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Teatro San Carlo: la nomina di Macciardi apre la faglia tra governo e Manfredi

Il Teatro San Carlo al centro di una disputa istituzionale: Manfredi non può esserci per la nomina del Sovrintendente, ma il Cdi si vede lo stesso e sceglie Macciardi. Il suo profilo, chi erano gli altri candidati e perché adesso si rischia lo stallo 

I primi tremori s’erano avvertiti sul Patto per Napoli e sulla nomina del commissario per la Coppa America. Ora la quiescenza tra il governo e il Comune di Napoli pare giunta alla soglia critica, alimentata dai movimenti tellurici delle imminenti elezioni regionali.

La linea di faglia potrebbe essere la controversa nomina del sovrintendente del Teatro San Carlo giunta ieri su ratifica del Consiglio d’indirizzo. In assenza però del presidente della Fondazione del lirico, ossia il sindaco Manfredi, che aveva disdetto la riunione e che adesso sconfessa la delibera dei consiglieri di Ministero e Regione.

MANFREDI A ROMA, MA LA RIUNIONE DEL CDI SI TIENE LO STESSO

La riunione del Cdi del San Carlo, chiamato a indicare il successore di Stéphane Lissner, dimessosi ad aprile, era fissata per le 10.30 di ieri mattina. Ma Manfredi non può esserci: lo vogliono a Palazzo Chigi, è convocata la cabina di regia su Bagnoli, c’è da decidere sulla bonifica della colmata in vista della Coppa America. Così il sindaco, di buon mattino, decide di disdire la seduta, forse anche per temporeggiare sulla nomina del sovrintendente. Il Cdi non ci sta e si vede ugualmente.

Ai due tavoli sono presenti gli stessi soggetti: città di Napoli, Regione Campania, governo. Solo che a Palazzo Chigi sono presenti i titolari, mentre al San Carlo ci vanno i delegati. L’assemblea sul Massimo partenopeo è presieduta dal consigliere anziano, l’imprenditrice Marilù Faraone Mennelli, indicata dal MiC. Con lei Gianfranco Nicoletti, rettore della Vanvitelli, anch’egli legato del ministero, e l’economista Riccardo Realfonzo per conto di Palazzo Santa Lucia.

I CANDIDATI PER IL RUOLO DI SOVRINTENDENTE DEL SAN CARLO

Sono sette in totale i candidati per il ruolo. A contendersi il posto i due palermitani Emmanuela Spedaliere, attuale direttore generale del Teatro Massim, e Fedora Sorrentino, che dopo un passato al San Carlo dirige oggi il Teatro lirico del capoluogo siciliano. In corsa anche Antonio Tasca, esperto manager culturale con un percorso fra Milano, Trieste e Genova, oltre a due proposte “interne”, con Mariano Bruno, già membro del Consiglio di indirizzo del San Carlo, e Maurizio Pietrantonio, direttore generale e artistico del Ravello Festival ed ex membro del cda del San Carlo a cavallo dei primi anni Duemila. Potrebbe spuntarla anche Ninni Cutaia, per cinque anni alla guida del Teatro Mercadante di Napoli e figura di riferimento nel teatro italiano per il Ministero dei Beni Culturali. Ma alla fine la scelta ricade sul violinista Fulvio Adamo Macciardi, ex sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna e profilo gradito al Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi.

CHI È FULVIO ADAMO MACCIARDI

Nato a Milano nel 1972, Macciardi è violinista di formazione e ha maturato un percorso manageriale di primo piano nel teatro lirico italiano. Dopo aver diretto il Comunale di Bologna dal 2015 al 2022, è oggi presidente dell’Anfols (Associazione Nazionale delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche) e membro del board di Opera Europa dal 2023. Sotto la sua guida, il Comunale ha inaugurato stagioni di grande successo artistico e ha riportato i conti in pareggio, valorizzando al contempo i giovani talenti.

Pur apprezzando il gesto di fiducia nei suoi confronti, Macciardi si è detto cauto: «È opportuno attendere l’iter formale: la nomina ministeriale sarà il passaggio determinante» ha commentato. Secondo fonti interne, il sottosegretario Gianmarco Mazzi nutrirebbe stima per il profilo di Macciardi, mentre il sindaco Manfredi avrebbe vagliato in parallelo candidature alternative, tra cui quelle di Emmanuela Spedaliere (direttore generale del San Carlo) e di Fedora Sorrentino (già al Massimo palermitano).

IL NODO SULLA NOMINA: ANCORA INCERTEZZA PER IL SAN CARLO?

È lo stesso Manfredi, in una nota, a sconfessare pubblicamente la validità della riunione: “Non si è svolto il previsto Consiglio di indirizzo della Fondazione Teatro di San Carlo. È stato sconvocato per impegni istituzionali del presidente, chiamato a Roma per la Cabina di regia su Bagnoli. Non è stata quindi formalizzata alcuna decisione in merito alla indicazione del nuovo Sovrintendente”.

Orfini del Pd parla di un gesto di “gravità inaudita”, una riunione illegittimi che sovverte le regole previste per l’elezione. I sindacati di categoria – Slc Cgil, Uilcom Uil e Cisl – salutano con favore la scelta, sottolineando l’urgenza di mettere fine alla fase di incertezza e di garantire la piena funzionalità del Massimo partenopeo in vista dell’apertura della stagione.

Ma il risultato potrebbe essere invece uno stallo: statuto alla mano, la possibilità di adire un ricorso per la forzatura c’è. Già per Lissner si finì a carte bollate: l’ex sovrintendente fu escluso da una norma che vietava agli stranieri over 70 di ricoprire incarichi pubblici in Italia e poi reintegrato su decisione dei giudici amministrativi. E alla fine, lo scontro tra ministero e Manfredi potrebbe risolversi con un commissariamento che sarebbe sgradito a tutti.

 

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