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Giani

Toscana, il toto-deleghe di Giani: a chi va cosa

Il rieletto governatore della Toscana Eugenio Giani prova a confezionare una squadra che tenga insieme continuità e discontinuità, tra nomi in ballo, equilibri di partito e pressioni territoriali

La nuova giunta di Eugenio Giani entra nella fase decisiva: dopo la nomina degli assessori, sono partite le manovre per la definizione delle deleghe e dei vertici amministrativi che dovranno attuare il programma di governo. Al centro c’è soprattutto la Sanità — un “super assessorato” da 8 miliardi — ma non mancano riassetti su lavoro, istruzione, ambiente e comunicazione.

LA SCOMMESSA SULLA SANITÀ

Il cuore dell’operazione è il mega-assessorato alla Salute più “sociale” affidato a Monia Monni, scelta di peso per il Pd che prende in mano una materia da circa 8 miliardi di spesa regionale. L’incarico combina sanità e politiche sociali in un’unica cabina di regia, con tutte le tensioni e le responsabilità che ne derivano per chi lo guiderà.

IL PASSAGGIO DI TESTIMONE NEL DG

Accanto alla nomina dell’assessore è in corso la riorganizzazione dei vertici amministrativi: Federico Gelli, finora direttore della Direzione sanità, welfare e coesione sociale, è dato in uscita per far posto ad Antonio Davide Barretta, attuale direttore generale dell’Aou Senese dal gennaio 2021. Barretta porta con sé esperienza consolidata in ruoli di management sanitario e amministrativo, e il suo profilo è stato valutato come lo strumento tecnico per assicurare sia continuità che un segno di discontinuità rispetto al passato.

MARRAS, AGRICOLTURA E SVILUPPO

Il governatore dovrebbe ampliare il portafoglio di Leonardo Marras, accorpando allo sviluppo economico anche l’agricoltura (caccia compresa). L’operazione mira a ricomporre competenze affini in capo a un assessore di peso tecnico-politico, per semplificare interlocuzioni con il mondo rurale e le filiere produttive.

IL CASO NARDINI

Sullo scranno di Alessandra Nardini si è aperto un nuovo round di trattative: dopo la pressione esercitata dal Pd romano per reinserirla in giunta, Giani ha dovuto accettare la sua presenza, ma potrebbe limare le deleghe principali lasciandole incarichi più “leggeri” — digitale, sistemi informativi e semplificazione — spostando lavoro e istruzione ad altri assessori, in particolare ad Alberto Lenzi.

ALTRE DELEGHE STRATEGICHE

Le pari opportunità andrebbero a Cristina Manetti, insieme alla Cultura e alla comunicazione — quest’ultima influenzata dall’onda lunga dell’iniziativa ‘Toscana delle Donne’. Giani conserverebbe nelle proprie mani un pacchetto “pesante” (sport, bilancio, protezione civile, servizio idrico) che potrà assegnare o delegare al sottosegretario Bernard Dika a seconda delle necessità politiche e operative.

IL PROGRAMMA E IL TAVOLO CON IL PD REGIONALE

La chiusura della partita delle deleghe è strettamente legata all’approvazione del documento programmatico illustrato da Giani: un faldone di circa 200 pagine che copre temi dall’acqua pubblica al salario minimo, dai nidi e libri gratuiti a un piano per case e ospedali di comunità, fino alle rinnovabili e alle grandi opere. L’intesa con il Pd regionale guidato da Emiliano Fossi e la votazione del consiglio sugli ordini del giorno determineranno poi i tempi e i margini per le nomine definitive.

 

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