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Prove tecniche di governissimo?

Giorgetti

Possibile che Giorgetti sia tanto generoso, o sprovveduto, da non avere pensato e non pensare ad una crisi e al varo di un altro governo, o “governissimo”? I Graffi di Damato

Il titolo o tema del convegno a Milano di cui era ospite –“Metamorfosi”– deve avere contribuito a far cambiare idea e anche umore all’ex sottosegretario a Palazzo Chigi e ora “solo” vice segretario della Lega Giancarlo Giorgetti. Che si è stancato evidentemente di divertirsi allo spettacolo del secondo governo di Giuseppe Conte, che qualche giorno fa egli si godeva sui divani di Montecitorio, compiaciuto di vedere i piddini provare sulla propria pelle gli stessi inconvenienti dei leghisti nella collaborazione con i grillini, prigionieri delle loro tensioni interne e impegnati a scaricarle sugli alleati di turno. Che poi Luigi Di Maio, capo ancòra del Movimento delle 5 Stelle per volontà di uno svogliato – scusate l’ossimoro – Beppe Grillo diviso fra le sue ville, neppure considera tali. Più che alleati, i leghisti prima e i piddini, renziani e bersaniani adesso sono considerati sotto le 5 stelle semplici compagni di viaggio.

LA PROPOSTA DI GIORGETTI

Consapevole dei limiti di un divertimento fine a se stesso, giusto per il gusto di vedere gli altri nei guai, che i leghisti potrebbero però ereditare rimanendone pure loro schiacciati se e quando dovessero  tornare al governo con i ritrovati – bene o male – alleati di centrodestra, Giorgetti ha proposto a titolo doverosamente “personale” – ha precisato – “una Costituente” sulle riforme della Costituzione e della legge elettorale per rimettere in piedi il Paese come sistema. Così verrebbe impiegato più proficuamente il tanto che resta di questa legislatura, cui le forze dell’attuale maggioranza giallorossa non vogliono rinunciare per il timore che a vincere le elezioni sia praticamente l’odiato Matteo Salvini. Male che vada – dicono Giuseppe Conte e compagnia apparentemente governante, al netto dell’acciaio e di tutto il resto che sta fondendo – faremo trovare Salvini alle prese con un presidente della Repubblica eletto nel frattempo dal Parlamento contro di lui e destinato a sopravvivergli e a guastargli i giochi.

UNA NUOVA “COSTITUENTE”

La “Costituente” pensata da Giorgetti non è ovviamente un’assemblea da eleggere a questo scopo, e inutilmente proposta da altri sulla falsariga di quella che fra il 1946 e il 1947 sostituì nel dopoguerra il Parlamento e approvò la Costituzione della Repubblica. È più semplicemente, o più difficilmente, secondo i gusti e nel contesto di questo Parlamento e di questa legislatura, una maggioranza più larga di quella giallorossa, supportata o completata con chi sta adesso all’opposizione: magari, pure “a gratis”, come dicono a Roma, per Conte e i partiti della maggioranza — Pd e Italia Viva di Renzi — affrettatisi a manifestare interesse o disponibilità. Sarebbe, come ha chiosato il Corriere della Sera in una breve notizia curiosamente  relegata a pagina 10, “la legittimazione indiretta del governo Conte e la convinzione che esso durerà”. Da qui nascerebbe anche “il gelo” di Salvini. Che ha reagito alla sortita del suo vice dichiarandosi alle prese, in questo momento, con altri problemi, a cominciare dalle elezioni regionali del 26 gennaio in Emilia Romagna, e disposto ad occuparsene “più avanti”.

PIUTTOSTO CHE UN “GOVERNISSIMO”

Mi sembra tuttavia francamente difficile liquidare la faccenda in questi termini e pensare che Giorgetti sia tanto generoso, o sprovveduto, da non avere pensato e non pensare ad una crisi e al varo di un altro governo, o “governissimo”, come si diceva nella cosiddetta prima Repubblica, guidato non obbligatoriamente da Conte. Il mercato politico e istituzionale, diciamo così, si è proprio di recente arricchito di una personalità liberatasi dagli impegni europei come Mario Draghi. Che peraltro Giorgetti conosce molto bene e per il quale proprio di recente Salvini, spiazzando i suoi avversari, ha dichiarato di poter votare, quando sarà il momento, per il Quirinale. E pazienza se Giorgia Meloni si strapperà gli abiti in pubblico.

Non vi dice nulla tutto questo? O tanto poco da andarlo a cercare a pagina 10 del Corriere della Sera o, nella migliore delle ipotesi, all’interno dello smilzo Foglio con un titolo però meno frettoloso? Che dice: “Giorgetti fa la prima mossa”. Cui altre quindi potrebbero seguire, o essere imposte dalle crescenti difficoltà di questo governo che per il momento, e almeno sino all’eventuale approvazione del bilancio, su cui gravano già più di mille emendamenti, non sembra in grado, secondo le parole dello stesso presidente del Consiglio, di fare riunire attorno ad uno stesso tavolo i segretari dei partiti della maggioranza per chiarirsi le idee.

 

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