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Referendum, le istanze del Comitato per il NO

Giustizia Toghe Nordio

Italiani chiamati al voto il prossimo 12 giugno. Domenico Gallo presiederà il neonato Comitato per il NO ai referendum sulla giustizia

Si avvicina a grandi falcate la tornata elettorale del 12 giugno e si è costituito nelle ultime ore il “Comitato per il NO ai referendum sulla giustizia”. Ricordiamo che a quell’appuntamento gli italiani saranno chiamati a esprimersi sulla riforma del Csm, l’equa valutazione dei magistrati, la separazione delle carriere dei magistrati, i limiti alla custodia cautelare e l’abolizione della legge Severino

CHI C’È NEL COMITATO PER IL NO

È composto da Domenico Gallo, Alfiero Grandi, Mauro Sentimenti, Massimo Villone, Armando Spataro, Mauro Beschi, Silvia Manderino, Antonio Pileggi, Alfonso Gianni, Pietro Adami, ha nominato come presidente e rappresentante legale Domenico Gallo.

PERCHE’ VOTARE NO AL REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA?

“I quesiti, proposti dalla Lega e dai Radicali – spiegano nel comunicato – non sono di facile comprensione. Ma soprattutto, anziché migliorare i diritti e le domande di giustizia, esprimono una diffidenza nei confronti del lavoro dei magistrati e del controllo della legalità. Da qui le ragioni del NO a tutti e cinque i quesiti”.

“Il quesito sulle modalità di presentazione delle candidature dei magistrati per le elezioni del Csm – continuano i promotori del Comitato per il NO- e quello sulla partecipazione dei membri laici alla redazione delle “pagelle” dei magistrati sono del tutto irrilevanti ai fini di un migliore funzionamento della giustizia per i cittadini. Il quesito sulla divisione delle carriere tra Pubblici ministeri e giudici avrebbe l’unico effetto di allontanare il Pubblico Ministero dalla cultura della giurisdizione, schiacciandolo su un’attività di polizia. Non a caso è un antico cavallo di battaglia della destra berlusconiana. Il quesito sulla custodia cautelare è riferito a tutte le misure sia coercitive che interdittive e quindi è ingannevole. Esclusi i delitti di mafia e quelli commessi con l’uso delle armi, l’effetto sarebbe quello di impedire la custodia cautelare non solo per chi ha commesso reati gravi, ma anche l’allontanamento dalla casa familiare del coniuge violento o il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona vittima di atti persecutori. Infine il quesito sull’abrogazione della legge Severino è particolarmente odioso perché abroga l’intera disciplina riguardante la decadenza e l’incandidabilità degli eletti condannati con sentenza definitiva a una pena superiore a due anni”.

“Il Comitato per il No è aperto alla partecipazione di tutte le persone e lavorerà insieme a quelle forze che vogliono impedire che sia colpita l’autonomia dell’amministrazione della giustizia e quindi l’uguaglianza e i diritti delle persone, impegnandosi dunque perché questi referendum siano respinti dalle cittadine e dai cittadini”, conclude la nota.

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