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Se anche a Forza Italia non piace la par condicio meloniana

par condicio

Le proposte di modifica del regolamento sulla par condicio dividono la maggioranza e ricompattano le opposizioni

Le Europee si avvicinano, mancano esattamente due mesi, e i partiti – oltre al tema degli accordi e della composizione delle liste – sono alle prese col dossier sempre spinoso della par condicio. Martedì si riunisce la commissione di Vigilanza, chiamata a esaminare gli emendamenti alla disciplina della comunicazione pubblica per le prossime elezioni di giugno.
Emendamenti che, almeno per il momento, hanno avuto alcuni primi significativi effetti: dividere la maggioranza e ricompattare tutte le opposizioni.

Le modifiche richieste alla bozza del regolamento valido per la Rai portano la firma infatti dei commissari in Vigilanza di Fratelli d’Italia, Lega e Noi Moderati. Manca il ‘timbro’ di Forza Italia.

COSA PREVEDONO GLI EMENDAMENTI DELLA MAGGIORANZA

Gli emendamenti della (parziale) maggioranza prevedono di eliminare la regola secondo cui le presenze dei politici vengono valutate in base alle fasce orarie di messa in onda. Un minuto in prime time, ad esempio, vale di più di un minuto nelle ore notturne.

Altre modifiche si riferiscono alla partecipazione di esponenti di governo ai programmi di informazione. In particolare si chiede di sostituire il comma in cui si stabilisce che “le testate devono assicurare la puntuale distinzione tra l’esercizio delle funzioni istituzionali e l’attività politica in capo agli esponenti del Governo la cui presenza deve essere dunque limitata esclusivamente alla esigenza di assicurare la completezza e l’imparzialità dell’informazione”. La nuova formulazione proposta è la seguente: “i rappresentanti delle istituzioni partecipano secondo le regole stabilite dalla legge sulla par condicio per tutti i candidati e gli esponenti politici, salvo intervengano su materie inerenti all’esclusivo esercizio delle funzioni istituzionali svolte”.

Anche in un altro emendamento la maggioranza chiede di sempre fare salvo nei programmi di approfondimento “il principio della notiziabilità giornalistica e la necessità di garantire ai cittadini una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative”.

FORZA ITALIA FRENA SUGLI EMENDAMENTI DELLA MAGGIORANZA

Scrive oggi Serena Riformato su La Stampa: “Forza Italia ha dubbi sulla praticabilità della norma. “Il problema esiste, ma è molto complicato da risolvere: chi può fare una valutazione qualitativa e non solo quantitativa degli interventi dei ministri?” così l’ex ministro Gasparri porrà la domanda ai suoi stessi alleati in commissione Vigilanza, quando verrà messa ai voti la delibera per regolamentare l’informazione del servizio pubblico durante la campagna elettorale. I distinguo di Forza Italia – aggiunge La Stampa – potrebbero quanto mento aprire a una riformulazione dei testi presentati da FdI, Lega e Noi Moderati”.

OPPOSIZIONI, ‘UNITI SU PAR CONDICIO, EMENDAMENTI FDI IRRICEVIBILI’

Le opposizioni nel frattempo passano all’attacco, con una ritrovata unità che va dalla sinistra ai riformisti di Calenda e Renzi. ”Il contenuto del pacchetto di modifiche alla delibera sulla par condicio proposto da Palazzo Chigi per mano dei deputati di Fdi è irricevibile perché distorce il senso stesso della par condicio a uso e consumo di Giorgia Meloni e della sua maggioranza e vuole dare una “impunità” preventiva a chi la viola”. Così una nota unitaria dei capigruppo d’opposizione in vigilanza Rai alla vigilia dell’esame degli emendamenti alla disciplina della comunicazione pubblica per le prossime elezioni europee”. Così in una nota Stefano Graziano (Pd), Dario Carotenuto (M5s), Maria Elena Boschi (Iv), Mariastella Gelmini (Azione), Angelo Bonelli e Peppe De Cristoforo (Avs).

”La maggioranza vuole generare una bolla nel sistema dell’informazione dove poter mascherare come istituzionali le posizioni politiche degli esponenti di governo. È una proposta inaccettabile, un modo subdolo per ribaltare le normali regole democratiche e creare un forte sbilanciamento a favore dei partiti di governo. Invece di perdere tempo a cercare modi per dribblare le regole e irreggimentare l’informazione, il governo si attenga alla legge e non faccia proposte illiberali”, concludono.

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