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Sbarra dritta: il segretario Cisl apre al governo e prova a togliere la golden share a Landini

Cisl Sbarra

“Avere a che fare con un sindacato dialogante è importante per un governo, questo vuol dire che non è asservito a logiche di governo e dirlo è un’operazione verità”, ha detto la ministra Calderone

Che avesse l’ambizione di diventare l’interlocutore privilegiato del governo tra gli attori sociali se n’erano accorti tutti, sentirselo dire e ricevere un’implicita legittimazione è tutt’altra storia.
Lui è Luigi Sbarra, segretario della Cisl che mira a scardinare la storica primazia della Cgil, non tanto sui numeri quanto come portavoce unico della triplice sindacale nonché croce e delizia per i governi di turno.
“Avere a che fare con un sindacato dialogante è importante per un governo, questo vuol dire che non è asservito a logiche di governo e dirlo è un’operazione verità”, ad affermare queste parole è invece la ministra del Lavoro Calderone nel più classico ‘excusatio non petita, accusatio manifesta’.

IL NUOVO PROTAGONISMO DI LUIGI SBARRA (CISL)

Sbarra non ha alcuna intenzione di recitare il ruolo di comparsa designata e così – ormai da tempo – ha intrapreso un percorso di apertura di credito verso il governo Meloni (così come aveva iniziato a fare anche con il governo Draghi). Aperture che sembrano trovare riscontro. Venerdì, ad esempio, per la presentazione del Documento programmatico della Cisl sul rilancio della sanità pubblica sono intervenuti i ministri Schillaci e – appunto – Calderone.
Ma sono diversi i distinguo dagli altri due principali partner sindacali, Cgil e Uil.
Constatazioni che conducono ad alcune inevitabili riflessioni. Sbarra, che lo scorso anno è stato riconfermato alla guida della Cisl, molto probabilmente prima o poi approderà in politica. Non c’è nulla di cui stupirsi se consideriamo i trascorsi dei precedenti segretari Cisl, tra cui Marini, D’Antoni, Furlan, Pezzotta. E’ quasi fisiologico. D’altronde, i sindacalisti hanno sempre fatto politica più dei politici. Il sospetto piuttosto è che, ‘politicamente’, Sbarra si voglia porre come alter ego del segretario della Cgil.

SFIDA A LANDINI DENTRO IL MONDO SINDACALE?

Landini tutti i giorni, in tv e in giro per l’Italia, non esita ad attaccare a testa bassa l’esecutivo. Per il segretario Cgil si deve introdurre il salario minimo per legge? Per Sbarra bisogna rafforzare la contrattazione. Landini paventa mobilitazioni e proteste sulla sanità pubblica? Il segretario Cisl lancia una piattaforma insieme al ministro Schillaci. Distinguo che, in vista di un autunno caldo e con la campagna per le elezioni europee alle porte, per il governo sono come manna che scende dal cielo.
C’è un altro tema che va affrontato per avere il quadro completo degli equilibri che gravitano nel mondo dei sindacati. Ad oggi il baricentro delle organizzazioni sindacali pende verso sinistra. La Uil di Bombardieri va a rimorchio della Cgil, tant’è che tra gli addetti ai lavori si sente dire spesso che Bombardieri dice quel che Landini pensa.

IL FILOGOVERNISMO DI SBARRA PER SCALZARE LANDINI

Emblematico quanto è accaduto solo pochi giorni fa, il 4 luglio, quando il segretario Uil parlando del salario minimo ha accusato: “C’è un problema di un lavoro sottopagato, dei contratti pirata firmati anche da sindacati gialli che spesso il governo chiama al tavolo e che dialogano molto bene con Sbarra”. Il riferimento è alla prassi inaugurata proprio dal governo Meloni di allargare il tavolo con le parti sociali non soltanto all’Ugl, come era ampiamente prevedibile, ma anche a un sindacato autonomo, la Confsal.
Ed è proprio questo il punto: Landini vuole continuare a interpretare il ruolo di rappresentante unico verso il governo e consolidare il formato della triplice sindacale chiudendo a qualsiasi new entry. Sbarra ha interessi e progetti opposti. Così, con l’ausilio del governo Meloni, prova a togliere alla Cgil la golden share interna ai sindacati. Ci sono seri dubbi che possa riuscirci. Quel che è certo è che questa dialettica caratterizzerà i mesi infuocati della prossima campagna elettorale per le europee.

– Leggi anche: La via democristiana di Meloni in Europa

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