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Tutti (o quasi) contro Conte per il nuovo Dpcm. La maggioranza Pd-M5s si spacca

Renzi Conte

Il nuovo Dpcm fa tremare la maggioranza e infuriare l’opposizione. Bellanova attacca Conte, Renzi contro Zingaretti e Franceschini, Orlando contro Renzi. Tra i pentastellati, Crimi e Bonafede invitano all’unità, ma Drago lascia il Movimento e Dessì critica il Dpcm. Nelle chat grilline attacchi ai ministri De Micheli e Franceschini

Nella maggioranza Pd-M5s al governo si litiga per il Dpcm, ma anche dall’opposizione piovono critiche al premier Conte e al ministro dei beni culturali Dario Franceschini. Già sabato nella riunione tra Conte e i capi delegazione, la ministra Bellanova aveva espresso le perplessità sul Dpcm varato poi nella notte. Poi è arrivato l’attacco di Matteo Renzi al segretario del Pd Nicola Zingaretti.

LE CRITICHE DI BELLANOVA

“L’ho detto in mille modi, quel Dpcm non va bene, non risponde alle esigenze della comunità scientifica, alle richieste delle Regioni e crea gravissimi danni alla ristorazione e alla filiera agroalimentare”. Con una frase la ministra per le politiche agricole Teresa Bellanova fa a pezzi il Dpcm del premier Conte. “Va cambiato – dice – dobbiamo dare risposte concrete al Paese, sulla base di ciò che la comunità scientifica consiglia”, pubblicando sul suo profilo Twitter un vero e proprio video-appello contro le misure approvate dall’esecutivo di cui anche lei fa parte.

RENZI CONTRO ZINGARETTI

Il leader di Italia Viva è contrario alle chiusure previste dal Dpcm varato dalla maggioranza e torna a ribadire l’importanza di tamponi rapidi e il potenziamento delle terapie intensive e del tracciamento. “Chiederemo al presidente del Consiglio di modificare il decreto”. Renzi è contrario alla chiusura di cinema e teatri, alle restrizioni per bar e ristoranti (perché la criticità riguarda i trasporti) e all’ampliamento della didattica a distanza (dad). “È un provvedimento senza basi scientifiche. Ok a rinunciare ad alcune libertà. Errore chiudere cultura e sport”. Renzi critica anche la decisione di non ricorrere al Mes: “Rischiamo di far schizzare la curva del debito solo per le emergenze e senza una visione strategica. In questo senso appare sempre più assurdo il ‘no’ ideologico al Mes”.

RENZI CONTRO FRANCESCHINI

Renzi ha criticato anche il ministro Franceschini: “Come fa a non capire che i problemi non sono i teatri ma le metropolitane?”. La risposta di Franceschini è stata secca: “Chi protesta non ha capito il rischio dei contagi”.

LA RISPOSTA DI ORLANDO A RENZI

Il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, è stato uno dei primi a rispondere a Renzi: “Ricordo nitidamente i giorni nei quali i ministri, finito il Cdm, andavano in piazza a manifestare contro il governo. Non andò bene allora, per il governo ma ancor più per il Paese [il riferimento è alla caduta del governo Prodi nel 2008, dopo che i Ministri avevano manifestato contro il loro stesso governo, ndr]”.

LA REPLICA DI ZINGARETTI

“Vedo molti distinguo da esponenti di governo, da forze di maggioranza con iniziative politiche che ritengo incomprensibili, penso che non siano mai stati seri quei partiti che la sera siedono ai tavoli di governo e la mattina organizzano l’opposizione rispetto alle decisioni prese la sera precedente. È eticamente intollerabile stare con i piedi in due staffe” ha detto il segretario del Pd riferendosi direttamente a Renzi. Zingaretti ha paura che la maggioranza non regga e per questo chiede a Conte “un salto di qualità” e di “coinvolgere le opposizioni: non si può chiedere loro solo di sottoscrivere le nostre decisioni”.

GRILLINI DI MAGGIORANZA E DI OPPOSIZIONE

Il ministro della giustizia Alfonso Bonafede è sulla stessa linea d’onda di Zingaretti: “No al distinguo”. Il capo politico ad interim del Movimento, Vito Crimi, invita all’unità, ma la maggioranza non è compatta su tutti i fronti. Zingaretti ce l’ha con una parte dei Cinque stelle, nello specifico con il ministro dello sport Vincenzo Spadafora – che non voleva chiudere le palestre – e con il viceministro della salute Pierpaolo Sileri, che ha criticato il Dpcm.

LE CRITICHE DEL M5s ALLA MINISTRA PD DE MICHELI

Arrivano da alcuni parlamentari grillini forti critiche sia verso Franceschini che verso la ministra dei trasporti Paola De Micheli. Come riporta il Corriere, così scrivono i senatori grillini della commissione lavori pubblici e trasporti: “Purtroppo ci tocca constatare che il nostro Paese è costretto a nuove restrizioni anche per via di alcuni settori dove si è lavorato poco. La ministra De Micheli da giorni minimizza, ma quello del trasporto pubblico rimane un problema da affrontare”.

LA CHAT DEI GRILLINI E L’ADDIO DI DRAGO AL MOVIMENTO

Negli estratti delle chat dei deputati M5s ci si scaglia anche contro Franceschini, autore delle critiche a Spadafora. “È ora che si dia una svegliata – scrive un deputato – altro che bonus vacanze. E non dovrà pensare ai Favino&co, ma al mondo del teatro vero e proprio. Agli ultimi”. Un altro deputato grillino attacca: “Pensa quando ci chiederanno di votarlo presidente della Repubblica”. Al Senato, dove la maggioranza ha già numeri risicati, lascia il M5s Tiziana Drago, che ha spiegato al Corriere: “Lascio il M5s che ha perso nei palazzi lo spirito originario. Sono stata ostacolata in maniera incredibile nella mia attività parlamentare. Lavorerò a un progetto politico laico di ispirazione cattolica, Popolo protagonista”.

LE CRITICHE GRILLINE AL DPCM

Il senatore grillino Emanuele Dessì difende il lavoro di Spadafora e del ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli e spiega le critiche di alcuni deputati pentastellati al Dpcm: “Ci sono delle cose non comprensibili, la situazione è frutto di processi inefficienti che magari non sono nemmeno imputabili alla singola persona, ma a tutta la macchina burocratica. Si sta cercando di spostare le colpe di questa situazione sul M5s o sul premier”.

LA RISPOSTA DI CONTE

“La politica deve sapere dare conto delle proprie scelte ai cittadini, assumersi la responsabilità delle proprie azioni e non soffiare sul fuoco dei rispettivi capi delegazione. Nessuno vuole davvero far cadere un governo nel mezzo di una pandemia che mette a dura prova il mondo”. Conte sembra essere stato convinto dal ministro della salute Roberto Speranza e da Franceschini, favorevoli a questo Dpcm, ma adesso non vuole modificarlo. “Se la curva non si piega rischiamo il collasso del sistema sanitario e dell’economia e la tenuta sociale del Paese verrà messa a dura prova. Senza queste misure, che sappiamo essere dure, la curva epidemiologica è destinata a sfuggirci di mano”.

I PROSSIMI GIORNI DI CONTE (E IL PERCHÉ DEL DPCM)

Domani i sindacati Cgil, Cisl e Uil chiederanno a Conte lo stop dei licenziamenti e giovedì il premier sarà in Parlamento per illustrare il decreto. Alla Camera e al Senato spiegherà che le chiusure “non sono state decise indiscriminatamente” e che dopo il colloquio con il presidente dell’ISS, Silvio Brusaferro, si è convinto che sospendere ristoranti, cinema e teatri ha l’obiettivo di disincentivare “le persone a uscire di casa”. In sostanza, togliere ‘tentazioni’ agli italiani per indurli a non uscire ma senza obbligarli.

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