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Tasse, giochi, tabacco: perché la manovra è sbagliata. Parla Capezzone

Capezzone

Tutti i dubbi sulla manovra del governo giallorosso del commentatore del quotidiano “La Verità”, Daniele Capezzone, intervistato da Policymaker

Altro che zero virgola, arriveremo allo zero spaccato. Daniele Capezzone, oggi commentatore del quotidiano La Verità, non vede un futuro roseo per il Pil italiano nel 2020. Nella manovra che sta predisponendo il governo Conte 2 e che dal 20 ottobre inizierà il suo iter parlamentare “ci sono due errori catastrofici — spiega —: non contiene misure per la crescita e viene messa nel mirino mezza Italia, quella che non corrisponde all’elettorato dei partiti ora a Palazzo Chigi”.

“NESSUNA CHANCE DI CRESCITA”

Con la manovra che sta preparando il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, “sfido a dire che abbiamo chance di crescita e un sistema di rilancio dell’economia”. Inoltre, “vengono messe nel mirino solo alcune categorie di lavoratori (autonomi, del settore privato, piccole imprese) che, cosa ancor peggiore, non sono gli elettori dell’attuale esecutivo. Se però quando si è a Palazzo Chigi si colpisce una base sociale differente dalla propria si instaura un meccanismo pericoloso”.

“IL DANNO E LA BEFFA PER LE PARTITE IVA”

Nel caso delle partite Iva, poi, siamo di fronte a un danno e a una beffa. “Il danno — spiega – perché il regime non viene esteso per chi ha ricavi fino a 100mila euro (per cui era prevista un’aliquota del 20%, ndr) nonostante — che io sappia — fossero già stati bollinati 2 miliardi per completare l’operazione” iniziata dal precedente governo gialloverde. “La beffa perché l’imposta piatta resta per i ricavi fino a 65mila euro ma viene tolto il pacchetto di semplificazioni”. Una misura che rischia di creare un forte scontento e che avrà vita dura durante l’iter parlamentare della manovra. Basti pensare che venerdì scorso Chiara Gribaudo, vicecapogruppo dei deputati Pd, ha scritto una lettera al titolare del Mef, pubblicata sul Corriere della Sera online, in difesa di “professionisti e piccoli imprenditori che rischiano di pagare ingiustamente il prezzo di questa inversione di tendenza nella giusta e sacrosanta lotta all’evasione fiscale”.

“NO A TASSAZIONE COME MARTELLO ETICO”

Per quanto riguarda la sugar tax, Capezzone non ha dubbi: “L’idea di usare la tassazione come un martello etico da dare in testa a chi ha comportamenti che non piacciono alla maggioranza pro tempore è senza senso. In uno Stato liberale si può informare sui rischi che derivano dal consumo di alcune sostanze o anche sensibilizzare sull’importanza dell’attività sportiva ma tassare è sbagliato”. C’è da dire che ci sono già Paesi in cui questo genere di imposte è stato introdotto. “E’ vero ma dove si è fatto non ha funzionato, non esistono studi scientifici che corroborino tali scelte”.

“CON GIOCHI E TABACCO ATTENZIONE A NON FAVORIRE INDIRETTAMENTE L’ILLEGALITÀ”

Puntuali, come ogni anno in tempi di manovra, tornano i tentativi di stretta sulle slot machine e sulle videolottery. Dal 10 febbraio 2020 è previsto l’arrivo di 468 milioni grazie a un aumento del Prelievo erariale unico (Preu) sugli incassi dal 21,6% al 23% per quanto riguarda le slot machine e a un aumento della raccolta dal 7,9% al 9% per le vlt. “Bene o male, tra luci e ombre, il risultato delle operazioni normative compiute negli anni passati era stato quello di portare alla luce un settore e di ridurre lo spazio della clandestinità e dell’illegalità — commenta Capezzone — ma quanto più operi in modo fiscalmente aggressivo tanto maggiore è il rischio di fare un favore alla criminalità”.

Lo stesso dicasi per il tabacco e i derivati: stando alle ultime indiscrezioni, con la manovra si punta a un contributo di oltre 200 milioni di cui 160 milioni dall’incremento di imposte su liquidi, bruciatori, trinciato e sigaretti e più di 45 milioni sulle sigarette. “Anche in quest’ambito, e in particolare tra i prodotti di fascia più bassa, il rischio è che i consumatori si rivolgano al mercato illegale”.

LE COMPENSAZIONI

C’è poi un altro elemento preoccupante secondo il commentatore della Verità, ovvero che se viene confermata l’impostazione attuale nel decreto fiscale 2020 collegato ci sarà una stretta sulle compensazioni. “Applicare alle compensazioni di Irpef, Ires e Irap la stessa tempistica di quelle Iva e in più aggiungere un meccanismo sanzionatorio feroce non farà che scoraggiare i contribuenti che, in tal modo, rischiano di perdere dei soldi”.

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