Skip to content

Siccità: come stanno intervenendo Regioni e Comuni?

Siccità

Caldo e siccità: le regioni del sud Italia stanno vivendo giorni difficili a causa della mancanza di precipitazioni e di una cronica, e a tratti cronicizzata, assenza di acqua. Le contromisure delle amministrazioni regionali 

Uno stato di crisi climatica. è quello che, secondo il verde Bonelli, il Consiglio dei ministri dovrebbe dichiarare urgentemente. “I dati dell’Istituto Copernicus sul clima sono inequivocabili: la temperatura media globale negli ultimi 12 mesi è la più alta mai registrata, la Terra ha appena sperimentato i suoi due giorni più bollenti (il 23 e il 24 luglio) ed è sempre più probabile che il 2024 sarà l’anno più caldo della storia – ha scritto in un una nota il deputato di AVS Angelo Bonelli -. Di fronte all’evidenza scientifica e alla crisi climatica che sta causando danni drammatici nel nostro Paese, con le alluvioni al Nord e la siccità al sud, ribadiamo per l’ennesima volta che il consiglio dei ministri deve urgentemente dichiarare lo stato di crisi climatica per affrontare adeguatamente questa crisi senza precedenti e metta in atto le politiche necessarie, a partire da quelle energetiche”.

LA SICCITÀ NEL SUD ITALIA: IL 2023 POTREBBE ESSERE L’ANNO PIÙ CALDO DI SEMPRE

Il luglio 2024 è stato il secondo più caldo mai registrato “con una temperatura media dell’aria superficiale di 16,91 gradi centigradi, ossia 0,68 gradi in più rispetto alla media del periodo 1991-2020. Questo dato è inferiore di soli 0,04 gradi rispetto al record massimo stabilito a luglio 2023”. Insomma, una situazione critica che nelle regioni del sud Italia si sta manifestando attraverso una perdurante siccità.

SICCITÀ: GLI STANZIAMENTI DELLA REGIONE SICILIANA

In Sicilia, la regione più duramente interessata dalla carenza d’acqua, la Regione ha stanziato 15 milioni di euro per interventi in conto capitale volti a fronteggiare gli effetti della crisi idrica nel settore agricolo. Le risorse saranno destinate, all’ 80% alle istanze degli imprenditori agricoli, anche in forma associata, e al 20% ai Comuni. Uno stanziamento che si affianca al “bonus fieno”, introdotto per permettere agli allevatori siciliani di dare da mangiare al proprio bestiame, visto che la penuria d’acqua ha reso difficile anche l’approvvigionamento di fieno.

La misura, finanziata con 20 milioni di euro, è stata voluta dal governatore Renato Schifani per limitare i danni dovuti alla siccità. Ma non è solo l’agricoltura e la zootecnia siciliana a soffrire. Come scrive l’inviato di Repubblica Riccado Staglianò “ad Agrigento l’acqua corrente arrivi a turni ogni 10 giorni, nella vicina Favara ogni 20 e in certi quartieri di Caltanissetta ogni 40” ma sull’Isola “l’abitudine alla siccità si è fatta cultura, il che spiega perché non diventa l’argomento di conversazione”.

LA SICCITÀ CAUSERÀ 5 MILIARDI DI DANNI IN PUGLIA, SICILIA, BASILICATA E CALABRIA

La Coldiretti stima in 5 miliardi tra Puglia, Sicilia, Sardegna e Basilicata. La mancanza di pioggia ha causato un crollo della produzione di grano, tra il 40 e il 50%, con molte aziende che in Sicilia hanno addirittura rinunciato a raccogliere. I campi di foraggi e erba medica sono letteralmente bruciati e anche le coltivazioni di frutta e ortaggi sono in difficoltà, mentre nelle stalle continuano a morire di sete gli animali. La siccità in Puglia sta mettendo a dura prova la prossima raccolta di un’eccellenza del territorio, la cipolla bianca Igp di Margherita di Savoia, tanto che il consorzio di valorizzazione del prodotto chiede maggiori tutele e interventi a favore dell’intera filiera.

In Sicilia la produzione di grano “è scesa del 50-60%, alcune produzioni ortofrutticole sono crollate del 70% e quella delle colture destinate a foraggio dell’80%, impattando sugli allevamenti insieme alla mancanza di acqua per gli animali. In Puglia la siccità  sta compromettendo il 50% della produzione olivicola – ha detto Giuseppino Santoianni, presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori -. Gli invasi sono allo stremo: in Sardegna l’istituto idrografico ha segnalato una riduzione di oltre il 7% delle scorte di acqua nel giro di un mese, un decremento pari a 132 milioni di mc mentre in Sicilia dei 267 mln di mc trattenuti dagli invasi regionali, solo 122 mln sono utilizzabili”.

SICCITÀ IN PUGLIA: RAZIONAMENTO E INTERVENTI STRUTTURALI

A fine luglio la giunta regionale pugliese ha varato il “Piano di emergenza per il superamento della crisi idrica 2024/2025”. Il documento, predisposto dalla Regione con Arif, Acquedotto pugliese e Acque del Sud, serve a fronteggiare la scarsità d’acqua dovuta alla riduzione della disponibilità degli invasi di Puglia e Basilicata. Nel piano “si evidenzia un significativo deficit idrico, in particolare a carico dell’invaso di Monte Cotugno, di Occhito sul fiume Fortore, del Locone e di Conza appartenenti allo schema Ofanto. In più i cambiamenti climatici in corso riducono le precipitazioni e mettono sotto stress le fonti vitali per l’approvvigionamento del potabile”.

I provvedimenti riguardano il contenimento dei consumi idrici e interventi strutturali, non strutturali di lungo, medio e breve termine. Quest’ultimi prevedono anche “una razionalizzazione e un controllo della rete perché – come dice l’assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia – ci sono persone che si allacciano abusivamente o per chiudere paratoie da quasi sempre aperte. Il controllo ha già dato buoni risultati nella zona di Loconia e Canosa. Puntiamo sul riuso dei reflui in agricoltura, spingendo fortemente sugli impianti pronti. Proprio stamattina Acquedotto pugliese ha aggiornato l’elenco degli impianti”. Appuntamento al prossimo 17 agosto quando ci sarà un nuovo incontro per capire quali misure chiedere al Governo”.

SASSARI DICHIARA STATO DI CALAMITÀ NATURALE

Dopo mesi di alte temperature e siccità estrema il Comune di Sassari ha dichiarato lo stato di calamità naturale. Il provvedimento è stato assunto oggi dalla giunta Mascia. L’iniziativa è rivolta soprattutto agli imprenditori agricoli che hanno subito danni per effetto della siccità, l’amministrazione, infatti, li ha invitati a contattare il servizio Protezione civile per segnalare i danni subiti.

SICCITÀ IN CALABRIA: STATO DI EMERGENZA NAZIONALE

La situazione è critica anche in Calabria dove il presidente della Regione Roberto Occhiuto è tornato a parlare della richiesta, avanzata ieri al Governo, per il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale nel settore idrico. Una richiesta che “ci offre – ha detto Occhiuto – la possibilità di ottenere delle risorse, ma soprattutto e per questo l’ho fatto per quanto mi riguarda, la possibilità di attivare delle procedure accelerate per il rewamping dei pozzi. In questo settore per troppi anni gli interventi infrastrutturali necessari a mitigare il rischio della siccità sono stati lasciati nei cassetti. A volte c’è una burocrazia che li rende oggettivamente complicati”.

SICCITÀ E INCENDI: L’INTERROGAZIONE DI RUGGERO RAZZA (FDI) ALLA COMMISSIONE UE

Siccità vuol dire anche aumento del rischio di incendi. In questo perimetro si inserisce l’interrogazione dell’eurodeputato di Fratelli d’Italia Ruggero Razza, alla Commissione Ue alla quale ha chiesto “come intenda semplificare e accelerare le procedure burocratiche per l’acquisizione e mobilitazione di queste risorse, mantenendo elevati standard di sicurezza e trasparenza; sono attualmente in fase di sviluppo brevetti o progetti nel settore dei velivoli antincendio che l’Ue sta considerando e intende la Commissione favorire un partenariato europeo per la realizzazione di velivoli con il coinvolgimento degli Stati membri”.

NEL NORD ITALIA 101 EVENTI ESTREMI NELLE ULTIME 48 ORE

Ma se al sud è la siccità a fare danni nelle ultime 48 ore il nord Italia è nella morsa del maltempo. Sulle regioni del nord si abbattuti 101 eventi estremi tra nubifragi, grandinate e tempeste di vento, con campi di ortaggi e mais devastati, cascine e stalle allagate e tetti di capannoni divelti. Nel milanese pioggia e grandine hanno danneggiato campi di mais, già messi a dura prova dalle semine partite in forte ritardo a causa dell’eccesso di precipitazioni dei mesi scorsi.

“Distrutti anche pomodori e ortaggi – fa sapere la Coldiretti – mentre le bombe d’acqua hanno allagato le stalle e i capannoni delle imprese agricole. Tante le strade di campagna interrotte dalla caduta degli alberi a causa del vento, che ha anche scoperchiato i tetti dei capannoni”. I problemi si estendono al Veneto dove, tra Vicentino e Padovano, si teme per l’imminente vendemmia ma anche per i campi coltivati a mais, soia, ortaggi e frutteti.

Leggi anche: Cosa prevede il Decreto Agricoltura targato Lollobrigida

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Torna su