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Vi spiego l’altoforno della maggioranza gialloverde. Parla Beppe Grillo

Grillo Carnevale Politica

I graffi di Francesco Damato

“Sale la tensione nella maggioranza”, dice l’”occhiello” del titolo più vistoso della prima pagina del Corriere della Sera riferendo sul nuovo “strappo” verificatosi nei rapporti fra leghisti e grillini: gli uni questa volta decisi a ripristinare in tutto e per tutto le province, facendone rieleggere direttamente dai cittadini i Consigli, Corriere della Sera.jpge gli altri decisi a contrastarle per non farle ridiventare, o continuare ad essere, come si preferisce, dei “poltronifici”, come ha detto il vice presidente pentastellato del Consiglio Luigi Di Maio. Che comunque non si è lasciato prendere più di tanto dal nuovo scontro. Egli non ha infatti mollato l’altra vertenza aperta nel governo con la richiesta della rimozione del sottosegretario leghista Armando Siri, sotto indagini a Roma per corruzione perché indicato in una intercettazione – finalmente depositata ma dal contenuto ancora incerto per essere stato smentito quello anticipato nei giorni scorsi- come destinatario di trentamila euro in cambio di agevolazioni legislative tentate a favore di un particolare tipo di aziende eoliche. Fra le quali ce n’è una siciliana posseduta da un amico dello stesso Siri in società con un detenuto sotto processo per collusione col capo latitante della mafia Mattio Messina Denaro.

Ma da quanto tempo “sale la tensione nella maggioranza”, come dice il Corriere e ripetono un po’ tutti i giornali ? Da tantissimo, per cui potremmo pure ricorrere all’immagine dell’altoforno per parlare della convivenza di governo fra grillini e leghisti. Che dopo le elezioni europee e amministrative del 26 maggio, fra meno di un mese, potrebbero tuttavia scegliere indifferentemente se rompere o continuare a stare insieme dicendosene e dandosene di santa ragione perché, tanto, sommando i loro voti, pur a rapporti di forza invertiti rispetto alle elezioni politiche dell’anno scorso, continuerebbero a rappresentare la maggioranza dell’elettorato: ben oltre il 50 per cento.

Una spiegazione a questa ben curiosa situazione, che produce, fra l’altro, un’azione di governo inevitabilmente al di sotto di ogni accettabile livello, per giunta in una situazione economica, sociale e internazionale di una certa pesantezza, rischia di non essere trovata in ambito politico. Aldo Grasso, sempre sulla prima pagina del Corriere della Sera, aiutato da notizie su Beppe Grillo provenienti dal lontano Giappone, più lontano ancora della Cina dove si trova in questi giorni il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l’ha cercata e forse persino trovata sul piano “antropologico”.

In Giappone infatti, invitato come conferenziere, il fondatore e tuttora “garante” del Movimento italiano delle 5 Stelle, non potendosi vantare di avere cambiato le cose nel suo e nostro Paese, si è vantato di avere cambiato “le persone”. Che, sferzate dai suoi comizi, indifferentemente da teatro e da piazza, e sottoposte a quasi un anno di governo quanto meno condizionato dal suo quasi partito, visto il ruolo spesso preponderante assunto dal ministro leghista e “inconsapevole” dell’Interno Matteo Salvini, sono diventate non so, francamente, se più simili o forse peggiori dei giapponesi. Dei quali il comico genovese ha detto che sono gentili, salutano inchinandosi “ma poi scoreggiano e ruttano”.

Il “garante” delle 5 Stelle, per quanto mostri di intendersi anche di economia nelle sue prestazioni oratorie, si è tuttavia dimenticato di aggiungere che i giapponesi sono talmente furbi e previdenti da finanziarsi da soli il loro ingente debito pubblico, acquistandone i titoli interamente, o quasi, con i propri risparmi. Noi italiani invece abbiamo un debito pubblico tanto finanziato dagli altri che nei cosiddetti mercati finanziari basta uno starnuto, o una scoreggia o un rutto, direbbe forse lo stesso Grillo, per fare saltare sulla sedia il signor Spread e farci sprofondare di più nei guai per i maggiori interessi che dobbiamo pagare a chi ci fa credito. Non parliamo poi della maggiore e sempre più previdente dimestichezza che i giapponesi hanno mostrato di avere con i terremoti. Che da noi riescono a fare danni enormi col minimo sforzo possibile.

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