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Rai, ruolo (e polemiche) al tempo del coronavirus

In commissione Vigilanza Rai audizione del presidente Foa e dell’amministratore delegato Salini. Bagarre sullo spazio dato a Meloni e a Salvini dopo la conferenza stampa di Conte del 10 aprile
L’Italia “è stato il primo Paese europeo ad essere colpito dal coronavirus e la Rai è stato il primo servizio pubblico ad essere costretto ad affrontare l’emergenza”. Il presidente Marcello Foa si è presentato in commissione Vigilanza Rai insieme all’amministratore delegato Fabrizio Salini per parlare di come Viale Mazzini ha affrontato e sta affrontando l’emergenza coronavirus che ha messo in luce “professionalità e dedizione” dei suoi dipendenti molti dei quali “si sono convertiti al telelavoro, con grande senso di appartenenza”.
Foa ha aggiunto che l’azienda “ha collaborato attivamente con i partner europei da cui siamo stati sollecitati affinché si facesse da caposcuola per tutti i servizi pubblici europei e i riscontri che abbiamo ricevuto sono molto lusinghieri. Siamo stati sollecitati anche da parte dei colleghi delle tv pubbliche asiatiche a trasmettere loro in diversi seminari la nostra esperienza”. Tutto ciò “si è tradotto a livello internazionale in un ritorno di immagine molto importante per la Rai e per il Paese”.
L’audizione, iniziata verso le 20.30, si è protratta per circa tre ore e ha riservato spazio a un confronto, piuttosto acceso, tra i vertici della Rai e i parlamentari che — su opposti schieramenti — hanno criticato Viale Mazzini per come ha gestito il “dopo” conferenza stampa del 10 aprile scorso, quando il presidente del Consiglio ha tirato in ballo i leader di Lega e Fratelli d’Italia sul Mes e sull’Ue.
LE TASK FORCE IN RAI
Salini ha ricordato che “per poter far fronte all’emergenza siamo intervenuti sabato 22 febbraio costituendo una task force aziendale permanente, punto di contatto per qualsiasi necessità e per le indicazioni su smart working, sanificazione e programmi. La task force ha finora risposto a 13.500 richieste operative, ha fornito 83 disposizioni, e proceduto a sanificazioni per 600mila metri cubi”.
Inoltre in Rai “abbiamo subito costituito una commissione anti fake news formata da virologi e medici per fornire un’informazione puntuale e scientificamente comprovata. La task force è coordinata da Antonio Di Bella”.
CULTURA E SCUOLE
I vertici Rai hanno anche parlato di quanto fatto da Viale Mazzini per gestire l’informazione in queste settimane. “In considerazione della mutata platea del pubblico, più ampia del consueto e con nuove esigenze, abbiamo potenziato l’offerta culturale e quella rivolta ai ragazzi delle scuole, raccogliendo le sollecitazioni provenienti dalla stessa commissione Vigilanza e di intellettuali, del mondo della scuola, cinema, teatro, opera, arte. Inoltre ci siamo sforzati di non trascurare forme di intrattenimento, in considerazione dell’attuale momento e dell’impatto psicologico prodotto dalla crisi” ha detto Foa sottolineando che si tratta di “un impegno che abbiamo declinato non solo sui canali televisivi ma anche radiofonici e sulle nostre piattaforme digitali, tutelando e preservando la salute dei nostri collaboratori con risultati molto confortanti”.
In particolare, per quanto riguarda la scuola, per Salini la Rai “ha elaborato un programma articolato su tutte le piattaforme che consente a milioni di bambini e ragazzi di conoscere una modalità di approfondimento e apprendimento diversa da quella tradizionale”.
Quello che se ne evince, hanno spiegato, è che la Rai può essere “punto di riferimento per strutturare la ripresa dell’attività culturale in Italia” e dunque occorre darle “un ruolo centrale nel difendere e sostenere il settore culturale, dando garanzia di certezza e continuità”.
GUARDANDO AL FUTURO
Per quanto riguarda il futuro, Salini ha sostenuto che “in questi giorni” a Viale Mazzini si sta “lavorando costantemente con l’obiettivo di arrivare nel più breve tempo possibile a far ripartire, fermo restando il rigoroso rispetto delle misure di sicurezza, i programmi che siamo stati costretti a sospendere o rinviare”. L’ad ha poi suggerito che “per dare risposte concrete a tutte le componenti della filiera produttiva editoriale ed audiovisiva del nostro Paese, che si trovano oggi in grande difficoltà e spesso in una situazione di vera e propria sofferenza” occorrerebbe “lavorare sulla definizione di un piano straordinario di intervento che faccia del servizio pubblico il punto di riferimento in grado di supportare in modo strutturato la ripresa delle attività”.
Secondo Salini “l’indirizzo strategico della Rai è di svolgere ancora di più un ruolo centrale e determinante nel difendere, sostenere e rilanciare il settore culturale dando una garanzia di certezza e continuità. La Rai è in prima fila nello sforzo di mantenere il ruolo di volano in un passaggio critico come questo puntando sullo sviluppo della creatività. Sono convinto che la Rai se messa nelle condizioni di muoversi con efficacia ed efficienza possa svolgere questo compito con responsabilità, solidità e affidabilità”.
In sede di replica, rispondendo a una domanda di Valeria Fedeli (Pd), l’amministratore delegato ha parlato del piano industriale che non considera “un reperto archeologico” sebbene abbia “subito un rallentamento che, per esempio, non ha coinvolto la creazione della direzione documentari e non fermato il job posting per i nuovi formati. Tengo a sottolineare che nel piano industriale viene sottolineata la valorizzazione delle risorse Rai”. Sempre in ambito di ottica futura Salini ha evidenziato che “questo periodo drammatico ci ha aperto a una ridefinizione del settore della didattica. Sicuramente il tema della scuola e della didattica sui canali broadcast è assolutamente rilevante, perché la tv tradizionale arriva ovunque. Credo che tutte le iniziative messe in campo debbano rappresentare uno stimolo per fare di più e meglio, ma dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto, anche per i tempi in cui l’abbiamo fatto”.
LO SCONTRO SULLA RISPOSTA DELLA RAI ALLA CONFERENZA STAMPA DI CONTE
Si è poi rischiata la bagarre nella seconda parte dell’audizione. Al centro dello scontro tra maggioranza e opposizione la replica fornita dai tg della Rai alla conferenza stampa di Giuseppe Conte del 10 aprile scorso. Tutto era nato dalla lettera di Alberto Barachini, presidente della Vigilanza di Forza Italia, mandata all’indomani della diretta ai vertici di Viale Mazzini. “Chiedere un riequilibrio rientra nelle mie prerogative — ha puntualizzato ieri sera — ed era mio preciso dovere farlo, lasciando alla Rai il modo e i termini in cui metterlo in atto”.
A seguito della sua missiva, il giorno dopo il Tg1 ha dato ampio spazio, circa 3 minuti a testa, a Salvini e a Meloni. “Ho ricevuto la lettera del presidente Barachini e l’ho inoltrata ai direttori delle testate che avevano trasmesso la conferenza stampa di premier Conte, Carbone e Di Bella, e loro nella loro autonomia hanno valutato quale dovesse essere la replica” ha risposto Salini ai parlamentari in commissione Vigilanza, aggiungendo: “Non mi è arrivata nessuna richiesta di leader di partito o altri leader politici”.
Dure in particolare le parole del vicepresidente della Vigilanza Rai Primo Di Nicola (M5S): “Presidente Foa, lei avrebbe dovuto respingere la lettera personale inviata dal presidente Barachini, invece con aria compiaciuta ha messo un timbro notarile sull’intera operazione” ha tuonato. “Io ho votato la sua elezione e in qualche occasione ho difeso il suo operato — ha evidenziato —, ma si ricorderà che dissi che l’avrei giudicata in base al suo operato”.
“Rivendico il mio ruolo di presidente di garanzia Rai” ha detto dal canto suo Foa evidenziando di non aver avuto alcuna interlocuzione con i direttori delle testate — Tg1 e RaiNews — che nei loro spazi informativi hanno mandato in onda le repliche di Salvini e Meloni.
Di Nicola ha poi ricordato il servizio del Tg1 di Stefania Battistini su Alzano lombardo durante il quale la giornalista ha intervistato un primario con il volto coperto: “La cosa incredibile è che di fronte a un servizio ben fatto, vero, davanti ad attacchi politici il presidente di garanzia della Rai non abbia ritenuto di difendere l’operato della giornalista e del direttore ma se n’è dissociato facendo lezioni sulle fonti anonime”.
Attacchi a Foa pure dal Pd con Francesco Verducci e Davide Faraone che hanno sottolineato: “In questa fase di emergenza ci sono sei milioni più di persone secondo Eurobarometro che seguono la tv, ma la gran parte di questi si rivolgono alla tv commerciale”.
Dall’opposizione, invece, critiche nei confronti del direttore del Tg1. Così il capogruppo della Lega, Paolo Tiramani, ha sottolineato che “la gestione Carboni è disastrosa sia per la programmazione sia per dati di share, i peggiori della storia della Repubblica, per il tg dell’ammiraglia Rai. Perché Antonio Di Bella non viene coinvolto nel progetto di rilancio? Da chi dipende Carboni? Da Rocco Casalino…”. Accuse anche al Nazareno: “Chiedete che la politica stia fuori dalla Rai e poi venite qua a raccomandare in diretta streaming i vostri amici?” ha detto rivolgendosi a Valeria Fedeli che aveva chiesto a Salini se ci fosse “intenzione di valorizzare tutte le risorse della Rai, anche quelle che sono lì a disposizione e che avevano precedenti incarichi”.