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Vaccini, Gelmini bacchetta la confusione delle Regioni

Vaccini Regioni

Per l’esponente di Forza Italia occorrono regole nazionali che le Regioni dovranno seguire per diminuire il caos sui vaccini

“Troppa confusione” tra le Regioni che sui vaccini si muovono in totale autonomia. Non lo dice un rappresentante del centrosinistra ma il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, con un messaggio che rischia di incrinare i rapporti con l’alleato Matteo Salvini, da sempre favorevole a una maggiore autonomia del territorio.

VACCINI E REGIONI, COSA HA DETTO GELMINI

“È innegabile che c’è stata troppa confusione, che le Regioni sono state lasciate spesso da sole ad affrontare il piano vaccini”. Così il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, ai microfoni di ‘Non Stop News’, su Rtl 102.5 rispondendo a una domanda sulle differenze nella gestione dei vaccini tra le Regioni, dalle precedenze alle procedure, e se sia quindi opportuna una gestione centralizzata della campagna vaccinale.

“Abbiamo detto che il 30% delle dosi è ancora inutilizzato, credo che sia indispensabile intanto definire un ordine di precedenza nelle vaccinazioni, perché trovo che non ci possano essere scelte affidate alle singole regioni ma che ci debba essere una regola che venga applicata in tutte le regioni e che renda uniforme l’ordine di precedenza. Occorre moltiplicare i vaccinatori, perché se vogliamo accelerare i tempi è evidente che bisogna puntare su tutti i centri che possiamo mettere a disposizione: è sicuramente un obiettivo che il governo si prefigge”.

“La volontà – ha aggiunto Gelmini parlando di come lo Stato dovrà coordinarsi con le Regioni sui vaccini – è quella di rispettare i sistemi sanitari regionali, quindi una flessibilità ci deve essere ma dentro una cornice definita, dentro delle regole nazionali, dentro una chiarezza che oggi purtroppo ancora non c’è”. E alla domanda se quello appena varato sia stato l’ultimo Dpcm il ministro ha risposto: “Me lo auguro. Questa pandemia picchia forte e noi ci siamo ritrovati a dovere prendere una decisione a pochi giorni dall’insediamento, è sta quindi una scelta necessaria. Nessuno di noi prende un Dpcm a cuor leggero. Comunque siamo abituati a non fare promesse”.

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