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Reddito cittadinanza, ecotassa, Quota 100. I ritardi del governo

Legge Di Bilancio Famiglia

Sbarca oggi nell’Aula del Senato il decretone che contiene le due misure più importanti della Legge di Bilancio e del governo gialloverde, Reddito di cittadinanza e Quota 100. Ma si tratta anche delle due misure previste dalla manovra – insieme a quelle sulle auto ecologiche – per cui si registra il maggiore ritardo nei tempi di attuazione.

I TEMPI DEL DECRETONE

Il cosiddetto decretone, oltre a Reddito e Quota 100, contiene anche la proroga di altre due possibilità per l’uscita anticipata dal mondo del lavoro, ossia Opzione Donna – per le lavoratrici nate entro il 1960 – e l’Ape social per cui ci sono gli stessi requisti del 2018. Il provvedimento ha iniziato il suo percorso parlamentare il 4 febbraio scorso in commissione Lavoro a Palazzo Madama da cui è uscito giovedì 21 febbraio. Dopo il Senato il decretone andrà in commissione Lavoro alla Camera e poi passerà al vaglio dell’Aula di Montecitorio. La conversione come al solito deve essere conclusa entro 60 giorni.

REDDITO DI CITTADINANZA

Ai nastri di partenza il Reddito di cittadinanza, divenuto la bandiera del Movimento Cinque Stelle al governo. Dal 6 marzo si può fare richiesta per ottenerlo e ad aprile, il ministro del Lavoro e vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio lo ha assicurato più volte, arriveranno i primi sussidi ma ancora non sono state stipulate le convenzioni con i Caf, uno dei due canali – oltre alle Poste – con cui si può richiedere il sussidio. Neppure sono stati firmati gli accordi con le Regioni che sono chiamate a dare il loro parere nelle assunzioni dei “navigator”, le figure che accompagneranno i beneficiari del Reddito nella ricerca di un lavoro. Per questi tutor sono stati stanziati 500 milioni per tre anni.

QUOTA 100

Altro capitolo in attesa è quello relativo a Quota 100, la misura “manifesto” della Lega in Legge di Bilancio, grazie alla quale si può anticipare l’uscita dal mondo del lavoro se si hanno 62 anni di età più 38 di contributi. Al momento le richieste presentate – e non è detto che vengano tutte accettate dall’Inps – sono state parecchie, alla scorsa settimana oltre 65 mila come ha detto a Policy Maker il deputato 5S Alessandro Amitrano. Una buona fetta è rappresentata da lavoratori del Sud e da dipendenti pubblici, forse non proprio le categorie cui puntava il Carroccio con questa misura nata per superare la legge Fornero.

AUTO ECOLOGICA

Scattano dal 1° marzo sia l’eco-tassa sia l’eco-bonus per chi acquista un’auto nuova. Con l’eco-tassa si prevedono penalizzazioni per le auto ad alta emissione di anidride carbonica – da 1.100 euro sopra i 160 grammi per chilometro fino a 2.500 euro sopra i 250 grammi -, con l’eco-bonus incentivi per chi sceglie veicoli elettrici o ibridi rottamando i vecchi. In particolare gli sconti possono arrivare fino a un massimo di 6 mila euro per chi dismette auto da Euro 1 a Euro 4 con emissione fino a 2 grammi per chilometro; senza la rottamazione invece l’assegno ammonta a 4 mila euro. Il problema di queste due misure – da notare che lo stanziamento del governo per l’eco-bonus al momento è diminuito a 20 milioni a fronte dei 60 milioni previsti all’inizio – è che senza i relativi decreti attuativi c’è molta confusione. Ad esempio nel caso dell’eco-tassa ancora non è chiara la modalità di pagamento, che se avvenisse tramite bollo sarebbe peraltro a rischio evasione. Sul fronte dell’eco-bonus, invece, non si sa ancora se si potrà usufruirne all’atto dell’ordine del veicolo o dell’immatricolazione.

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