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Il tour europeo di Wang Yi e la “nuova guerra fredda”

5 Stelle

Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, che ha iniziato ieri dall’Italia il suo primo tour europeo post-Covid19, ha lanciato un messaggio chiaro: non fatevi trascinare dalla “nuova guerra fredda” che gli Stati Uniti cercano di promuovere

Il viaggio in Europa del ministro degli Esteri cinese Wang Yi durerà tutta la settimana e toccherà cinque paesi. Dopo l’Italia sarà la volta di Olanda, Norvegia, Francia e Germania. L’obiettivo è quello di impostare i rapporti con il Vecchio Continente, in un momento in cui le relazioni tra Unione europea e Stati Uniti non sono delle migliori.

UNA NUOVA GUERRA FREDDA

“Il mondo deve evitare una nuova guerra fredda”, ha detto il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, in riferimento all’escalation delle tensioni tra Cina e Stati Uniti. “La Cina non vorrà mai una guerra fredda perché una guerra fredda sarebbe un passo indietro”, ha detto Wang ai giornalisti italiani. “Non permetteremo ad altri Paesi di farlo per i propri interessi, danneggiando così gli interessi di altri”.

PERCHÉ L’ITALIA È LA PRIMA TAPPA

L’Italia, con disappunto di Washington, è stato il primo paese del G7 a firmare un memorandum d’intesa con la Cina sull’iniziativa Belt and Road, il grande progetto infrastrutturale e geopolitico voluto dal presidente cinese Xi Jinping. Wang, a Roma, ha ribadito che Italia e Cina sono partner “naturali” e che questo progetto sarà la “forza motrice” per la cooperazione bilaterale dei prossimi 50 anni. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha concordato, definendo “prioritario” il partenariato con Pechino, ma segnalando anche che l’Italia resta ancorata al suo tradizionale schema di alleanze – Ue e Nato – che sono “più solide che mai”.

PERCHÉ L’EUROPA

Il ministro cinese, nello spiegare i motivi che l’hanno portato in Europa, è partito dalla pandemia: “La Cina e l’Unione europea si aiutano e si sostengono a vicenda, creando anche un buon esempio di cooperazione internazionale. I cinesi dicono che se mi dai una pesca, in cambio ti do una prugna. Quindi abbiamo una tradizione di aiutare gli altri nella difficoltà. Non abbiamo mai dimenticato gli aiuti che l’Ue ci ha dato nel momento difficile e non vogliamo restare fermi a guardare davanti alle difficoltà che l’Ue sta affrontando”. Ha poi proseguito dicendo: “La mia visita in Europa è per dare sostegno all’unità dell’Unione europea. Un’Europa unita, stabile e prospera è importante non solo per l’Ue stessa, è importante per tutto il mondo. La Cina continuerà a sostenere l’integrazione europea con le proprie azioni concrete. Sosteniamo anche gli sforzi e il programma fatto dall’Ue per la ripresa economica. La Cina sarà sempre un amico affidabile dell’Ue”.

L’ALLEANZA CINA-UNIONE EUROPEA VS STATI UNITI

“I rapporti tra Cina e Unione europea danno beneficio non solo alle due popolazioni ma a tutto il mondo”, ha premesso Wang. Per il ministro cinese è importante che Cina e Unione europea rafforzino i loro legami e collaborino ulteriormente nella lotta al Covid-19. Pechino vede la relazione con l’Europa come strategica nella ripresa post-pandemica, anche alla luce della politica protezionistica e unilaterale dell’amministrazione Trump. Il presidente degli Stati Uniti che ha puntato il dito contro la Cina accusandola della diffusione della malattia, sta inoltre cercando di limitare lo sviluppo del colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei a livello globale. Per Wang l’Unione europea deve contribuire al mantenimento di “un ordine mondiale basato sul multilateralismo, sul libero mercato e sulla globalizzazione”.

LE FRECCIATINE DI WANG A TRUMP

A proposito del mantenimento dell’ordine internazionale citato da Wang, il ministro cinese ha parlato di ‘forze esterne’ che lo minacciano: “Le nostre relazioni attualmente subiscono provocazioni e danni da forze esterne. Quindi dobbiamo concentrarci sui nostri interessi comuni per mantenere uno stato salutare e stabile delle nostre relazioni. Attualmente il nostro mondo non ha di fronte solo la sfida del coronavirus. Soffiano anche i venti dell’unilateralismo, del protezionismo e una mentalità da guerra fredda”. Anche se non esplicito, si tratta ovviamente di un chiaro riferimento agli Stati Uniti.

L’amministrazione americana ha paura di perdere il primato in favore della Cina su alcuni settori che considerano strategici per il loro sviluppo, come telecomunicazioni, 5G, AI biotecnologie e settore farmaceutico. Se a novembre dovesse vincere Biden però l’ossessione nei confronti della Cina potrebbe addirittura aumentare.

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