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Salvini batte Abodi-Tajani, ma il calcio vince o perde?

Calcio Salvini

Il calcio ancora una volta spacca il governo, con Salvini che mette i bastoni tra le ruote al ministro dello Sport Abodi e al forzista Tajani sulla proroga delle agevolazioni per gli atleti stranieri

Guai a chi tocca il calcio agli italiani, per questo il calcio può essere croce e delizia della politica. E proprio il calcio si sta rivelando uno dei principali detonatori degli scontri interni allo stesso Governo.

L’ultimo è avvenuto sullo stop del Consiglio dei Ministri alla proroga degli sconti fiscali per gli atleti, in primis per i calciatori, misura prevista inizialmente nel decreto Crescita e che si era ipotizzato potesse essere inserita nel decreto Milleproroghe.

SALVINI: “NO A CALCIATORI STRANIERI CHE PAGANO MENO TASSE. I COLLEGHI CHE LA PENSANO DIVERSAMENTE SI CONFRONTINO”

Dalle varie ricostruzioni emerge che a tirare il freno sia stato il vicepremier Matteo Salvini. Come lo stesso leader leghista rivendica oggi sui social: “la Lega ha ritenuto di stoppare la norma che consente ai calciatori stranieri di pagare meno tasse. Sono convinto che sia una scelta di equità e buonsenso. Il Decreto crescita ha permesso ai club di acquistare atleti dall’estero con lo sconto: un aiuto straordinario, durato anni, che doveva essere l’occasione per rilanciare i nostri campionati. Rendendoli più competitivi e attraenti. Così non è stato, e mi sorprende la reazione dei club: sembra che il problema della nostra serie A sia la mancanza di una sorta di reddito di cittadinanza per i giocatori comprati oltreconfine. Io ci metto la faccia, come sempre. Se altri colleghi hanno idee diverse, li invito a confrontarsi anche pubblicamente”. Salvini a chi si riferisce?

IL SILENZIO DI ABODI E TAJANI COSTRETTO A INCASSARE LO STOP

Colpisce il silenzio del ministro dello sport Abodi, il quale stava lavorando a un’eliminazione della norma in maniera graduale. La proroga proposta in Cdm infatti era limitata e prevedeva che le agevolazioni fiscali sarebbero rimaste valide per atleti che trasferivano in Italia la residenza entro il 31 dicembre o per i rapporti di lavoro sportivo stipulati entro la stessa data e prorogate al 29 febbraio per le società in regola con i contributi. Una finestra che sarebbe rimasta aperta quindi per tutto il mercato invernale, in calendario dal 2 gennaio all’1 febbraio prossimi.

A sostenere la proroga c’era anche l’altro vicepremier, Antonio Tajani, segretario di Forza Italia ovvero lo stesso partito del senatore Lotito, nonché presidente della quadra di calcio della Lazio, il quale non ha esitato a definire la mancata proroga “una grande fesseria”. Tajani ha dovuto incassare il no del collega vicepremier anche per non compromettere il via libera del Cdm alle norme sul superbonus sulle quali Forza Italia politicamente aveva investito tanto.

IL RAPPORTO AMORE-ODIO TRA IL CENTRODESTRA E LA FIGC DI GRAVINA

Sulla stessa linea di Abodi e Tajani era il presidente della Figc Gabriele Gravina. Proprio sulla poltrona del n.1 della Federcalcio si era registrato il precedente scontro all’interno del governo. Quando lo scorso ottobre, a seguito dello scandalo calcio scommesse, la Lega chiedeva le dimissioni dello stesso Gravina, difeso invece dal ministro dello Sport.

Che il link tra il calcio e il centrodestra è forte lo dimostrano anche le notizie relative ai figli dei ministri Tajani e Giorgetti. “Da lunedì 23 ottobre – scriveva il 31 ottobre il sito ‘Storie e sport’ – Filippo Tajani, trentenne figlio del vice-premier Antonio Tajani, ministro degli “Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale” nonché segretario di Forza Italia che con Fdi e Lega governa il Paese, ha infatti preso servizio nell’ufficio di “Euro 2032”, ufficio che è il primo formale atto federale della lunga, complessa e danarosa operazione che dovrà occuparsi dell’Europeo 2032″. (…) “Prima di lui, c’era arrivata un anno e mezzo fa per uno stage al Club Italia Marta Giorgetti, ventenne figlia del ministro dell’Economia, il leghista varesino Giancarlo Giorgetti”.

E c’è chi, tra i giornalisti sportivi, non le manda a dire, come Paolo Ziliani: “Clamoroso autogol del presidente federale Gravina (e del ministro dello sport Abodi suo mentore): non solo il governo ha tolto ai club di calcio i benefici del Decreto Crescita ma adesso ci sono da pagare gli stipendi a tempo indeterminato dalla figlia di Giorgetti e del figlio di Tajani assunti in FIGC per puro zerbinaggio verso i potenti – si fa per dire – della politica”.

IL CALCIO ITALIANO VINCE O PERDE?

Alla fine chi ha ragione: Salvini o Lotito? L’associazione dei calciatori o le società di calcio? Ecco cosa pensa il presidente dell’Assocalciatori Umberto Calcagno: “Abbiamo appreso con grande soddisfazione la notizia dell’abrogazione, anche per gli sportivi, della norma sugli impatriati contenuta nel Decreto Crescita, previsione che penalizzava l’intero movimento calcistico nazionale. Finalmente dal 1 gennaio 2024 – ha aggiunto il n.1 dell’Aic – calciatori italiani e stranieri potranno competere sullo stesso piano; per questo, ringrazio chi nel governo e nelle forze politiche si è mostrato sensibile alle nostre istanze e alle sorti del calcio italiano, per tutelare lo sviluppo della filiera del nostro mondo e il futuro della Nazionale”.

La Lega Serie A invece ha espresso “stupore e preoccupazione” per la mancata proroga, una decisione che avrà “un esito diametralmente opposto a quello perseguito: minore competitività delle squadre, con conseguente riduzione dei ricavi, minori risorse da destinare ai vivai, minore indotto e dunque anche minor gettito per l’erario”. L’associazione delle società del massimo campionato ha lamentato che “sia prevalsa una visione del calcio professionistico distorta e viziata da luoghi comuni fallaci” e auspica che “il Parlamento possa correggere questo errore che danneggia non solo il calcio italiano, ma tutto lo sport e il suo considerevole indotto”.

Leggi anche: Il calcio scommesse spacca la maggioranza: dimissioni di Gravina o commissariamento Figc?

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