Riduzione dell’orario di lavoro, da 40 a 32 ore, e 4 giorni lavorativi a settimana invece che 5. Esame della proposta di Fratoianni (AVS), Conte (M5S) e Scotto (PD)
È in discussione alla Camera dei deputati la proposta di legge A.C. 2067 che reca disposizioni per favorire la riduzione graduale dell’orario di lavoro da 40 a 32 ore settimanali.
In che modo? Attraverso la sottoscrizione di CCNL, territoriali e aziendali, tra sindacati e i rappresentanti aziendali che ridefiniscano i modelli organizzativi in maniera più rispettosa del bilanciamento tra vita privata e vita lavorativa.
Il tutto, chiaramente, a parità di salari, con turni (eventuali) distribuiti su quattro giorni settimanali e con investimenti nell’ambito della formazione e della innovazione tecnologica e ambientali.
La proposta di legge A.C. 2067, il cui primo firmatario è Nicola Fratoianni (Avs), combina le precedenti iniziative di Giuseppe Conte (M5S) e Arturo Scotto (Pd).
RIDUZIONE ORARIO DI LAVORO: 32 ORE E 4 GIORNI SETTIMANALI
Il Servizio studi della Camera dei Deputati ha recentemente rilasciato un documento circa la proposta di legge che vuole favorire la riduzione dell’orario di lavoro, sul quale è allo studio anche la Commissione Lavoro nel comitato ristretto.
La proposta di legge è formata da 7 articoli, le finalità della norma sono esplicitate nell’articolo 1, comma 1, “volto a favorire, attraverso la definizione di modelli organizzativi definiti in sede di contrattazione collettiva nazionale, territoriale e aziendale, una progressiva riduzione dell’orario normale di lavoro (di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 8 aprile 2003, n.66), fino a 32 ore settimanali, a parità di salario”. Il provvedimento prevede inoltre la possibilità di quattro giorni settimanali e investimenti in formazione e innovazione tecnologica ed ambientale.
A CHI NON SI APPLICHEREBBE LA NORMA SULLA RIDUZIONE DELL’ORARIO DI LAVORO
La normativa, però, non si applicherebbe a tutti i settori, pubblici e privati. Restano escluse alcune categorie: lavoro della gente di mare, personale di volo nell’aviazione civile e lavori mobili di autotrasporto.
I VANTAGGI PER I DATORI DI LAVORO
La norma avrebbe vantaggi anche per i datori di lavoro. Il documento del Servizio studi della Camera spiega che per 36 mesi dall’entrata in vigore della norma, ai datori di lavoro privati (esclusi agricoltura e lavoro domestico) viene riconosciuto un esonero contributivo proporzionato alla riduzione dell’orario di lavoro, pari al 30%, elevato al 50% per le piccole e medie imprese e al 60% per lavori particolarmente faticosi.
DAL RIFINANZIAMENTO DEL FONDO NUOVE COMPETENZE ALL’OSSERVATORIO SULL’ORARIO DI LAVORO
La norma, infine, propone il rifinanziamento del Fondo Nuove Competenze, l’istituzione di un Osservatorio sull’orario di lavoro presso l’INAPP, l’introduzione di una procedura alternativa per proporre contratti di riduzione oraria tramite referendum aziendale, la possibilità di ridurre l’orario normale di lavoro con DPCM e la copertura di costi con fondi già stanziati.