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Tutti i candidati per il Colle. Chi sarà il successore di Mattarella?

Quirinale

I partiti trattano Draghi come un pacco: c’è chi lo vorrebbe spedire al Quirinale, chi preferisce lasciarlo dov’è. Lui, dal canto suo, tace. E intanto avanzano altri candidati per il Colle: da Berlusconi a Casini, passando per Cartabia, Damato e Bonino…

L’ostinazione con cui Sergio Mattarella ha detto e ripetuto che non concederà ‘bis’ sta mettendo in grave difficoltà i partiti, alla ricerca di un nome di prestigio il più trasversale possibile. Il centrodestra, soprattutto, non vuole perdere l’occasione di essere finalmente cruciale all’interno di una elezione per il Quirinale. Ecco allora i possibili candidati per il Colle più alto della capitale.

Draghi Colle

Mario Draghi

L’attuale presidente del Consiglio sarebbe un presidente della Repubblica perfetto, tanto per i suoi sostenitori, quanto per i suoi detrattori, che sperano di spostarlo da Palazzo Chigi al Quirinale per andare immediatamente a elezioni. Il ministro allo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, draghiano ‘de fero’ aveva perfino ipotizzato una bizzarra situazione in cui Draghi potesse occupare entrambe le caselle, boutade che ha subito creato non pochi mal di pancia, tanto a destra, specie nel suo partito, quanto tra i costituzionalisti. Draghi da parte sua tace, si è sempre svincolato dal dare risposte alla stampa dicendo che sarebbe irrispettoso per l’attuale presidente della Repubblica affrontare il tema (e poco importa che proprio l’attuale presidente della Repubblica abbia detto a chiare lettere di non voler restare dov’è per altri settennati proprio per dare modo ai partiti di iniziare ad affrontare il tema adesso). Forza Italia è forse il partito di centrodestra più tiepido di fronte a tale opzione: nonostante rivendichi ogni 2×3 di aver portato Draghi alla BCE e di avere sostenuto con entusiasmo questo esecutivo, gli azzurri sperano di poter mandare al colle un altro personaggio.

Berlusconi Roma

Silvio Berlusconi

È lui, il mai domo imprenditore meneghino, il profilo cui Forza Italia guarda. Acciaccato dai processi, ma pure dal long Covid, sarebbe l’ultima battaglia vinta del Cavaliere, che non ha mai nascosto di voler concludere la propria avventura politica, iniziata con la trionfale discesa in campo del 1994 all’insegna della rivoluzione liberale (mai vista) e che pareva terminata nel 2011, con le dimissioni frettolose sotto una pioggia di monetine, causate dallo spread che divorava i conti pubblici, mentre Sergio Napolitano lo sostituiva frettolosamente con Mario Monti. Invece Berlusconi ha saputo attendere nelle retrovie e sebbene oggigiorno Forza Italia sia ridotta ai minimi termini, è ancora cruciale tanto per la stabilità dell’attuale esecutivo, quanto per un eventuale governo di centrodestra a tre punte. Ma i due alleati, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, non sembrano così entusiasti di portarlo in spalla al Colle.

daniele franco

Daniele Franco

Uomo vicino a Draghi, ma non ingombrante come l’attuale presidente del Consiglio. Si è fatto il suo nome per avere soprattutto un garante da spendere nei confronti dell’Ue e degli investitori esteri, visto che il ministro dell’Economia, dal Quirinale, avrebbe quasi un mandato ad hoc: garantire la prosecuzione del PNRR. Non è davvero tra i candidati per il Colle, ma Daniele Franco costituisce una interessante ipotesi di lavoro.

riforma giustizia cartabia

Il Colle si tinge di rosa?

Torna a riaffacciarsi la possibilità, che non ha mai entusiasmato troppo alcun partito, di spedire una donna al Quirinale. Ma in tempi di schwa e di asterischi così da non offendere nessuno, potrebbe essere la volta buona, salvo poi iniziare una interminabile discussione se si debba dire Presidente o PresidentA. Le ‘papabili’ (ehr…), in tal senso sono Marta Cartabia, Emma Bonino (il cui nome torna ciclicamente ogni 7 anni) e pure Liliana Segre, che però in merito ha già ringraziato e respinto l’ipotesi: “Non ho la competenza e ho 91 anni “.

referendum

I decani della politica

Si guarda allora agli anzianotti della res publica. In pole c’è sicuramente Pierferdinando Casini, classe 1955, parlamentare dal 1983, con 38 anni consecutivi da deputato e senatore. Attualmente è il politico con alle spalle la più lunga esperienza tra quelli presenti nei due rami del Parlamento italiano

Ha iniziato la propria carriera nella IX legislatura come deputato esponente della Democrazia cristiana, per essere confermato dalla Dc nella X e nell’XI legislatura, passando poi nel 1994 nelle file del Centro cristiano democratico. Nel 1996 è stato eletto nel collegio di Maglie nelle liste collegate Ccd-Cdu. Ha fatto parte nella XIV legislatura del gruppo Misto e dell’Udc (Ccd-Cdu). Lista d’elezione Unione di centro nella XV e nella XVI legislatura. Nella XVII in Scelta civica e in Area popolare (Ncd-Udc). Attualmente siede negli scranni del Misto, orbitando accanto al Pd. La sua trasversalità lo rende quello con più chances tra i candidati per il Colle.

Subito dopo Casini, tra gli anziani troviamo Umberto Bossi. Qualche buontempone a ogni elezione del presidente della Repubblica scrive sempre il suo nome: potrebbe essere la volta buona. Si sono fatti i nomi anche di Gianni Letta, che legherebbe idealmente l’attuale segretario del Pd, il nipotino Enrico, e Forza Italia (per questo non avrebbe mai i voti di Salvini e Meloni) e di Giuliano Amato.

Spulciando i registri, gli altri ‘anzianotti’ delle Camere sono Roberto Calderoli, Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa ed Elio Vito, ma risultano troppo divisivi per ambire a tale ruolo. Seguono invece i più moderati Stefania Prestigiacomo e Paolo Romani. Che possano costituire la mossa a sorpresa del Cav per sparigliare le carte?

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