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Soldi ai ministeri e aumento dei sottosegretari, tutte le bizze Governo-opposizioni

Valditara Soldi E Posti Sottosegretari

Cosa è successo ieri dopo l’emendamento presentato da Maurizio Lupi e Alessandro Colucci per aumentare il numero dei sottosegretari. Polemiche anche per la vicenda dei soldi agli staff dei ministri

Dal Mise al Mimi, dal MiTE al Mase. Il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni ha stravolto equilibri, tendenze storico-politiche ma anche i nomi dei ministeri. Una questione di facciata, si dirà, ma altrettanto simbolica. Dietro la quale non sono mancate polemiche strumentali ed altre più fondate. Come quelle che hanno alimentato la giornata di ieri, nella quale l’esecutivo insediatosi a Palazzo Chigi da poco più di un mese ha fatto i conti con il decreto ministeri. Le divisioni tra i partiti hanno riguardato la questione dei fondi alle squadre dei ministri e l’aumento dei posti da sottosegretario.

LUPI E COLUCCI CHIEDONO TRE SOTTOSEGRETARI IN PIU’

Quante volte si è parlato dell’irrilevanza della “quarta gamba del centrodestra”, vale adire del partito di Noi Moderati? Bene, ieri i suoi membri hanno quantomeno dato segnali di vita. Perché Maurizio Lupi e Alessandro Colucci hanno presentato un emendamento al decreto cui stava lavorando il governo per suggellare le modifiche ai nominativi dei dicasteri. Passare da 65 a 68 sottosegretari, è stata la richiesta della forza più centrista dell’esecutivo. Ma proprio le altre tre gambe della squadra uscita vincitrice dal voto del 25 settembre si sono opposte.

Di qui lo scontro interno, proseguito con una sorte di specchio riflesso dei lupiani con la minaccia di non votare l’altro emendamento sull’aumento del budget per gli staff dei sottosegretari. Per la Lega, si voleva aumentare di 480 mila euro la dotazione per la squadra di Valditara, ministro dell’istruzione e del merito. E per Forza Italia l’aumento riguardava i 975 mila euro allo staff di Gilberto Pichetto Fratin, ministro per l’Ambiente e la Sicurezza energetica, e per il vice dell’Economia e finanze Maurizio Leo.

Alla fine, la partita si è conclusa con un pareggio e un rinvio in tribuna della palla. Un fuoricampo per evitare di proseguire il tiro alla fune.

ATTACCO E DIFESA ANCHE CON LE OPPOSIZIONI

Poco male, dunque. Anche se, come preventivabile, l’occasione è stata ghiotta per le opposizioni. Soprattutto per il Movimento 5 Stelle, con Giuseppe Conte all’attacco soprattutto su Valditara. “Meno fondi per l’offerta formativa e la continuità didattica e più soldi al ministro Valditara per accrescere il suo staff”, ha detto Barbara Floridia, capogruppo dei 5 stelle al Senato. Anche dal Pd sono arrivate critiche alla tiritera di destra. Mentre il ministero dell’Istruzione ha risposto difendendosi: niente spese extra e niente tagli alle risorse per la scuola, hanno detto da viale Trastevere.

 

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