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Putin vuole chiudere la guerra? Troppo bello per essere vero
La guerra in Ucraina potrebbe essere a un passo dalla fine ma Putin mette le cose in chiaro: se le ostilità cesseranno sarà alle condizioni della Russia. La rassegna dei giornali in edicola
Il regalo di Natale, in ritardo, che potrebbe arrivare sotto l’albero è la fine della guerra in Ucraina. A leggere le prime pagine dei quotidiani italiani sembra che “Chiudere la guerra” sia un desiderio del presidente russo Vladimir Putin. E che abbia anche scelto il teatro delle trattative: la Slovacchia di Robert Fico. Tutto fatto? A smorzare gli entusiasmi arriva il solito atteggiamento obliquo del presidente russo che, nel corso della conferenza stampa di fine anno, dice: “Noi ci sforziamo di far finire la guerra. Ma da noi si dice: è come bere il miele con le tue labbra», ovvero è troppo bello per esser vero”. Insomma, credeteci ma non troppo.
NIENTE COMPROMESSI: THE WINNER TAKES IT ALL
Un regalo, quello che potrebbe fare Mosca a Kiev, e non solo, non proprio gratuito. Infatti, se pace sarà, sarà alle condizioni di Mosca. “Se Putin dichiara di voler mettere fine alla guerra in Ucraina “allo stesso tempo si dice contrario a un «congelamento» del conflitto e soprattutto ripete che intende raggiungere «tutti gli obiettivi» della sua aggressione militare”, scrive Giuseppe Agliastro su La Stampa. Del resto “in una recente intervista a Le Parisien – continua Agliastro -, il presidente ucraino Zelensky ha ammesso che Kiev non ha la forza per riprendere il Donbass e la Crimea con le armi. Putin sostiene che Mosca sia pronta a «compromessi», ma finora non ha fatto neanche mezzo passo indietro sulle sue pretese: Kiev fuori dalla Nato e il controllo di 4 regioni ucraine solo in parte occupate dalle sue truppe”.
GLI ATTACCHI NEL GIORNO DI NATALE
E, infatti, per mettere in chiaro che non intende lasciare un solo centimetro di vantaggio agli avversari Mosca ha effettuato “nuovi bombardamenti persino nel giorno di Natale: oltre 70 missili e 100 droni sono stati lanciati contro il Paese il 25 dicembre” prendendo di mira “le infrastrutture energetiche, già messe in ginocchio da tre anni di raid”. I bombardamenti hanno causato diversi “blackout in varie zone, compresa la capitale Kiev, e nella regione di Kharkiv 500.000 persone sono rimaste al gelo e senza luce in pieno inverno”. Una scelta deliberata quella di attaccare nel giorno di Natale. “«Cosa può essere più disumano?, ha tuonato Zelensky. Biden ha parlato di un attacco «scellerato» e ha detto di aver «dato istruzioni di continuare l’ondata di consegne di armi all’Ucraina». Ma il 20 gennaio lascerà le chiavi della Casa Bianca a Trump”, conclude Agliastro.
IL MESSAGGIO DI PUTIN A TRUMP: AFFRONTARE LE RADICI DEL CONFLITTO
Il Presidente russo approfitta delle quattro ore e mezza di conferenza stampa di fine anno per lanciare un messaggio al presidente eletto Donald Trump, l’uomo a cui potrebbe recapitare il regalo gradito della cessazione delle ostilità in Ucraina e della chiusura di un fronte (di guerra e diplomatico). Putin “teme — spiega la politologa indipendente Tatiana Stanovaja — che il presidente Usa eletto «si concentri troppo su una futura tregua invece di affrontare le radici del conflitto» – scrive Rosalba Castelletti su Repubblica -. Ieri in mattinata il ministro degli Esteri Sergej Lavrov lo ha detto esplicitamente: «Una tregua è una strada che non porta da nessuna parte. Abbiamo bisogno di accordi legali definitivi che stabiliscano tutte le condizioni per garantire la sicurezza della Federazione Russa». E ha pure invitato l’inviato designato da Trump per l’Ucraina, Keith Kellogg, ad «analizzare le cause profonde del conflitto». Putin, continua Stanovaja, «sembra temere che possa essere utilizzato da Trump per fini di pubbliche relazioni: una volta che il cessate il fuoco aumenterà la popolarità del presidente americano, non avrà più la necessità di voltare pagina. Mentre la Russia chiaramente non ha iniziato la guerra per abbandonare tutto a metà strada»”. Del resto, il presidente Usa Trump ha promesso, già in campagna elettorale, che avrebbe fatto “tacere i cannoni e, secondo diversi analisti, potrebbe cercare di usare le forniture militari Usa a Kiev come leva per promuovere i negoziati”, aggiunge Giuseppe Agliastro su La Stampa.
PUTIN ALLUNGA LE MANI IN EUROPA: PER I TRATTATI DI PACE GUARDA ALLA SLOVACCHIA
Per i colloqui per i trattati di pace il premier slovacco Robert Fico ha proposto Bratislava, con l’avallo di Putin. “L’idea piace naturalmente al Cremlino che al premier slovacco, a pochi giorni dalla scadenza delle intese con l’Ue sulle forniture di gas attraverso l’Ucraina, ha offerto in cambio e in esclusiva energia sottocosto – scrive Francesco Battistini sul Corriere della Sera -. Putin sa bene che l’Ue dirà di no, perché la posizione di Bratislava è come quella di Orbán e nessuno ha dato a Fico il mandato di trattare”. Tra l’altro, la Slovacchia è un Paese Ue e Nato e sul capo di Putin pende un “mandato di arresto della Corte penale internazionale (Cpi) che lo insegue per crimini di guerra e contro l’umanità – scrive Rosalba Castelletti su La Repubblica -. È stato proprio il premier slovacco Robert Fico, dice, a «offrire il suo Paese come piattaforma per futuri negoziati» quando il 22 dicembre ha visitato a Mosca bucando la politica di isolamento internazionale. «Perché no? Per noi è un’opzione accettabile», commenta Putin, sorvolando sul fatto che la Slovacchia abbia firmato lo Statuto di Roma che ha istituito la Cpi e che quindi sarebbe obbligata ad arrestarlo. Lo conforta la «posizione così neutrale» dell’alleato Fico che, da quando è tornato al potere nell’autunno 2023, ha deciso di sospendere tutti gli aiuti militari all’Ucraina”.