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Quel pasticciaccio brutto dei vertici Rai (scelti da M5s e Lega)

Rai Censura

Non si fermano le polemiche contro i vertici Rai scelti dal Governo Conte I. Prima lo scandalo della censura a Morra, poi il caso della vecchia intervista a Luca Varani programmata (e poi ritirata in extremis) nel giorno contro la violenza sulle donne. Gualtieri e Zingaretti pensano già a una nuova governance della Tv pubblica italiana

Il mandato dei vertici Rai si appresta a finire tra le bufere. L’attuale Consiglio di amministrazione terminerà il proprio lavoro nel giugno 2021 e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha già stabilito che l’ad Fabrizio Salini non sarà né prorogato né rinnovato. Coinvolto nelle polemiche anche il presidente Rai Marcello Foa.

IL PD E IL RINNOVAMENTO DELLA RAI

Gualtieri, come riporta Repubblica, aveva detto: “Negli ultimi anni il bilancio ha registrato risultati netti negativi pari a 34 milioni nel 2018 e a 35 milioni nel 2019. Bisogna voltare pagina e rilanciare l’azienda”. Il Ministro aveva inoltre aggiunto di essere già al lavoro “per una nuova governance della Rai”. Della stessa opinione il segretario del Pd, Nicola Zingaretti: “Per la Rai serve un amministratore delegato esterno, un nome di alto profilo” che in parole povere significa: nessuna proroga ai vertici Rai attualmente in carica.

IL CASO MORRA

Il senatore grillino Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, dopo essere stato travolto dalle polemiche per le dichiarazioni su Jole Santelli e sulla Calabria, è stato censurato dai vertici Rai (e del M5s?) che ne hanno bloccato la partecipazione alla trasmissione Titolo V di Rai3. La decisione di imbavagliare Morra ha generato un’ondata di indignazione da parte di tutte le forze politiche contro la Rai per una censura che sembra senza precedenti. La televisione pubblica, dopo le prime polemiche, si è giustificato dicendo che Morra è stato “escluso per evitare polemiche” – facendo poi seguire un secondo invito riparatore.

IL CASO VARANI

Nemmeno il tempo di frenare le polemiche sul caso Morra che è arrivato un altro scandalo per la Rai e per i suoi vertici: il rilancio in occasione della giornata contro la violenza sulle donne dell’intervista (del 2016) a Luca Varani, il mandante dell’agguato a Lucia Annibali. Intervista poi precipitosamente ritirata all’ultimo momento ma che lascia aperto il dilemma su chi mai avesse deciso ai vertici della programmazione Rai di riproporre quel servizio. La denuncia è arrivata da Michele Anzaldi, parlamentare di Italia Viva e membro della Commissione vigilanza Rai.

LA DENUNCIA DI ANZALDI

Anzaldi ha scritto, in un lungo post su Facebook, che “La ricostruzione della vera vicenda dell’intervista di Franca Leosini a Varani mostra quanto sia incomprensibile, sbagliata e irrispettosa la scelta di ri-trasmettere quella triste pagina di tv proprio alla vigilia della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Dare voce allo sfregiatore condannato serve solo a rinnovare la sofferenza nella vittima e in tutte le vittime di violenza. Che c’entra, peraltro, un fatto di cronaca del genere con una rete culturale come Rai Storia? Dopo un caso del genere è ancora più doveroso pensare di rivedere la Concessione alla Rai: si mettano a gara singole missioni del servizio pubblico, si dia il canone a chi davvero garantisce il servizio, magari dividendolo in più lotti. Se a garantire più informazione è La7 si dia una parte di canone a La7. Se a fare cultura è Sky Arte, si dia il canone una parte di Sky Arte. Se a trasmettere il teatro è Rete 4, si dia una parte di canone a Mediaset. Basta con le rendite garantite a una Rai che ha smesso da tempo di fare davvero servizio pubblico”.

LA CILIEGINA SULLA TORTA: LA PROMOZIONE A GIUSEPPE SANGIOVANNI

A tutto questo sia aggiunge la denuncia dalla portavoce della Conferenza delle donne democratiche, Cecilia D’Elia: “Nell’infinita serie di nomine che è diventata la Rai della fine gestione Salini, apprendiamo che l’amministratore delegato ha appena nominato alla direzione Pubblica utilità Giuseppe Sangiovanni, toccato dalla cosiddetta vicenda Vallettopoli che fu una brutta pagina della Rai di qualche anno fa”. Sangiovanni, ai tempi vicedirettore delle risorse tv Rai, nell’inchiesta Vallettopoli del 2006, fu infatti indagato per concussione sessuale e poi prosciolto – insieme a Salvatore Sottile, all’epoca portavoce dell’ex vicepresidente del consiglio, Gianfranco Fini.

“Non solo – prosegue D’Elia – avalla a Rai2 nomine di vicedirettori uomini. Per non farsi mancare nulla sceglie anche uno dei protagonisti di Vallettopoli per promuoverlo a capo di un un’importante direzione Rai. Chiediamo a Salini di riconsiderare, visti anche i recenti inciampi di direzione aziendale, l’opportunità di questa scelta”.

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