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Il Veneto vuole tornare alla leva obbligatoria. E presenta una proposta di legge

Valorizzare le radici geografiche dei giovani senza mettere in secondo piano il percorso scolastico per otto mesi

Ripristinare un periodo di servizio civile o militare obbligatorio, “della durata di otto mesi”, a partire dal 2021 “con l’obiettivo di costruire una cultura della solidarietà” e di porre “i giovani in condizione di rispondere ad alcuni bisogni primari del loro territorio, soprattutto in situazioni in cui dovessero manifestarsi necessità particolari, dando modo a tutti di rendersi utili alla società nell’ambito per il quale ognuno si può sentire più portato: la difesa civile o quella militare”. Ci sta pensando seriamente il Consiglio Regionale del Veneto che ha presentato una proposta di legge in Parlamento in tal senso.

OBIETTIVO VALORIZZARE LE RADICI GEOGRAFICHE

Il punto di partenza della proposta regionale è quello di “valorizzare le proprie radici geografiche” dedicando al territorio di appartenenza “un periodo della propria vita durante il quale svolgere forme di servizio civile o militare”. Dopo la riforma della leva nei primi anni del duemila, rileva infatti la proposta veneta, “il senso di appartenenza al territorio che si percepiva” è “in parte venuto a scemare”.

PERCORSO SCOLASTICO MAI IN SECONDO PIANO

La scelta tra il servizio civile e quello militare, “prevista in maniera paritaria per gli uomini e le donne”, potrà essere fatta prima dello svolgimento del servizio, “che dovrà essere prestato nel periodo di tempo intercorrente tra il raggiungimento della maggiore età e il compimento di ventotto anni, compatibilmente con il percorso scolastico del cittadino, che non sarà in alcun modo posto in secondo piano”.

SERVIZIO CIVILE PRESSO ASSOCIAZIONI ACCREDITATE O SERVIZIO CIVILE

Se per la scelta del servizio militare si potranno valutare le diverse opportunità di ferma esistenti al momento dell’entrata in vigore della legge, spiega la proposta per quanto riguarda il servizio civile, “questo dovrà essere svolto presso le associazioni nazionali o locali di protezione civile accreditate”, secondo modalità che saranno disciplinate in successivi decreti di attuazione della delega. “Il servizio civile o militare sarà svolto da ciascun giovane nell’ambito della propria regione, così da dare forza al territorio di appartenenza”, chiarisce il testo.

QUANTO COSTA LA PROPOSTA

Gli oneri correnti sono quantificati nella proposta in 500.000 euro nell’esercizio finanziario 2018, in 4,5 milioni nel 2019 e in 2,5 milioni nel 2020. Quelli in conto capitale sono stimati in 4 milioni nel 2018, 25 milioni nel 2019 e altrettanti nel 2020.

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