L’ingorgo di luglio, sette decreti urgenti. Premierato e separazione carriere su binari separati
Con l’arrivo dell’estate, il Parlamento si trova a fare i conti con un’agenda fitta di impegni legislativi che sta inevitabilmente rallentando l’iter delle riforme costituzionali su cui il governo punta con decisione: il premierato e la separazione delle carriere dei magistrati. I due provvedimenti, considerati tra i pilastri del disegno istituzionale dell’esecutivo, sono stati di fatto messi in stand-by almeno fino all’autunno.
L’INGORGO DI LUGLIO: SETTE DECRETI URGENTI PRIMA DELLA PAUSA ESTIVA
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha chiarito che il calendario dei lavori parlamentari di luglio è già saturo. Sono infatti ben sette i decreti legge da approvare prima della pausa estiva: dai provvedimenti per le zone alluvionate e i Campi Flegrei a quello sul fisco, passando per le infrastrutture strategiche, l’ex Ilva, l’istruzione e lo sport. A questi si aggiungono disegni di legge su cui il governo vuole comunque imprimere un’accelerazione, come quello sull’intelligenza artificiale o il sostegno alle aree montane.
LE DUE RIFORME SU BINARI SEPARATI
Intanto le due riforme si trovano in fasi legislative differenti. Il disegno di legge sul premierato, approvato finora solo dal Senato, è attualmente all’esame della Commissione Affari costituzionali della Camera, dove deve ancora affrontare la discussione sugli emendamenti. Più avanti invece la riforma della giustizia: la separazione delle carriere dei magistrati ha già ricevuto il via libera dalla Camera e dalla Commissione del Senato, che ha confermato il testo senza modifiche. In Aula a Palazzo Madama è attesa una conferma da parte della maggioranza.
IL GOVERNO PATTINA SUL TIMING
Una volta completato l’iter parlamentare, entrambe le riforme dovranno superare un passaggio cruciale: il referendum confermativo, previsto dall’articolo 138 della Costituzione. Questo appuntamento potrebbe trasformarsi in un momento politicamente determinante per la maggioranza guidata da Giorgia Meloni. Per questo motivo – è l’ipotesi che serpeggia – non è escluso che si voglia calibrare il ritmo di approvazione delle leggi in modo da collocare il referendum in un momento strategico, tenendo conto anche della possibilità che un eventuale successo alle urne apra la strada a elezioni anticipate.
SI RIAPRE IL CONFRONTO SULLA LEGGE ELETTORALE
Proprio in vista del referendum nelle ultime settimane si è riacceso un confronto, ancora informale, tra le forze politiche sulla riforma della legge elettorale. Un tema che, nelle intenzioni della maggioranza, sarà comunque affrontato a prescindere dall’approvazione del premierato. La consapevolezza è che qualsiasi modifica della forma di governo dovrà essere accompagnata da un sistema elettorale coerente e funzionale ai nuovi equilibri istituzionali.