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Regionali

Regionali, il risultato dei partiti: ecco chi vince davvero

Il derby Fdi-Lega in Veneto, il flop 5S in Campania, il passaggio di consegne in Puglia tra Emiliano e Decaro: chi vince e chi perde davvero alle Regionali

Assodato il risultato sull’affluenza, che vede il partito dell’astensione oltre il 50% in tutt’e tre le regioni, la corsa dei candidati governatori in Campania, Puglia e Veneto non vede grossi ribaltoni.

Ma come largamente previsto i risultati da osservare sono quelli dei singoli partiti in ciascuna regione, con particolare attenzione ai rapporti tra il partito di Meloni e il Carroccio in Veneto, al peso dei 5S nella corsa di Fico per la successione a Vincenzo De Luca e la continuità con l’era Emiliano in Puglia, di cui Decaro sperava di ereditare l’elettorato.

IN VENETO LA LEGA BATTE FDI, EXPLOIT DELL’INDIPENDENTE SZUMSKI

Il primo dato politico è il successo netto del candidato leghista e, con lui, il ritorno di peso del Carroccio nel vecchio feudo di Zaia. Le prime proiezioni sul presidente danno Alberto Stefani intorno al 60-62% contro il 31% del principale avversario. Ma soprattutto la Lega sopravanza, e non di poco, Fratelli d’Italia, che alle europee era stato il primo partito nella Regione: secondo le prime previsioni si parlerebbe di un dato intorno al 36% per la lista del Carroccio, mentre la Fiamma si attesterebbe intorno al 18%, giocandosi il secondo posto con il Pd.

Il segnale è politico oltre che numerico, perché rimette il Carroccio nel ruolo di primo partito regionale, rimescolando i pesi all’interno del centrodestra, per di più con un candidato, Stefani, che durante la campagna elettorale ha tenuto un profilo da moderato e ben lontano dalle posizioni dell’ala “vannacciana” del partito.

Notevole anche l’exploit del candidato Riccardo Szumski, candidato indipendente, ex leghista e “free vax”, che potrebbe arrivare al 6,2% di consensi, forse la vera sorpresa di tutta la tornata elettorale.

FLOP 5S IN CAMPANIA

In Campania il tema vero per il campo largo era la misura del contributo dei pentastellati all’asse di centrosinistra, con risvolti importanti sia per la definizione del leader della coalizione in vista delle politiche del 2027, sia per il peso dei 5S sul Consiglio regionale.

La regione consegna un paradosso: il candidato Roberto Fico conquista la presidenza con ampio margine nelle proiezioni — una vittoria che il campo progressista interpreta come successo collettivo — ma il peso elettorale effettivo del Movimento 5 Stelle, poco sopra l’11%,  risulta ben inferiore rispetto a quello del Pd, che dovrebbe superare agevolmente il 18% . In altre parole: Fico vince come leader del campo largo, ma rischia di dover pagare un conto pesante in termini di futuro assetto nel governo della Regione all’uscente Vincenzo De Luca.

DECARO RACCOGLIE I VOTI DI EMILIANO

In Puglia il risultato è una conferma della continuità del centrosinistra: Antonio Decaro ottiene una vittoria netta nelle prime proiezioni distanziando largamente l’avversario del centrodestra e, soprattutto, appare in grado di raccogliere il testimone di Emiliano e allargare la base elettorale, convogliando su di sé due voti su tre e trascinando il Pd a una crescita di quasi il 10% rispetto a cinque anni fa.

La lettura più plausibile è che l’asse territoriale costruito in anni di governo di centrosinistra – e le faticose trattative condotte dalla segreteria Pd con il candidato governatore –  abbiano funzionato nel trasferimento del consenso sul “successore”  designato, garantendo a Decaro una base elettorale solida e un margine che parla di successione più che di rottura.

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