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Qual è lo stato di salute dell’industria italiana?

L’Istat registra un nuovo calo tendenziale dell’industria italiana, mentre per Bankitalia peggiorano le aspettative economiche
Ventiduesimo calo tendenziale consecutivo della produzione industriale e prospettive future incerte per l’occupazione nell’industria, da un lato; aspettative negative per l’economia e debito pubblico nazionale oltre i 3mila miliardi di euro, dall’altro. Questo lo scenario dipinto da Istat e Banca d’Italia nelle ultime ore.
L’INDUSTRIA ITALIANA FATICA A RIPRENDERSI
L’industria italiana, quindi, fatica a riprendersi, nonostante qualche segnale di miglioramento su base mensile. Considerando gli ultimi i dati Istat relativi a novembre 2024, è vero che la produzione industriale destagionalizzata è aumentata dello 0,3% rispetto al mese precedente, ma il confronto con novembre 2023 racconta un’altra storia: il settore industriale italiano registra una diminuzione dell’1,5%, confermando la tendenza negativa.
Le maggiori difficoltà sono state riscontrate nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-15,5%) e nella produzione di mezzi di trasporto (-13,8%). La situazione generale è aggravata dall’aumento dei costi dell’energia e dalla crisi del mercato automobilistico, mentre le prospettive di ripresa restano incerte.
UNA TENDENZA EUROPEA IN CHIAROSCURO
La situazione italiana si inserisce in un contesto europeo altrettanto complesso. Sempre a novembre 2024, la produzione industriale nell’area euro, secondo Eurostat, è cresciuta dello 0,2% rispetto a ottobre, con aumenti significativi nei settori dei beni di consumo durevoli (+1,5%) e dell’energia (+1,1%). Su base annua, però, l’industria dell’Eurozona ha subito un calo dell’1,9%, mentre nell’intera UE la contrazione è stata dell’1,7%.
Gli incrementi mensili più rilevanti sono stati registrati in Belgio (+8,7%), Malta (+7,1%) e Lituania (+4,3%), mentre le peggiori performance appartengono a Irlanda (-5,8%), Lussemburgo (-3,9%) e Portogallo (-3,4%). L’Italia, con il suo +0,3%, si trova in una posizione intermedia.
PER BANKITALIA PEGGIORANO LE ASPETTATIVE ECONOMICHE DELLE IMPRESE
Ampliando lo sguardo, secondo l’ultima indagine della Banca d’Italia condotta tra novembre e dicembre 2024, i giudizi delle imprese italiane sull’economia generale sono peggiorati. La percentuale di aziende che esprime valutazioni negative è salita al 30%, rispetto al 21% del trimestre precedente. Solo il 5% degli intervistati ha riscontrato un miglioramento. Il deterioramento è diffuso in tutti i settori, con un indebolimento della domanda, soprattutto dall’estero e nei servizi.
Nonostante il pessimismo generale, le imprese prevedono un’espansione degli investimenti nella prima metà del 2025, pur ritenendo sfavorevoli le condizioni economiche. L’accesso al credito viene considerato stabile, mentre le imprese dichiarano di mantenere una posizione di liquidità soddisfacente e prevedono di non ridurre la forza lavoro.
DEBITO PUBBLICO OLTRE I 3MILA MILIARDI
A novembre 2024, il debito pubblico italiano ha superato i 3mila miliardi di euro, segnando un aumento di 23,9 miliardi rispetto al mese precedente. Questo incremento, come evidenziato da Bankitalia, è dovuto principalmente alla crescita delle disponibilità liquide del Tesoro (+20,9 miliardi) e al fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (+3,2 miliardi). L’istituto centrale sottolinea però che, per valutare lo stato di salute delle finanze pubbliche, è più rilevante la capacità del Paese di far fronte al debito piuttosto che il suo valore nominale.
All’orizzonte, è la previsione di Bankitalia, una stabilizzazione dei prezzi di vendita nell’industria e nei servizi, mentre nel settore delle costruzioni si registra una lieve diminuzione, pur rimanendo su livelli più alti rispetto ad altri comparti.