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Recovery Fund: il piano di Gentiloni per l’Italia

Recovery Fund Gentiloni

Il Commissario europeo per l’economia Gentiloni dà la linea su come spendere gli aiuti del Recovery Fund: no a riduzione tasse, sì a sostenibilità sociale, transizione ambientale, digitalizzazione, riforma della pubblica amministrazione (e Mes)

Il Commissario europeo per l’economia, Paolo Gentiloni, nell’audizione di ieri presso le commissioni riunite Bilancio e Politiche dell’Unione europea di Camera e Senato, è intervenuto sull’individuazione delle priorità nell’utilizzo del Recovery Fund. “Non siamo di fronte a una ripresa a V, ma di fronte a una fase rilancio delle economie con un clima di incertezza – e anche l’Italia, che ha reagito bene all’emergenza sanitaria, è alle prese con l’incertezza”.

LE SCADENZE

Le prime risorse del Recovery Fund arriveranno nel primo semestre del 2021, dopo che la Commissione Ue avrà valutato le proposte dei vari governi. Bruxelles attende i piani nazionali che ciascun Paese dovrà presentare in via informale entro il 15 ottobre e in via definitiva l’anno prossimo. Da quel momento in poi, la Commissione avrà 8 settimane di tempo per esaminarli e per poi chiedere al Consiglio europeo di approvarli, cosa che gli Stati membri dovranno fare entro 4 settimane.

IL PIANO DI RIPRESA NON SIA “LISTA DELLA SPESA”

Gentiloni ha ricordato che la Commissione Ue ha chiesto di presentare un programma che indichi riforme e investimenti necessari e non una “lista della spesa”. “La Commissione non è un intermediario finanziario per raccogliere soldi sui mercati e trasferirli a scatola chiusa ai governi ma ha l’obbligo di verificare le priorità comuni e un mix di riforme e investimenti”.

FARE SCELTE CORAGGIOSE ORA O MAI PIÙ

Secondo Gentiloni è questa l’occasione giusta (e forse l’ultima) per l’Italia di fare scelte coraggiose rimandate per troppo tempo, si tratta di “una proposta senza precedenti che costituisce grandi opportunità ma anche grandi responsabilità”. Oggi le risorse e lo spazio di bilancio per affrontare i problemi ci sono ma “serve il coraggio di scegliere e di guidare questa ricostruzione: o lo facciamo oggi o sarà difficile farlo in un’altra occasione. Questa è la grande responsabilità che ha il governo ma anche il Parlamento. Sono fiducioso che l’Italia abbia le capacità per essere all’altezza di questa sfida”.

NO A RIDUZIONE TASSE

Il Commissario europeo per l’economia, rispondendo alle domande dei parlamentari delle commissioni riunite, ha chiarito che i finanziamenti non devono essere pensati come una possibilità per tagliare le tasse: “Guai pensare che usiamo i 200 miliardi per ridurre le tasse, sarebbe davvero un messaggio sbagliato”.

SÌ A SOSTENIBILITÀ E DIGITALE

Gentiloni ha sottolineato che tra le priorità comuni individuate ci sono sicuramente la transizione ambientale, la sostenibilità sociale e la transizione digitale. Secondo il principio stabilito a luglio del “Do no harm” (‘Non fare danni’), infatti il 35% delle risorse del ‘Recovery and resilience facility’ deve essere destinato alla transizione e alla sostenibilità ambientale. Ha poi ribadito le parole chiave che non devono mancare nel programma: “Digitalizzazione, riforma della pubblica amministrazione, giustizia civile, pagamenti digitali, scuola, ricerca, innovazione, cultura, aumento del tasso di occupazione soprattutto per le donne, i giovani e al Sud. E poi sostenibilità ambientale e sanità”.

SÌ ANCHE AL MES

Gentiloni, che si dice favorevole al tanto discusso Mes, ha ricordato infatti che il Next generation Eu approvato dal Consiglio europeo di luglio non sarà disponibile prima della metà del 2021. Quindi, se il governo vuole soldi subito, ha come unica opzione il fondo Salva-Stati, di oltre 36 miliardi per l’Italia. “Il Mes è fondamentale per rafforzare la resilienza dei sistemi sanitari. Le condizionalità ‘macroeconomiche’ che hanno caratterizzato la crisi precedente sono state eliminate per queste linee di credito straordinarie destinate alla sanità”.

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