Le elezioni amministrative e poi i cinque referendum (quattro su materie relative al lavoro e uno sulla cittadinanza): i contenuti e le novità del voto ai fuori sede
Domenica 25 e lunedì 26 maggio 2025 si terranno elezioni amministrative in 117 comuni (31 comuni superiori a 15.000 abitanti e 86 comuni pari o inferiori a 15.000), tra questi il capoluogo di Regione Genova e i capoluoghi di provincia Matera, Ravenna e Taranto. Gli eventuali ballottaggi si terranno domenica 8 e lunedì 9 giugno.
In concomitanza del secondo turno delle amministrative si terranno le consultazioni per i cinque referendum abrogativi.
ELECTION DAY NON VALE PER I REFERENDUM
La scelta di accorpare i referendum al secondo turno (eventuale) ha destato non poche polemiche tra i comitati promotori, secondo i quali tale decisione penalizzerebbe la partecipazione che sarebbe stata più incentivata, invece, se fossero stati fissati per le date del 25 e 25 maggio.
“I referendum si terranno l’8 e il 9 giugno e la scelta di questa data da parte del governo dimostra tutta la paura che l’esecutivo ha per il voto, perché tra le due possibilità è stata scelta quella più sfavorevole alla partecipazione popolare – ha detto Riccardo Magi (segretario di +Europa) -. Noi avevamo richiesto che l’abbinamento fosse con il primo turno delle elezioni Amministrative, quindi un referendum day il 25 e 26 maggio”.
Tuttavia, come esplicita il dossier “Disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell’anno 2025“, la possibilità di concentrare le elezioni in un’unica data, introdotta in via generale del decreto-legge n. 98 del 2011 (all’articolo 7), non riguarda anche i referendum ma prevede, invece, “la contestualità delle consultazioni referendarie tra loro, qualora nel medesimo anno debba tenersi più di
un referendum abrogativo”.
I CINQUE REFERENDUM ABROGATIVI PER I QUALI POSSONO VOTARE ANCHE I FUORI SEDE
I cittadini potranno esprimersi su cinque referendum abrogativi che, dunque, potrebbero cambiare la disciplina in materia di lavoro e di conferimento della cittadinanza.
Come riporta il portale del Ministero dell’interno i quesiti referendari riguardano:
- «Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione»;
- «Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale»;
- «Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi»;
- «Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione»;
- «Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana».
I FUORI SEDE: QUALI SONO LE NOVITÀ
Il decreto-legge 19 marzo 2025, n. 27, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell’anno 2025, all’articolo 2 introduce una novità nella disciplina dell’esercizio del voto da parte degli elettori ‘fuori sede’, per le prossime consultazioni referendarie.
Una disciplina “sperimentale” che fa seguito all’introduzione del voto dei ‘fuori sede’ introdotta nel decreto-legge n. 7 del 2024 (cfr. il suo articolo 1-ter, inserito dietro iniziativa parlamentare).
CHI SONO GLI ELETTORI FUORI SEDE
Ma chi sono gli elettori “fuori sede”? Sono elettori che per motivi di studio, lavoro o cure mediche
sono temporaneamente domiciliati, per un periodo di almeno tre mesi nel quale ricade la data di svolgimento delle predette consultazioni referendarie, in un Comune situato in una Provincia diversa da quella in cui si trova il Comune nelle cui liste elettorali sono iscritti.
COME SI ESERCITA DIRITTO DI VOTO “FUORI SEDE” PER I REFERENDUM
Per i referendum del 2025 a questi elettori è permesso di esercitare ‘fuori sede’ il diritto di voto. L’esercizio del voto ‘fuori sede’ è su domanda, da presentare al Comune di temporaneo domicilio almeno trentacinque giorni prima della data prevista per lo svolgimento della consultazione (dunque entro il 4 maggio), e può essere inoltrata: personalmente, tramite persona delegata o “mediante l’utilizzo di strumenti telematici”.
La domanda di esercizio ‘fuori sede’ del diritto di voto referendario deve contenere:
- l’indirizzo completo del temporaneo domicilio;
- ove possibile, un recapito di posta elettronica;
- copia di un documento di riconoscimento in corso di validità;
- copia della tessera elettorale personale;
- la certificazione o altra documentazione attestante la condizione di elettore ‘fuori sede’ per motivi di studio, di lavoro, di cura.
La presentazione della domanda di esercizio ‘fuori sede’ del voto innesca
alcuni adempimenti da parte delle amministrazioni comunali.