”.

La giornata è stata segnata anche dallo sciopero dei sindacati autonomi dei trasporti. Treni, autobus, metropolitane, aerei e persino vaporetti si sono fermati in molte città. A Napoli e Roma si sono registrati ritardi e cancellazioni; a Venezia il 70% dei vaporetti è rimasto fermo; a Firenze sono stati annullati 23 voli in partenza e altrettanti in arrivo. A Torino, l’adesione è stata del 70%. Anche in questo caso la rivendicazione principale è l’aumento salariale, ma alcuni sindacati, come il Cub, hanno portato in piazza anche richieste di natura politica, come lo stop al “genocidio in Palestina”.

LE REAZIONI DEL GOVERNO, CONVOCATE LE PARTI SOCIALI

Nel pieno della protesta, non sono mancate dichiarazioni controverse. Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon (nella foto) ha proposto di vietare gli scioperi nei venerdì e nei lunedì, almeno durante la stagione turistica. Una posizione che ha scatenato la reazione dei sindacati: Stefano Malorgio (Filt Cgil) ha definito le parole del leghista “dichiarazioni inquietanti”.  Ma mentre il ministero del Lavoro ha annunciato la convocazione delle parti sociali, rimane l’interrogativo su come il governo intenderà gestire la tensione, con tutte le attenzioni rivolte al decreto sicurezza, che rischia di diventare un catalizzatore di nuove fratture sociali.

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