Al via la serie podcast scritta a voce dalla scrittrice e storyteller Mapi Danna e…
Tutti gli ultimi dati Istat su Pil, deficit, debito e pressione fiscale
L’Istat rivede al ribasso il Pil del 2023 ma si rafforza la crescita nei due anni precedenti. Cosa comporta questo per la manovra economica e di chi sono i meriti (e i demeriti)
L’Istat pubblica la revisione dei conti economici. La crescita del 2023 secondo le stime è stata inferiore a quanto previsto, ma si è rafforzata nei due anni precedenti. Questa variazione, unita al calo del debito/Pil e all’andamento del saldo primario – spiega l’Agi – potrebbe aprire uno spazio di finanza aggiuntivo di circa 1 miliardo di euro da utilizzare nel cantiere della manovra. La revisione dei conti economici del periodo 1995-2023 era particolarmente attesa dal governo, che ora potrà procedere – presumibilmente in settimana – al via libera in Cdm del Piano strutturali di bilancio. A quel punto attende il varo del Dpb, ossia il Documento programmatico di bilancio, da inviare entro il 15 ottobre a Bruxelles.
ISTAT RIVEDE AL RIBASSO IL PIL DEL 2023 A +0,7%
Ed ecco gli ultimi dati forniti dall’Istat. Nel 2023 il tasso di variazione del Pil italiano in volume è pari a 0,7%, 0,2 punti percentuali in meno rispetto alla stima del marzo scorso. Sulla base dei nuovi dati, nel 2022 il Pil in volume è aumentato del 4,7%, al rialzo di 0,7 punti percentuali, nel 2021 è cresciuto dell’8,9%, con una revisione di +0,6 punti percentuali.
Online le stime relative alla revisione generale dei Conti Economici Nazionali, concordata in sede europea, che introduce innovazioni e miglioramenti di metodi e di fonti
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— Istat (@istat_it) September 23, 2024
DA REVISIONE ISTAT: PIL +21 MLD 2021, +34 MLD 2022, +43 MLD nel 2023
“Rispetto alle stime diffuse a marzo 2024 – rende noto l’Istituto nazionale di statistica – il Pil nominale del 2021 è risultato superiore di circa 21 miliardi e nel 2022 e 2023, rispettivamente, di 34 e 43 miliardi. Per effetto della revisione, il Pil in volume del 2023 si è attestato a un livello per la prima volta superiore al massimo raggiunto prima della crisi finanziaria del 2008″.
PERCHE’ LA CRESCITA DEL 2023 E’ STATA RIVISTA AL RIBASSO
Per il 2023 la variazione in volume è invece stata rivista al ribasso, nonostante l’aumento in valore a prezzi correnti. Le variabili sono infatti diverse e, come spiegato nel corso di una conferenza stampa dai tecnici dell’Istituto, i cambiamenti in livello possono “modificare, non modificare o modificare anche in direzione opposta” il tasso di crescita che è una comparazione tra anni. Ragionamento che vale anche per i dati su deficit e debito, che si misurano come rapporto e che implicano un cambiamento sia del numeratore che del denominatore.
Tornando ai dati sul Pil, nel 2023 gli investimenti fissi lordi sono aumentati in volume dell’8,5%, i consumi finali nazionali dell’1,2%, le esportazioni di beni e servizi dello 0,8%, mentre le importazioni sono scese dello 0,4%. Il valore aggiunto in volume nel 2023 è diminuito dell’1,6% nell’industria in senso stretto e del 3,5% nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, mentre è aumentato del 6,7% nelle costruzioni e dell’1,1% nei servizi.
ISTAT, MIGLIORA IL DEFICIT 2023 AL 7,2% DEL PIL
Il deficit italiano in rapporto al Pil nel 2023 è pari al 7,2%, migliorato rispetto alla stima pubblicata ad aprile che indicava -7,4%. L’Istat ha rivisto anche le stime sul 2022 a 8,1% dall’8,6% stimato in primavera. In termini assoluti il miglioramento del deficit di due decimali si traduce in 3 miliardi di euro in meno. A migliorare rispetto alle stime di aprile è anche il saldo primario, ovvero l’indebitamento al netto della spesa per interessi. Nel 2023 è stato pari a -3,5% contro il -3,6% del comunicato Istat di aprile. Si tratta di un miglioramento di circa un miliardo di euro.
L’ISTAT TAGLIA IL DEBITO DEL 2023 AL 134,6% DEL PIL, SCENDE LA PRESSIONE FISCALE
Migliorano le stime sul debito italiano nel 2023. Secondo le ultime revisioni dei conti economici nazionali, il rapporto con il Pil si è attestato al 134,6%. Nel Def e nell’ultimo comunicato dell’Istituto di statistica di aprile era indicato un rapporto al 137,3%.
Mentre la pressione fiscale in Italia è scesa nel 2023 al 41,5% del Pil contro il 41,7% del 2022. L’Istituto di statistica spiega che il calo fa seguito a un aumento delle entrate fiscali e contributive (6,0%) inferiore rispetto a quello del Pil a prezzi correnti (+6,6%).
MINISTRO GIORGETTI: “REVISIONE LIEVE, NON CAMBIA IL QUADRO PSB”
Per il ministro dell’Economia Giorgetti, che ha le chiavi dei conti pubblici, “la revisione dei dati comunicati oggi da Istat è di lieve entità e non cambiano i principi e il quadro del Piano strutturale di bilancio già esaminato dal Cdm lo scorso 17 settembre. Il Psb sarà rifinito – aggiunge il ministro – alla luce dei numeri comunicati oggi da Istat”.
TAJANI: CALA IL DEFICIT E L’ITALIA CRESCE GRAZIE AL BUON GOVERNO
Si prende i meriti il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani. “Istat ha pubblicato i dati di revisione del PIL anni 21-23. In totale + 98 mld di cui 43 nel solo 23. Il nostro Pil nel 2023 – ha sottolineato sui social – ha superato per la prima volta il massimo raggiunto prima della crisi del 2008. Cala anche il deficit. L’Italia cresce, grazie al nostro buon governo”.
Istat ha pubblicato i dati di revisione del PIL anni 21-23. In totale + 98 mld di cui 43 nel solo 23 . Il nostro Pil nel 2023 ha superato per la prima volta massimo raggiunto prima della crisi del 2008. Cala anche il deficit.
L’Italia cresce, grazie al nostro buon governo— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) September 23, 2024
M5S: “CON MELONI CRESCITA A PICCO, ITALIA IN PIEDI GRAZIE A CONTE”
Non sono dello stesso avviso i rappresentanti del M5S. “L’Istat rivede al ribasso la già striminzita crescita del Pil per il 2023, primo anno di Governo Meloni, inciso dalla sua prima Manovra. Lo stesso Istituto di statistica certifica invece un ulteriore aumento del Pil per il 2021, che dopo essere stato già rivisto al rialzo dal +7 al +8,3%, oggi viene ulteriormente incrementato al +8,9%. Lo stesso vale per il Pil 2022, rivisto al rialzo dal +4 al +4,7%”, afferma Emiliano Fenu, capogruppo M5s in Commissione finanze della Camera.
“Il Centrodestra impazzisce soltanto all’idea, ce ne rendiamo conto, ma il 2021 e il 2022 sono gli anni direttamente toccati dalle politiche espansive e di protezione sociale del Governo Conte II: Superbonus, Transazione 4.0, Reddito di cittadinanza, intervento dello Stato per sostenere gli investimenti, potenziamento del Fondo centrale di garanzia per le pmi, decontribuzione Sud e via dicendo. Se la Meloni derubricava la crescita del Pil del post pandemia parlando di rimbalzo del ‘gatto morto’, il risultato del crollo della crescita del Pil 2023, risultato tutto suo e di Giorgetti, dovrebbe essere la definitiva sepoltura del gatto”, conclude Fenu.