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Tutte le riaperture di maggio

Coprifuoco

Le regioni hanno avanzato le loro proposte aperturiste, ora spetta a Draghi delineare la road map della riaperture

Questa mattina la riunione della cabina di regia per discutere delle proposte elaborate dalle regioni sulle riaperture. Rigoristi (Pd e Speranza) e aperturisti (centrodestra) restano divisi. La Lega di Matteo Salvini chiede un calendario e Luigi Di Maio risponde: “riapriamo in sicurezza ma basta con le polemiche”.

La road map delle riaperture verrà inserita nel prossimo decreto, che entrerà in vigore il 1° maggio.

PREOCCUPAZIONI PER IL WEEKEND DEL 1° MAGGIO

I rigoristi restano fermi sulla loro posizione di non allentare le restrizioni prima del 3 maggio poiché preoccupa la festa dei Lavoratori ed è quindi probabile che quel weekend si tinga di rosso, come è già successo per Natale e Pasqua. Il centrodestra spinge, invece, per adottare misure da zona arancione.

PAROLA D’ORDINE: GRADUALITÀ

Il presidente del Consiglio Mario Draghi, il ministro della Salute Roberto Speranza e il mondo scientifico sono d’accordo sul fatto che sia necessario iniziare a riaprire ma con gradualità per “consentire a tutti una stagione nuova, ma in sicurezza”, ha detto Speranza. Anche per Draghi la priorità è aprire per non richiudere.

decreto anti Covid-19

IL RITORNO DELLA ZONA GIALLA E GLI SPOSTAMENTI

Accantonata nell’ultimo decreto, la zona gialla tornerà disponibile per le regioni più virtuose – ovvero con meno contagi e più vaccinazioni – a partire dal 3 maggio. Chi entrerà a far parte di questa fascia potrà riaprire i ristoranti almeno a pranzo e circolare liberamente all’interno della regione. Per quanto riguarda, invece, lo spostamento tra regioni, da Palazzo Chigi e dal ministero della Salute fanno sapere che se ne riparlerà tra qualche settimana.

LE PROPOSTE DELLE REGIONI

Le regioni, guidate dal leghista Massimiliano Fedriga, hanno presentato “un documento fortemente aperturista”, come scrive il Corriere della Sera. Si punta, infatti, a far ripartire i ristoranti sia a pranzo che a cena, ma anche le palestre, le piscine e gli spettacoli anche in zona rossa. Pensano che sia possibile grazie a “un rigido sistema di distanze interpersonali e incentivando le attività all’aperto”, oltre a uno screening periodico del personale non vaccinato.

RISTORANTI E NON SOLO

Per la riapertura di ristoranti ma anche di trattorie, pizzerie, self-service, bar, pub, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie e pure se all’interno di stabilimenti balneari, centri commerciali e per l’attività di catering, specifica la bozza delle regioni, si propongono 2 metri di distanza tra i tavoli al chiuso e 1 metro all’aperto, mascherina obbligatoria, accesso con prenotazione e lista dei nominativi di chi ha prenotato da tenere per 14 giorni.

Nei bar, si legge nella bozza, “dopo le 14 consentire solamente la consumazione al tavolo” e si chiede anche di poter tornare a giocare a carte e a sfogliare i giornali seduti ai tavolini.

CINEMA E TEATRI

Per accedere a cinema e teatri le regioni propongono l’esibizione di un test negativo effettuato nelle ultime 48 ore, almeno 1 metro di distanza – frontale o laterale – tra spettatori se indossano la mascherina e almeno 2 metri qualora le disposizioni prevedano di non indossarla.

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PISCINE E PALESTRE

Per le palestre si propone di “redigere un programma delle attività il più possibile pianificato (es. con prenotazione) e regolamentare gli accessi in modo da evitare condizioni di assembramento e aggregazioni”, organizzando anche gli spazi negli spogliatoi e nelle docce in modo da assicurare le distanze di almeno 2 metri, senza dimenticare di garantire la distanza di sicurezza di almeno 1 metro per le persone mentre non svolgono attività fisica e di 2 metri durante l’attività fisica.

In piscina, indicano le linee guida stilate dalle regioni, solo con almeno 7 metri quadrati d’acqua a disposizione per nuotatore.

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La bozza delle regioni per le riaperture

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