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Referendum e voto fuori sede: sono 67mila gli iscritti alle liste

Il Viminale non ha reso noto i dati definitivi degli iscritti alle 51 sezioni per il voto dei fuori sede. Le province con maggior incidenza di ‘fuori sede’ sono Milano con 10.980 elettori, Torino con 9.691, Roma con 9.890 e Bologna con 7.785.

Gli elettori fuori sede potranno votare alla prossima tornata elettorale (amministrative e referendum) ma è un’iniziativa che sarà valida solo in via sperimentale. A stabilirlo l’articolo 2 del decreto-legge n.27/2025, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, Serie generale, n.65 del 19 marzo 2025, che ne disciplina in via sperimentale le modalità.

SONO PIÙ DI 67MILA I FUORI SEDE CHE HANNO CHIESTO DI VOTARE

Al momento, secondo i dati forniti dal Viminale, gli elettori ‘fuori sede’ ammessi al voto saranno 67.305, di cui 28.430 per motivi di lavoro, 38.105 per motivi di studio e 770 per cure mediche. Per presentare la richiesta per il voto da “fuori sede”, entro il 4 maggio, bisognava dimostrare di essere fuorisede per motivi di studio, di lavoro o per cure mediche ed era necessario vivere da almeno tre mesi nel comune alle cui liste elettorali si chiede di essere iscritti. Le province con maggior incidenza di ‘fuori sede’ sono Milano con 10.980 elettori, Torino con 9.691, Roma con 9.890 e Bologna con 7.785.

SONO 51 LE SEZIONI PER GARANTIRE IL VOTO DEI FUORI SEDE

In tutto le sezioni dedicate ai fuorisede saranno 51: 12 a Torino, 11 a Milano, nove a Bologna, sette a Roma e due a Firenze. Le sezioni speciali non saranno presenti in tutti i comuni (è prevista la creazione di una sezione ogni 800 elettori fuorisede). Nei comuni dove non sono previste sezioni speciali i fuorisede potranno comunque votare in una delle sezioni elettorali ordinarie. Gli italiani residenti all’estero iscritti all’Aire, invece, voteranno come sempre per corrispondenza.

I DATI NON DEFINITIVI DEL VIMINALE

L’associazione The good Lobby che, tra le altre cose, da tempo si batte per una legge che garantisca il godimento del diritto di voto anche per gli elettori fuori sede, sottolinea che a 3 giorni dal voto e a un giorno dalla chiusura dei termini per iscriversi nelle liste da fuori sede, il Viminale non ha ancora comunicato i dati definitivi delle richieste per effettuare il “voto fuori sede”. “La trasparenza istituzionale non può essere un optional, tanto più quando si tratta di una sperimentazione elettorale nazionale. L’assenza di dati aggiornati e accessibili mina la fiducia e impedisce un monitoraggio pubblico sull’efficacia e l’equità del processo” – afferma Federico Anghelé, direttore di The Good Lobby Italia.

RADDOPPIATI GLI ISCRITTI ALLE LISTE DEI “FUORI SEDE”

Le oltre 67mila richieste di elettori che vogliono partecipare ai prossimi Referendum dell’8 e 9 giugno 2025 corrispondono a circa il 2 per cento dei poco meno di 5 milioni di tutti fuorisede presenti in Italia, secondo la stima più aggiornata. Le richieste sono per votare anche se “fuori sede” sono quasi triplicate rispetto alle elezioni Europee 2024, quando la sperimentazione era limitata a studenti e studentesse e aveva coinvolto circa 24mila persone.

I RISULTATI DI UNA NORMATIVA SPERIMENTALE

Nonostante i dati, l’Italia resta l’unico Paese dell’UE senza una legge sul voto fuorisede: la legge delega sul voto fuorisede è ferma in Senato e la normativa attuale è solo sperimentale.

Leggi anche: Referendum 2025: le novità del voto ai fuori sede

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