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Schlein, Furfaro, Meloni: ecco chi si candida con il Pd di Letta

Rivoluzione Pd Secondo Elly Schlein

Chi sono Carlo Cottarelli, Elly Schlein, Marco Furfaro, Marco Meloni, Gianni Cuperlo, candidati con il Pd 

Mentre l’Italia intera è in ferie, il Pd è al lavoro nella stesura delle liste dei candidati. L’elenco completo sarà ufficializzato solo nelle prossime ore, ma intanto si hanno già alcune certezze.

L’economista Carlo Cottarelli correrà in Lombardia. L’ex direttore del dipartimento Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale, sebbene non si sia mai candidato prima, non è del tutto digiuno di politica. Anzi, nel 2013 viene nominato dall’allora presidente del Consiglio Enrico Letta commissario straordinario per la spending review, ma un anno dopo Matteo Renzi lo indica per il ruolo di direttore esecutivo nel Board del Fondo Monetario Internazionale. Dal 2017 è professore della Bocconi, ma l’anno seguente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a fronte dello stallo tra i partiti, gli affida l’incarico di formare un governo. Pochi giorni dopo rinuncia in quanto Matteo Salvini e Luigi Di Maio trovano l’accordo per dar vita al governo gialloverde. Negli ultimi anni si avvicina prima a +Europa e, poi, viene chiamato dal Pd a svolgere il ruolo di osservatore indipendente per le Agorà Democratiche.

Elly Schlein, vicepresidente dell’Emilia Romagna, nata a Lugano da padre e madre italiana, dichiaratamente bisessuale, sarà presenta da indipendente nelle liste del Pd, partito col quale era stata eletta eurodeputata nel 2014. Un anno dopo, però, aveva aderito a Possibile, il partito fondato dal deputato Pippo Civati in dissenso con la linea politica di Matteo Renzi. Più di recente, invece, si è iscritta a Green Italia e si è avvicinata al movimento delle Sardine e ha contribuito alla vittoria di Stefano Bonaccini alle ultime Regionali. Un contributo che è stato lautamente ricompensato con la nomina a vicepresidente.

Marco Furfaro, attuale responsabile nazionale del Pd per i rapporti con movimenti e associazioni, sarà capolista del plurinominale del collegio Prato-Pistoia-Lucca alla Camera. Già eurodeputato dal 2014 al 2019 con Sinistra Ecologia e Libertà (Sel), il partito di Nichi Vendola, Furfaro ha aderito al Pd sotto la segretaria di Nicola Zingaretti e, ora, tenta l’approdo a Montecitorio.

Marco Meloni, fedelissimo di Enrico Letta, è il coordinatore nazionale del Pd e, in tale veste, ha lavorato personalmente alla scelta dei candidati. Avendo già una legislatura alle spalle, non vede l’ora di sedersi nuovamente sullo scranno di Montecitorio che Renzi gli sfilò lasciando a casa in occasione delle Politiche 2018. Meloni era troppo lettiano per essere ricandidato. Il politico sardo, infatti, conosce il segretario del Pd da più di vent’anni, ossia da quando lavorava come ricercatore presso Arel, il thik thank fondato dall’ex ministro Beniamino Andreatta e diretto all’epoca proprio da Letta. Conclusasi l’avventura di Arel, Meloni è tra i fondatori di Vedrò e dell’associazione 360 che faceva sempre capo all’attuale segretario del Pd. Una volta divenuto primo ministro, Letta chiude queste due realtà ma nel 2015 affida a Meloni la direzione della Scuola di Politiche. Insomma, Meloni è il suo braccio dai primi anni del nuovo millennio e con lui, ovviamente, condivide gli esordi nella Margherita e, prima ancora, nel Ppi.

Gianni Cuperlo è pronto a ritornare alla Camera dopo essere stato lasciato a casa da Matteo Renzi per la legislatura che si sta chiudendo. La sua carriera politica, infatti, inizia negli anni ’80 nella Fgci di cui diventa l’ultimo segretario. Entrato alla Camera nel 2006 in quota D’Alema, insieme al quale è autore di alcuni libri. Strenuo oppositore di Renzi, nel 2013 decide di sfidarlo nella corsa verso la segretaria, ma perde le primarie ottenendo solo il 18% dei voti. Accetta, però, l’offerta di Renzi di fare presidente del partito, ruolo che, però, ricopre solo per un anno. Nel corso della scorsa legislatura, Cuperlo guida la corrente di minoranza SinistraDem e si schiera per il no in occasione del referendum costituzionale del 2016. Ora ambisce a tornare nel Palazzo.

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