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Vaccini, istruzione e crisi economica. Gli effetti del Covid-19 sulle preoccupazioni degli italiani

Vaccini

Metà degli italiani si vaccinerebbe contro il Covid-19. Cresce l’importanza per scuola e istruzione. Dopo la pandemia si trasformano le abitudini, sia in Italia che nel resto d’Europa. Fa paura la crisi economica. I dati del sondaggio Swg

Gli effetti della pandemia spingono molti italiani a pensare di più a vaccini, istruzione e crisi economica. Questi sono i tre grandi temi al centro della ricerca condotta da Swg. I dati rivelano che tra gli italiani è in aumento la consapevolezza dell’importanza delle competenze, della scuola e dell’istruzione, ma anche dell’origine dei prodotti che compriamo e delle vaccinazioni, sia anti Covid-19 che anti influenza. Resta forte la paura per la diffusione della crisi globale.

SÌ AI VACCINI

Tra gli effetti della pandemia c’è la corsa al vaccino. Secondo i dati elaborati da Swg, buona parte degli italiani ritiene che il vaccino anti-Covid non sarà disponibile prima di giugno 2021. “Il tema vaccini continua ad essere divisivo, seppure la maggioranza si mostri disponibile. In particolare, la propensione a vaccinarsi subito contro il Covid-19 riguarda il 50% dei cittadini, e oltre un terzo sarebbe disposto a vaccinarsi sia contro il Covid sia contro l’influenza”. Un’ampia maggioranza (64%), date le circostanze di questo inverno, riterrebbe inoltre opportuna una campagna di sensibilizzazione eccezionale che inviti tutta la popolazione a vaccinarsi contro l’influenza. Dall’altra parte, un quarto degli intervistati rifiuterebbe entrambi i vaccini.

NUOVI STILI DI VITA E ATTENZIONE ALL’ORIGINE DEI PRODOTTI

Al fine di inquadrare gli atteggiamenti nei confronti dell’emergenza Covid in un contesto internazionale, Swg ha svolto un’indagine comparativa, assieme ai propri partner esteri, sulle prospettive socio-economiche per come vengono percepite in Italia, Germania, Francia e Polonia. I dati, presentati all’Economic Forum 2020 di Karpacz il 9 settembre, mostrano una convergenza dei cittadini dei maggiori paesi dell’Ue nella convinzione che non potremo tornare agli stili di vita pre-Covid e che vi sarà uno spostamento permanente di molte attività dalla modalità fisica a quella online. Per il 37% degli italiani è cresciuta, in questo periodo, l’attenzione alle origini dei prodotti acquistati, percentuale sensibilmente più alta rispetto a Germania e Polonia, ma sono i francesi (50%) a dimostrare di aver incrementato maggiormente l’interesse per i luoghi di produzione.

LA PAURA DI UNA CRISI GLOBALE

I dati raccolti da Swg mostrano una crescente paura verso gli effetti economici della pandemia. I cittadini italiani sono i più preoccupati del fatto che la pandemia possa innescare una crisi globale: a ritenerlo è il 68% dei residenti nella penisola, contro il 62-64% di francesi, tedeschi e polacchi. E i residenti nello stivale dimostrano anche la maggiore disponibilità a vaccinarsi, +4% rispetto ai tedeschi, +8% dei francesi e addirittura +15% dei polacchi.

LA SCUOLA E L’IMPORTANZA DELLE COMPETENZE

Sono ripartite le lezioni tra mille difficoltà e polemiche, per cui è importante fare il punto su come questo importante passo sia vissuto dagli italiani. “Il contesto è quello di un tema, quello della scuola appunto, che solitamente risultava stare in fondo alla classifica delle preoccupazioni dei cittadini, mentre in questo periodo diventa molto più rilevante. Con la pandemia ci si è accorti dell’importanza dell’istruzione”. La scuola italiana è oggetto di diffuse critiche ma non sono i docenti gli imputati: “cresce infatti sensibilmente la fiducia negli insegnanti e il riconoscimento delle loro competenze”.

MISURE DI SICUREZZA POCO CHIARE

Quanto alla riapertura, la maggioranza non ha condiviso la scelta della data del 14 settembre, molti ritengono sarebbe stato meglio attendere la fine delle elezioni, ma sono pochi coloro che le vorrebbero tenere chiuse. Le misure di sicurezza adottate nelle scuole risultano essere ancora poco chiare alla gran parte, ma circa la metà le approva, a fronte di un 30% che le giudica insufficienti o sbagliate.

LE MASCHERINE E IL TIMORE DELL’APPROSSIMAZIONE

Anche sulle mascherine l’opinione pubblica prevalente è in linea con la decisione che debbano essere indossate soltanto negli spostamenti e tra una lezione e l’altra. È comune però la consapevolezza che queste misure alla fine verranno rispettate in modo approssimativo, non in maniera scrupolosa.

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