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Se il maestro Muti delude le sinistre mentre Bossi è deluso dalla Lega

Umberto Bossi fa sapere che voterà alle Europee il candidato di Forza Italia Marco Reguzzoni, mentre il maestro Muti prova a spegnere le polemiche sulle sue parole diventate virali

Il maestro Riccardo Muti e il fondatore della Lega Nord Umberto Bossi. Che c’azzeccano insieme, direbbe qualcuno. Eppure nelle ultime ore, con la campagna elettorale per le Europee chiusa e a urne aperte, sono tra i nomi più inflazionati sui media e sul web. Per ragioni diverse.

Il maestro Muti sabato si è esibito con la sua orchestra dell’Arena di Verona per l’evento dedicato all’opera italiana. In platea le massime cariche istituzionali, dal presidente Mattarella alla premier Meloni. Alcune riflessioni di Muti, dal palco, dette in conclusione del concerto sono diventate subito virali. Cosa ha detto?

LA METAFORA DI MUTI SUL DIRETTORE D’ORCHESTRA DIVENTATA SUBITO VIRALE

«L’orchestra è il sinonimo di società. Ci sono i violini, ci sono i violoncelli, le viole, i contrabbassi, i flauti, gli oboi, i tromboni, eccetera, eccetera. Ognuno di loro spesso ha parti completamente diverse, ma devono concorrere tutti, pur avendo frasi diverse, a un unico bene, che è quello dell’armonia di tutti». Per concludere: «C’è un impedimento alla musica ed è il direttore d’orchestra». Una metafora politica-musicale che è diventata subito virale e che, inevitabilmente, a poche ore dal voto ha incendiato il dibattito mediatico e sui social, con Muti tirato per la giacca dagli oppositori del governo e della premier Meloni.

“L’occasione – scrive Libero quotidiano – era troppo ghiotta per i prevedibilissimi soloni della sinistra italiana, tutti con la puzza sotto il naso e sull’orlo di una crisi di nervi, per non accreditare subito l’interpretazione che Muti avesse parlato per sferzare la destra al potere. (…) Basta dare una scorsa ai quotidiani di ieri, ai siti, ai tweet della “gente che piace”, per notare come non un minimo dubbio aleggiasse sul vero bersaglio delle parole di Muti: «La lezione di Muti al Governo», «Muti sfida la Meloni», «Muti bacchetta la Destra». E persino: «Il primo nemico dell’orchestra è il direttore», senza accorgersi – sottolinea il quotidiano diretto dall’ex capo ufficio stampa di Palazzo Chigi, Mario Sechi – che le parole del Maestro esprimevano solamente un paradosso, fra l’altro alquanto autoironico”.

LA PRECISAZIONE DI MUTI CHE ‘DELUDE LE SINISTRE’

Un cancan che ha costretto lo stesso Riccardo Muti a una precisazione, per tirarsi fuori dalle strumentalizzazioni ed evitare equivoci. «Nessuno provi a sfruttare con interpretazioni ingannevoli, proprio nei giorni delle elezioni, una frase da me pronunciata all’Arena di Verona, di fronte al presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio» ha puntualizzato Muti. «La mia — ha aggiunto — era una riflessione di carattere generale, che vado esternando da anni, senza alcun riferimento alle Autorità presenti, in particolare al presidente Mattarella e al presidente Meloni che, come massimi rappresentanti della nostra Italia, incoraggio con tutta la mia stima». Parole che suggeriscono il titolo a Libero: ‘Muti delude le sinistre’

BOSSI VOTA FORZA ITALIA: LA LEGA E’ STATA TRADITA

Capitolo chiuso con Muti, se n’è aperto un altro all’interno del centrodestra e in particolare nella Lega: Bossi vota Forza Italia. Non è un refuso. Il fondatore storico della Lega Nord non voterà la Lega e ha fatto sapere che, per l’esattezza, voterà Marco Reguzzoni – oggi leader de I Repubblicani e candidato da indipendente alle Europee nelle file di Forza Italia. Non un nome qualunque, Reguzzoni infatti è sempre stato uno dei Bossi boy, capogruppo della Lega Nord alla Camera a 39 anni tra il 2010 e il 2012, quando a comandare era Bossi e la Lega nazionale di Salvini non era neppure nei sogni.

«Mi ha appena telefonato Umberto Bossi» ha fatto sapere sabato sera l’ex segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi. «Seppur tardi – ha rivelato -, mi ha chiesto di far sapere cosa voterà lui, mi limito a riportare quanto mi ha chiesto di fare e di far sapere: Umberto Bossi voterà Reguzzoni perché la Lega è stata tradita». Boom! Il Senatur ha scelto quindi di votare Marco Reguzzoni che, tra l’altro, sin dall’inizio si è posto al Nord come l’anti Vannacci, ovvero proprio il volto sul quale Matteo Salvini ha scommesso per il proprio presente e futuro politico.

REGUZZONI, SCELTA DI BOSSI DIMOSTRA LA MIA COERENZA

“Non ho mai commentato le dichiarazioni di Bossi in 30 anni. Se voterà per me che mi candido per le Europee come indipendente nella lista di FI è la dimostrazione di una mia coerenza ed è una soddisfazione che da sola vale tutta la campagna elettorale”. Questo il commento all’Ansa dello stesso Reguzzoni.

E’ chiaro che adesso nelle analisi del post voto saranno in tanti a guardare quante preferenze prenderà Reguzzoni nel Nord Ovest, anche per capire quanto pesa e quanto trascina ancora il Senatùr al Nord e all’interno del bacino elettorale della Lega.

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