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Spending review in Vaticano: ecco come il Papa taglia i fondi ai porporati di Curia
Il bilancio del Vaticano è in affanno e Papa Francesco taglia, come gesto simbolico, gli stipendi dei porporati della Curia romana. Dal 1° novembre busta paga più leggera per circa 30 cardinali
La spending review colpisce anche il Vaticano. Papa Francesco, deciso a rimettere in sesto le finanze vaticane, ha dato mandato al prefetto dell’Economia, monsignor Maximino Caballero Ledo, di annunciare una sforbiciata per gli stipendi dei cardinali di Curia.
UN TAGLIO DI CIRCA 300 EURO AGLI STIPENDI DEI PORPORATI ROMANI
Il taglio corrisponderà a circa il 5% dello stipendio mensile e partirà dal prossimo 1° novembre. La misura interesserà circa una trentina di porporati, sui 233 totali, che si trovano ai vertici dei dicasteri della Curia romana. Nella lettera, inviata da monsignor Maximino Caballero Ledo, viene comunicata la sospensione dell’erogazione della “Gratifica per la Segreteria” e della ‘’indennità di Uffici”, finora riconosciute tra gli emolumenti mensili ai cardinali che svolgono incarichi all’interno della Curia romana. La decisione arriva nell’ambito della politica di Papa Francesco di contenimento delle spese della Santa Sede.
NEL 2023 IL DISAVANZO FINANZIARIO DEL VATICANO HA SUPERATO GLI 83 MILIONI DI EURO
Un gesto simbolico che non sposta molto nel bilancio dello Stato pontificio. I cardinali, infatti, guadagnano circa 5mila euro al mese e il taglio non supererà i 300 euro al mese. Il risparmio mensile, quindi, sarà di circa nove mila euro al mese. Poca cosa rispetto al disavanzo finanziario della Santa Sede che, nel 2023, ha superato gli 83 milioni di euro, di soli cinque milioni superiore a quello dell’anno precedente, 1.152 milioni di euro i ricavi operativi, 1.236 milioni le spese operative.
SANTA SEDE: BILANCIO VATICANO IN AFFANNO
Il bilancio della Santa Sede, quindi, è in affanno. I conti mostrano “un deficit operativo in aumento di soli 5 milioni rispetto all’anno passato, contenuto grazie allo spending cut e alla valorizzazione del patrimonio immobiliare – scrive Repubblica -. La Santa Sede non ha né tasse né politica monetaria. Gli unici introiti sono le donazioni: quelle che ogni anno vengono inviate a Roma dalle Chiese più ricche (Stati Uniti, Italia, Germania, Spagna e Corea del Sud) e quelle versate al Papa dai fedeli di tutto il mondo tramite l’Obolo di San Pietro. Nel 2023 nelle casse dell’Obolo sono entrati 48,4 milioni (erano 43,5 nel 2022) ma, attingendo alle riserve, ne sono usciti 90 per sostenere la Curia”. Difficoltà dovute, come per tutti, all’inflazione, alle guerre e al caro energia.
LE SFORBICIATE DI PAPA FRANCESCO PER SANARE IL BILANCIO VATICANO
Papa Francesco non è nuovo alle sforbiciate. Questo nuovo intervento si aggiunge a una serie di misure già adottate negli ultimi anni per contenere i costi, tra cui la revisione delle spese sugli affitti gratuiti concessi a cardinali e dirigenti vaticani nel 2023. Già nel 2021, in piena crisi pandemica, il Pontefice aveva ridotto del 10% le indennità dei cardinali, dell’8% quelle dei capi dicastero e dei segretari, e del 3% quelle dei religiosi in servizio presso la Santa Sede.
La missiva del prefetto Caballero Ledo lascia intendere che potrebbero esserci ulteriori provvedimenti in futuro. La necessità di ridurre il deficit richiederà infatti “il contributo di tutti”, suggerendo che nuove misure verranno implementate per contenere le spese e aumentare le entrate.
LE RIMOSTRANZE DEI DIPENDENTI DEL VATICANO
I tagli agli stipendi dei cardiali, come già sottolineato, sono un gesto puramente simbolico. Il Vaticano ha avviato una spending review più ampia tra i dipendenti laici. L’Adlv, l’associazione dei dipendenti laici vaticani, ha espresso preoccupazione per il congelamento sugli scatti salariali, blocchi delle assunzioni e degli straordinari. Al contrario, ll’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica) ha recentemente assegnato gratificazioni ad alcuni dipendenti, suscitando domande sui criteri utilizzati per queste decisioni.