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Se Salvini evoca Silvio Berlusconi nella sua battaglia in Europa
Il leader della Lega Salvini scrive al Corriere della Sera e continua a lanciare messaggi e provocazioni a Meloni e Forza Italia in vista delle future alleanze in Europa – I Graffi di Damato
Ciascuno, certo, fa i suoi rumori. Quelli commossi dei diecimila e più in piazza a Padova, raccolti e rilanciati al Quirinale dal presidente della Repubblica, per salutare la ormai nostra comune figlia o sorella o nipote Giulia Cecchettin, assassinata da chi la voleva tutta per sé, li abbiamo sentiti sul posto o a casa, davanti al televisore. Con gli occhi ancora lucidi per l’addio datole da quel magnifico papà in Chiesa.
Matteo Salvini invece ha preferito scrivere al Corriere della Sera per riproporre in sostanza la sua e le altre voci levatesi a Firenze contro l’Unione Europea dei massoni, degli intrusi e quant’altri. E per proporsi – contro l’ex vice Antonio Tajani succedutogli alla guida di Forza Italia e suo collega di governo – come il vero continuatore, erede, emulo della buonanima di Silvio Berlusconi. Che nel 1993, di questi tempi, sdoganò in autostrada la destra italiana e la portò dopo pochi mesi al governo, come il leader leghista vorrebbe fare ora con tutte le destre europee, comprese le più estreme di linguaggi e simboli nazisti, nella maggioranza del Parlamento di Strasburgo che uscirà dalle urne nella primavera prossima. Povero Berlusconi. Quante cose gli fanno dire, pensare e auspicare nell’urna che ne custodisce le ceneri nella villa di Arcore.
SALVINI SCRIVE AL CORRIERE: “NO A DIKTAT SUI PARTITI” IN UE
Eppure nell’Unione dominata -ripeto- secondo lui da massoni e poteri tanto forti quanto subdoli Salvini si è vantato, scrivendo al plurale al Corriere– di avere reso “meno drastiche le posizioni sull’uso dei carburanti alternativi, raccogliendo il sostegno della Germania”. “Abbiamo convinto parecchi Paesi europei – ha aggiunto – dell’irragionevole posizione austriaca al Brennero e, giusto lunedì al Consiglio dei Trasporti Ue, l’Italia ha incassato un’ampia condivisione su alcune critiche alla direttiva Ets che colpisce i porti europei (obbligati a rivoluzioni green frettolose e illogiche) a vantaggio di quelli africani”. Intanto l’amico, collega di partito e ministro dell’Economia, anzi superministro, Giancarlo Giorgetti tratta il nuovo patto di stabilità europeo, cioè le nuove regole o parametri di bilancio, pronto a votare contro, viste le resistenze dei soliti frugali teutonici, ma anche a favore non escludendo quindi che pure su questo terreno potranno essere compiuti passi in avanti.
In attesa che Giorgetti concluda il suo lavoro mescolando fermezza e duttilità, come in ogni negoziato, Salvini contribuisce a suo modo – nella felice vignetta di Emilio Giannelli sulla prima pagina sempre del Corriere della Sera, accanto al richiamo della sua lettera al giornale- ad allestire con la premier l’albero di Natale a Palazzo Chigi. Cioè a staccare, buttare a terra e rompere le palle che la presidente del Consiglio vi ha appena appeso infiocchettandole. Buon lavoro, diciamo così, e buon Natale, con largo anticipo, al diversamente rumoroso vice presidente leghista del Consiglio, che pensa di poter così raccogliere poi chissà quanti voti, o cocci.