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Segnali di ripresa per l’economia italiana. Per la Castelli “paese risponde alle politiche del Governo”

Lavoro Produzione Industriale

I dati sulla produzione industriale certificati dall’Istat mostrano un’Italia che va meglio rispetto all’Eurozona che invece vede una flessione del -0,2% nel mese di febbraio. Analogamente l’Ufficio Parlamentare di Bilancio scorge timidi segnali di ripresa nella nota sulla congiuntura di aprile 2019

“I dati sulla produzione industriale certificati dall’Istat (+0,8% su gennaio 2019 e +1,7% su dicembre 2018) nei giorni scorsi assumono maggiore rilevanza se rapportati con quello della produzione dell’area Euro, che invece vede una flessione del -0,2% nel mese di febbraio. Analogamente l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, nella nota sulla congiuntura di aprile 2019, diramata oggi, prevede il PIL al +0,1% nel primo trimestre di quest’anno”. Così il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, commenta i dati sulla produzione industriale europea diffusa da Eurstat e la nota sulla congiuntura di UPB.

CASTELLI: SI INTRAVEDONO SEGNALI DI RIPRESA

“È evidente che si intravedono segnali di ripresa concreti e reali, e le misure contenute nella Legge di Bilancio devono ancora produrre compiutamente i loro effetti. Il Paese sta rispondendo positivamente alle politiche che abbiamo messo in campo come Governo”, ha concluso la Castelli.

COSA DICE L’UPB: AD APRILE PRIMI SEGNALI DI RIPREA

“La debolezza dell’attuale fase congiunturale sembra proseguire e si riflette anche sulle stime di breve termine, per le quali l’attività economica avrebbe recuperato nei primi mesi dell’anno solo lievemente”. Lo scrive l’Ufficio parlamentare di bilancio nella nota sulla congiuntura di aprile. “Nel primo trimestre si attende una variazione congiunturale del Pil dello 0,1% (in una banda di confidenza simmetrica, compresa tra 0,0 e 0,2%; la variazione tendenziale corrispondente sarebbe invece appena negativa, spinta prevalentemente dalla ripresa della manifattura”. “Nel trimestre in corso il Pil continuerebbe ad espandersi a ritmi congiunturali analoghi al trimestre precedente (con un lieve miglioramento della dinamica tendenziale), a fronte però di margini d’incertezza più elevati. Sulle previsioni gravano tuttavia diversi rischi. Il contesto internazionale potrebbe risentire di nuove restrizioni agli scambi, oltre che di rischi specifici in Cina e nel Regno Unito. L’economia italiana resta, inoltre, esposta alla volatilità dei rendimenti sui titoli del debito pubblico”. “Lo scorso anno – si legge nella nota dell’Upb – la crescita dell’economia italiana ha decelerato allo 0,9%, dall’1,7 del 2017. Un rallentamento che, secondo il recente aggiornamento dei conti economici annuali, sarebbe stato originato dalla domanda nazionale, appena più che da quella estera netta”. La crescita congiunturale “si è ridotta nel corso d’anno, fino a divenire lievemente negativa nel terzo e nel quarto trimestre; per quest’ultimo, la pubblicazione dei conti nazionali trimestrali del 5 marzo ha stimato un calo congiunturale dello 0,1 per cento (dal -0,2 indicato della stima preliminare di fine gennaio). L’attività economica nello scorcio finale del 2018 è stata prevalentemente frenata dalle scorte, mentre sono risultati lievemente positivi i contributi della domanda nazionale al netto delle scorte e della domanda estera netta”.

EUROSTAT, A FEBBRAIO PRODUZIONE INDUSTRIALE -0,2% IN AREA EURO

A febbraio 2019, rispetto a gennaio 2019, la produzione industriale destagionalizzata è diminuita dello 0,2% nell’area euro a 19 ed è rimasta invariata nella Ue a 28 Paesi, secondo le stime di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea. Nel gennaio 2019 la produzione industriale è cresciuta dell’1,9% nell’area euro e dell’1,3% nella Ue a 28.Nel febbraio 2019 rispetto a febbraio 2018, la produzione industriale è diminuita dello 0,3% nell’area dell’euro ed è aumentata dello 0,3% nell’Ue a 28. Nell’area dell’euro a febbraio 2019, rispetto a gennaio 2019, la produzione di energia è diminuita del 3,0%, sia i beni di investimento e beni durevoli di consumo dello 0,4% e beni intermedi dello 0,1%, mentre la produzione di beni di consumo non durevoli è aumentata dello 0,9%. Nell’UE28, la produzione di energia è diminuita del 2,2% e i beni strumentali dello 0,2%, mentre la produzione di beni di consumo durevoli è rimasta invariata, i beni intermedi sono aumentati dello 0,2% e i beni di consumo non durevoli dello 0,7%.Tra gli Stati membri per i quali sono disponibili dati, le maggiori diminuzioni della produzione industriale sono state registrate in Lituania (-4,7%), in Grecia (-2,7%) e in Croazia (-2,3%). I maggiori incrementi sono stati osservati in Polonia (+ 1,7%), Bulgaria (+ 1,5%) e Ungheria (+ 1,0%).

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