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Chi è Giampaolo Rossi, il nuovo (già vecchio) amministratore delegato Rai

Rossi Rai

Rossi ha tre anni pieni di mandato davanti a sé come ad Rai. Nella staffetta, è stato indicato Roberto Sergio come dg

L’epopea sulle nomine Rai è finita come doveva finire, almeno per quanto riguarda il ruolo di amministratore delegato. Giampaolo Rossi era il predestinato già dal 15 maggio 2023, quando l’ex capo azienda, Roberto Sergio, lo nominò direttore generale.

ROSSI, IL PREDESTINATO AD DELLA RAI

Nel 2018 è stato eletto la prima volta nel Cda Rai su indicazione di Fratelli d’Italia. Tre anni dopo, però, non venne riconfermato in Cda, suscitando le vivaci proteste di Giorgia Meloni anche per l’esclusione di FdI dal Consiglio di amministrazione.

Adesso Rossi assume l’incarico operativo più importante a Viale Mazzini, con tre anni pieni di mandato davanti a sé e un consiglio di amministrazione espresso dalla nuova maggioranza a sostenerlo. Un nome, il suo, nuovo come amministratore delegato ma per certi versi già vecchio, essendo da anni al centro (anche delle polemiche) del servizio pubblico dell’informazione.

In nome del patto della staffetta, Rossi ha scelto Sergio come dg. Mentre come presidente è stata nominata Simona Agnes, in attesa del via libera della commissione di Vigilanza Rai.

IL PROFILO DI GIAMPAOLO ROSSI

Nato a Roma nel 1966, laureato in Lettere presso l’Università “La Sapienza” di Roma, di formazione storico-umanistica, il nuovo ad Rai ha maturato molteplici esperienze professionali nell’industria dei media ed in particolar modo nell’innovazione dei linguaggi, delle nuove tecnologie con particolare riferimento alla trans-medialità. Dal 2004 al 2012 è stato Presidente di Rainet la società del gruppo Rai che ha sviluppato l’intera offerta web del Servizio Pubblico radiotelevisivo.

Da anni si occupa di formazione legata all’industria dei media; è Direttore del Master in Media Entertainment presso la Link Campus University e Presidente del Consiglio Direttivo di Polis, la scuola di formazione politica della stessa università, dove dirige il corso sui Nuovi linguaggi della politica. Dal 2009 al 2016 ha insegnato Teorie e tecniche dei linguaggi cross-mediali presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

È stato Digital Consultant presso la Direzione di RadioRai.Nel 2012 ha co-fondato Greater Fool Media Srl, uno dei principali Multimedia Channel italiani. Ha svolto attività di consulenza media per diverse aziende. Ha più volte ricoperto l’incarico di consigliere d’amministrazione dell’Istituzione Biblioteche di Roma, il più grande sistema bibliotecario italiano, sviluppando progetti per la multimedialità legati alla lettura e alla scrittura.

Svolge collaborazioni saltuarie con ‘Il Giornale’. Nel dicembre 2018, dopo pochi mesi dall’elezione nel Cda Rai, è divenuto membro del Consiglio di Presidenza di Confindustria Radiotelevisioni. Da febbraio a luglio 2019 ha ricoperto l’incarico di consigliere di amministrazione di Rai Pubblicità.

IL RITRATTO DEL CORRIERE DELLA SERA

Ecco alcuni stralci del ritratto di Antonella Baccaro sul Corriere della Sera: “Visto così, nei suoi attuali panni (gessati di sartoria napoletana), pipa nel taschino, Giampaolo Rossi, 58 anni, romano e romanista, neoamministratore delegato della Rai, meloniano in purezza, ha ben poco del giovane che, a 15 anni, entrava nel Fronte della gioventù, ispirato dal nonno mazziniano a difendere i «valori della Patria». E neanche dello studente, cresciuto nella sede del Movimento sociale di Colle Oppio, con compagni di università come Alessandro Giuli, Pietrangelo Buttafuoco, Angelo Mellone, impegnato a filosofeggiare, senza però disdegnare di affrontare a petto in fuori i centri sociali.

(…) Raffigurato come il «male assoluto» dai nemici, Rossi in questi 18 mesi ha fatto ben poco per sottrarsi alla fama di uomo ombroso. Di comparire, poco gli importa: «Il vero potere non vive nella luce» motteggia, forse riferendosi a sé stesso. Tra i suoi nemici giurati figurano ancora quelli che sul blog chiamava senza girarci intorno «l’intellettuale impegnato», «il volontario delle ong con i soldi di Soros», «il fighetto radical chic con il c… degli altri»”.

(…) Oratore ancora timido, i suoi discorsi sono infarciti di divagazioni letterarie. E sì, tra i suoi idoli c’è Tolkien, e anche D’Annunzio. Ma tra i riferimenti che non ti aspetti c’è l’astrologia psicanalitica di Carl Gustav Jung, di cui cita a memoria gli archetipi, che corrispondono ai segni zodiacali. Ragion per cui è meglio non svelargli il proprio” conclude la giornalista Baccaro.

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