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Separazione delle carriere, in cosa consiste la riforma nel segno di Berlusconi

La riforma della giustizia approvata in prima lettura alla Camera: separazione delle carriere e istituzione di due Csm

Primo via libera dalla Camera dei Deputati alla riforma costituzionale sulla giustizia promossa dal Governo Meloni. La proposta punta a modificare il Titolo IV della Costituzione per separare le carriere dei magistrati requirenti (pubblici ministeri) e giudicanti (giudici). La riforma, composta da otto articoli, richiede quattro letture parlamentari conformi da parte di Camera e Senato.

Da parte del centrodestra e di Forza Italia in particolare, numerosi i riferimenti a una delle riforme più care a Silvio Berlusconi, a cui lo stesso attuale presidente di FI, Antonio Tajani, ha dedicato il risultato odierno. Con la separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri, punto centrale del programma del  centrodestra, il Governo intende garantire una maggiore indipendenza e specializzazione dei due ruoli, riducendo il rischio di conflitti d’interesse all’interno della magistratura.

DUE CONSIGLI SUPERIORI DELLA MAGISTRATURA

Una delle principali novità prevista dal ddl costituzionale è la creazione di due distinti organi di autogoverno: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente. Entrambi saranno presieduti dal presidente della Repubblica e includeranno, rispettivamente, il primo presidente della Corte di Cassazione e il procuratore generale della Corte di Cassazione.

Gli altri membri saranno estratti a sorte secondo il seguente criterio: un terzo sarà scelto da un elenco di professori di diritto e avvocati con almeno 15 anni di esperienza, compilato dal Parlamento in seduta comune; i restanti due terzi saranno selezionati tra i magistrati giudicanti o requirenti. I vicepresidenti di ciascun CSM saranno eletti fra i membri sorteggiati. I componenti dureranno in carica quattro anni e non potranno essere rieletti immediatamente.

ALTA CORTE DISCIPLINARE

Un’altra novità significativa è l’istituzione dell’Alta Corte disciplinare, che avrà la competenza di giudicare i magistrati ordinari in caso di procedimenti disciplinari. Questo organo sarà composto da 15 membri selezionati in modo misto:

  • 3 membri nominati dal Presidente della Repubblica tra professori di diritto e avvocati con almeno 20 anni di esperienza;
  • 3 membri estratti a sorte da un elenco stilato dal Parlamento;
  • 6 membri sorteggiati tra magistrati giudicanti con specifici requisiti;
  • 3 membri sorteggiati tra magistrati requirenti con specifici requisiti.

Il presidente dell’Alta Corte sarà scelto tra i membri nominati dal Presidente della Repubblica o estratti dall’elenco parlamentare.

La riforma prevede la possibilità di impugnare le sentenze dell’Alta Corte disciplinare presso la stessa Corte, che giudicherà in una composizione diversa rispetto a quella della prima istanza.

I PROSSIMI PASSI DELLA RIFORMA SULLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE

La proposta è stata approvata con 174 voti favorevoli, 92 contrari e 5 astenuti. La maggioranza ha trovato il sostegno anche di Azione e Più Europa, mentre Italia Viva si è astenuta, esprimendo perplessità sul sistema del sorteggio. Contrari PD, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra.

Essendo una riforma costituzionale, il testo passa ora al Senato per la seconda lettura. Se non si raggiungerà la maggioranza qualificata dei due terzi nelle votazioni finali, sarà necessario sottoporre la riforma a un referendum confermativo.

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