Da autostrade a dehors, da pubblicità indesiderate a più libertà per assicurati, i punti principali…
Perché Schlein toppa su Meloni
Il gioco dei ricatti (fasulli) nella partita fra Schlein e Meloni. I Graffi di Damato
Grazie alla perspicacia della segretaria del Pd Elly Schlein – intervenuta alla Camera contro le braccia levatesi a Roma anche quest’anno, come nei precedenti 45, per ricordare le tre vittime dell’assalto alla sezione allora missina di via Acca Larenzia – dovremmo sapere finalmente che cosa smentisca la non ricattabilità più volte vantata da Giorgia Meloni parlando ad avversari e alleati.. La “ricatta” – ha detto la Schlein, anticipando il duello televisivo che in tanti si sono offerti di realizzare in televisione con la premier – “il suo passato”, pur anagraficamente non lungo di una donna che ha compiuto il mese scorso 46 anni. Nata proprio qualche giorno dopo l’assalto mortale e vigliacco in via Acca Larenzia.
Forse la Schlein disporrà di qualche foto o filmato dell’ancora bambina o adolescente Giorgia Meloni in una delle prime, diciamo così, celebrazioni commemorative dei tre morti in quella strada romana del Tuscolano. E non ha esibito le immagini solo per non farsi chiedere come se le fosse procurate, al pari di quanto è accaduto di recente a Matteo Salvini per avere esibito le libere proteste di una magistrata contro la polizia e in difesa di migranti clandestini. Difesa che poi la signora avrebbe tradotto in ordinanze e quant’altro nell’esercizio delle sue funzioni giudiziarie.
GLI “IMBECILLI” DI ACCA LARENZIA
La segretaria del “Pd modello gnè gnè”, come le ha rimproverato oggi Il Foglio, o “la sesta stella” dei grillini, come l’ha definita il Riformista commentando l’astensione parlamentare che ha spaccato il partito del Nazareno sulla proroga degli aiuti all’Ucraina aggredita dalla Russia, si meriterebbe quello che forse la Meloni le risparmierà solo per non rompere il silenzio che si è imposta su via Acca Larenzia. E sugli “imbecilli” o gli “inopportuni” delle braccia alzate fascisticamente il 7 gennaio scorso.
“Imbecilli” come sono stati definiti dal responsabile dell’organizzazione del partito della destra italiana, Giovanni Donzelli, fedelissimo della Meloni, o “inopportuni” secondo Gianfranco Fini. Che in una intervista al Fatto Quotidiano ne ha sollecitato l’allontanamento, se risultassero iscritti ai “fratelli d’Italia”. Di molti di loro, d’altronde, la polizia ha già accertato l’identità per un eventuale intervento giudiziario sollecitato con tanto di esposto in Procura a Roma dalle originarie 5 stelle del firmamento di Beppe Grillo e Giuseppe Conte.
MELONI RISPARMIA SCHLEIN
Quella che la Meloni ha finora risparmiato alla Schlein, di otto anni peraltro più giovane di lei, è l’accusa, ridicola come la sua, di essere anche lei ricattabile o ricattata dal passato di una parte del suo partito che ai tempi andati della cosiddetta guerra fredda non osava contrastare ciò che si faceva e si ordinava a Mosca. Dove sulla cupola del Cremlino troneggiavano la falce e il martello che probabilmente l’ultrasettantenne Putin rimpiange sognando la riconquista dell’Ucraina. Vero, Elly? Chi di perspicacia ferisce, di perspicacia perisce.