Tra promozioni e avvicendamenti coinvolti Eleonora Santi, Michele Samoggia, Antonio Mirabella Philip Morris Italia ha…
Quale è lo stato di salute del Made in Italy
L’export su base annua continua a crescere, con qualche ombra. Per il Made in Italy la sfida della competitività e della sostenibilità
L’Istat ha diramato pochi giorni fa i dati sull’export relativi al mese di luglio che ha fatto registrare un lieve calo su base mensile mentre ha mostrato una sostenuta crescita su base annua. Un incremento settorialmente e geograficamente diffuso, come ha evidenziato anche il Sole24Ore: “I progressi del made in Italy sono distribuiti in modo omogeneo tra Europa e aree extra Ue. Boccata di ossigeno per le nostre aziende che anche in termini settoriali è sufficientemente diffusa, con poche aree negative (pelle) che si confrontano con crescite importanti realizzate altrove. Anche a doppia cifra, come per alimentari, legno-carta e farmaceutica”.
NUMERI DA RECORD PER L’EXPORT ALIMENTARE
A salutare con enfasi questi numeri sono state in particolare le associazioni di categoria dell’alimentare, settore in cui l’export “cresce a luglio il doppio (+15,7%) rispetto al dato generale” come sottolineato da Coldiretti “conducendo il cibo made in Italy verso un nuovo record dopo i 64 miliardi in valore raggiunti lo scorso anno”. Anche Filiera Italia ha evidenziato la “performance da record per il nostro Made in Italy alimentare”, con i dati sul commercio estero che vedono il “food and beverage” italiano crescere a luglio il doppio rispetto alla media generale.
MADE IN ITALY, CONFARTIGIANATO: “CRISI PROFONDA, IN 6 MESI EXPORT CROLLA DI 1,8 MLD”
Chi non se la passa bene è il settore della moda che si trova in “crisi profonda” considerato che “in 6 mesi l’export crolla di 1,8 miliardi di euro”. A lanciare l’allarme è Confartigianato che evidenzia il peggioramento, nel corso dell’estate, degli indicatori del settore. Nei primi sei mesi del 2024 le imprese della moda hanno registrato un calo del 5,3% delle esportazioni, pari a una perdita di 1,8 miliardi di valore. In pratica, tra gennaio e giugno, le aziende hanno visto calare di 9,7 milioni di euro al giorno i ricavi da vendite all’estero. I crolli maggiori riguardano i mercati di Svizzera (-54,9%), Regno Unito (-9%) e Germania (-7,1%).
CALZATURIERA, NEL PRIMO SEMESTRE EXPORT IN CALO
Anche il settore calzaturiero nazionale archivia un primo semestre con una flessione sia nel fatturato (-9,1%) che nell’export (sceso del -8,5% in valore e del -6,8% in quantità nei primi 5 mesi). In forte calo anche l’indice Istat della produzione industriale (-19,5%). Questa la fotografia del comparto scattata dall’ultimo report realizzato dal Centro Studi Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici, che rileva inoltre un decremento degli acquisti delle famiglie italiane (-2,1% sia in volume che in spesa). Tante luci quindi per il made in Italy e l’export, con progressi diffusi in termini settoriali per le aziende italiane, ma anche alcune zone d’ombra.
PER IL MADE IN ITALY LA SFIDA DELLA SOSTENIBILITA’
Cosa fare dunque per rilanciare e rendere più attrattivi quei comparti della manifattura italiana che in questo periodo stanno pagando oltremodo la concorrenza delle aziende di altri Paesi? “Una sfida da cogliere, per aumentare la competitività e il ruolo internazionale delle nostre imprese, è senza dubbio quella legata all’ecodesign” afferma Matteo Tonon, presidente del Cluster tecnologico nazionale del Made in Italy, associazione riconosciuta dal Mur che può contare sulle più importanti associazioni datoriali, del mondo della ricerca e delle università, dei cluster territoriali, con particolare riferimento al tessile e all’arredo.
TONON (CLUSTER MINIT): “IL MADE IN ITALY PUO’ DIVENTARE ECCELLENZA NELL’ECODESIGN”
“La filiera della manifattura italiana – spiega – ha tutte le carte in regola per sfruttare le opportunità dei nuovi processi produttivi all’insegna della sostenibilità, anche in considerazione del nuovo regolamento europeo da poco entrato in vigore”. Le nuove norme sull’ecodesign rappresentano infatti una delle principali sfide del Made in Italy e del sistema produttivo nazionale del presente e del futuro.
Il Regolamento europeo sulla progettazione ecocompatibile (Espr) sprona tutta la filiera della manifattura italiana a farsi trovare preparata per raccogliere e sfruttare le opportunità dei nuovi processi produttivi all’insegna della sostenibilità. “Come Cluster – conclude Tonon – siamo fortemente impegnati a promuovere e accelerare la progettazione e la produzione sostenibile ed ecocompatibile dei prodotti, vogliamo che il made in Italy diventi un’eccellenza anche nell’ecodesign”. La sfida è lanciata.