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Quale sarà il futuro di Mfe per Mediaset?

Mediaset Vivendi Agcom

Dalla Spagna brutte notizie per il progetto di Mediaset con Mfe (MediaForEurope). Il Tribunale di Madrid che ha confermato la sospensione cautelare respingendo il ricorso di Mediaset España e sposando la richiesta di Vivendi. L’articolo di Carlo Terzano per Start

«La richiesta legale di Vivendi accolta oggi dal Tribunale di Madrid ha causato un grave danno a Mediaset, alla controllata spagnola Mediaset Espana, a tutti gli azionisti delle due società oltre che a tutto il sistema televisivo europeo». Mediaset incassa la decisione della Corte di Madrid, che ha confermato la sospensione cautelare dell’operazione MediaForEurope respingendo il ricorso della controllata Mediaset Espana. Ma annuncia battaglia: «Poiché la nascita di nuovo broadcaster paneuropeo è oggettivamente resa sempre più indispensabile dal nuovo scenario economico, Mediaset ripresenterà al più presto su nuove basi l’operazione MediaForEurope».

MEDIAFOREUROPE, COSA È SUCCESSO

Con la decisione di respingere il ricorso di Mediaset Espana e confermare  la sospensione cautelare dell’operazione MediaForEurope, il tribunale spagnolo ha dato ragione a Vivendi, difesa da Giuseppe Scassellati e Ferdinando Emanuele di Cleary Gottlieb. Il tribunale aveva bloccato l’operazione lo scorso autunno e avverso quella decisione si era mossa appunto Mediaset Espana che col suo ricorso chiedeva di togliere la sospensione cautelare alla luce delle modifiche approvate allo statuto della holding olandese nella quale si sarebbero dovute fondere Mediaset e Mediaset Espana. Una decisione che contrasta con quella del giudice italiano e che blocca il progetto dei Berlusconi (leggi anche: Ecco come e perché Mediaset e Vivendi battibeccano).

MEDIASET: VIVENDI PROVA A BLOCCARE IL NOSTRO SVILUPPO

Battagliera Mediaset che, nell’ultimo periodo, proprio in vista dell’operazione di carattere europeo, ha iniziato un martellante tamtam mediatico. Da Cologno il Biscione sibila che ogni tentativo posto in essere da Vivendi di bloccare lo sviluppo del Gruppo «non andrà a buon fine: poiché la necessità di un’unione televisiva europea è resa ancora più urgente dalla crisi di mercato generata dal Covid, Mediaset proseguirà nel progetto di sviluppo internazionale che verrà presto ripresentato seguendo una nuova strada. Con un assetto che garantisca sempre gli indispensabili vantaggi industriali e assicuri una governance solida e definita. In modo da evitare tranelli e capricci di chi è interessato solo a manovre finanziarie strumentali».

MEDIAFOREUROPE, COSA SUCCEDE ORA

In vista di eventuali repliche giudiziarie della famiglia Berlusconi, resta ora da capire cosa ne sarà del progetto MediaForEurope che, come traspare dalla nota trasmessa dal Gruppo milanese, non verrà certo abbandonato. Ma allo stato attuale non può nemmeno essere portato avanti, per lo meno non alle condizioni che avrebbe voluto Mediaset. Su tutto ciò incombe poi la decisione della Corte europea prevista per inizio settembre, adita dalla società di Vincent Bolloré perché cassi la parte del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici italiano che vieta a un singolo gruppo di concentrare più del 10% di Telecom Italia e al contempo una quota superiore al 10% di Mediaset. Anche qui il terreno per i Berlusconi è accidentato: l’avvocato generale ha infatti proposto alla Corte di censurare la normativa italiana oggi solo ostacolo nella corsa di Vivendi per acquisire il 28% del capitale del Biscione, ritenendola in conflitto col diritto dell’Unione (articolo 49 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea – TFUE).

CHE COSA SCRIVE REPUBBLICA

Cosa cambia dopo la decisione del Tribunale di Madrid? “Il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi resta però determinato ad andare avanti con Mfe: una holding che controlli – oltre alle tv italiane e spagnole di Mediaset – altre emittenti del Vecchio continente che potranno aggiungersi. Solo che per farlo dovrà trovare una strada diversa di quella annunciata agli investitori lo scorso giugno – ha scritto il quotidiano la Repubblica – La via che porterà Cologno a stabilire la sua sede legale ad Amsterdam, secondo fonti vicine ad Arcore, non passa però da un’Opa: né sulla tedesca Prosieben (di cui direttamente e indirettamente controlla il 24,1%) né su Mediaset Espana (56% di Mediaset). Nessuno in casa Berlusconi vuol poi sentire parlare di un accordo con i francese (soci al 28,8%), i quali per Arcore sono i responsabili di tutti i guai di Mediaset degli ultimi quattro anni”. Conclude Repubblica: “Senza un’Opa e senza un accordo con Vivendi, l’unica strada percorribile per Mediaset sembra quella di trasferirsi da sola in Olanda, sperando che poi i soci di minoranza dell’ex Telecinco, di Prosieben e delle altre emittenti Ue con cui Berlusconi ha trattato in questi mesi (tra cui i Bouygues di Tf1), decidano di aderire comunque e spontaneamente alla nascita del polo europeo delle tv commerciali. Con buona pace di Vivendi, che con il voto multiplo olandese non potrebbe far valere il suo potere di veto.”.

PIANO B PER MEDIASET SECONDO IL SOLE 24 ORE

Quel che in casa Mediaset viene dato per scontato ora è l’avvio di un piano B, ha scritto ieri il Sole 24 Ore: “Che potrebbe passare ad esempio dallo spostamento in Olanda delle partecipazioni (compresa quella nella tedesca Prosiebensat) senza fusioni transfrontaliere (e senza takeover). Di sicuro ieri il colpo è arrivato anche un po’ inatteso per Mediaset, che aveva avuto un ok dal giudice italiano e un inciampo in Olanda (sospensione fino all’1 settembre dopo un primo ok) che però si pensava di superare. Il niet spagnolo impone di cambiare i piani”.

 

Articolo pubblicato su Startmag.it

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