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Via libera della Bce a Cipollone, ecco le altre partite aperte per l’Italia

Italia

Mentre l’Italia viene premiata alla Bce con la nomina nel board di Cipollone, sono in corso altre delicate trattative con l’Ue sulla situazione economica e finanziaria del Paese

‘Nulla osta’ del board della Bce a Piero Cipollone, attuale vice direttore generale della Banca d’Italia. Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea, riunitosi oggi pomeriggio, “non ha espresso obiezioni” alla nomina del candidato italiano nel Comitato esecutivo dell’Eurotower, proposta dal Consiglio Ue. A Cipollone si riconosce un profilo di “riconosciuta levatura ed esperienza professionale in materia monetaria o bancaria”, come richiesto dall’articolo 283, del Trattato Ue.
Dopo il via libero del Consiglio direttivo e del parere positivo espresso dal Parlamento europeo, il nuovo membro del comitato esecutivo sarà nominato dal Consiglio europeo.
Cipollone resterà in carica per otto anni non rinnovabile, succedendo a Fabio Panetta, che ha rassegnato le dimissioni con effetto dal 31 ottobre 2023 per assumere la carica di Governatore della Banca d’Italia.

IN CALO LE QUOTAZIONI DI DANIELE FRANCO ALLA BEI

Va dunque componendosi il puzzle sulle nomine in scadenza nei vari Istituti europei, dopo che due settimane fa la vicepresidente della Bundesbank, la tedesca Claudia Buch, ha preso il posto dell’italiano Andrea Enria come capo della vigilanza della Banca centrale europea. Una nomina a discapito della spagnola Margarita Delgado Tejero.
Gli addetti ai lavori sono tutti convinti che adesso per il ruolo di presidente Bei ci sarà una sorta di risarcimento alla Spagna e, molto probabilmente, per quel ruolo dovrebbe essere indicata la ministra delle Finanze spagnola Nadia Calviño. Sarebbe la prima volta di una donna e la prima volta anche per la Spagna.
E così addio sogni di gloria per la candidatura italiana con l’ex ministro Daniele Franco.

GIORGETTI SPERA SULLA STRATEGIA ‘WIN WIN’

Sull’ex direttore della Ragioneria dello Stato il ministro Giorgetti sta investendo e scommettendo tanto. Al punto che lo ha voluto con sé all’ultimo vertice dei ministri delle Finanze a Santiago de Compostela (dove la padrona di casa era proprio Nadia Calviño).

Alcuni osservatori fanno notare che l’insistenza di Giorgetti rientri in una strategia ‘win win’ che il titolare di via XX Settembre sta portando avanti: se Franco dovesse farcela sarebbe un enorme successo per il ministro e per la ‘diplomazia’ italiana. In caso di bocciatura, Giorgetti proverebbe comunque a far pesare la sconfitta (e l’eventuale sostegno alla Calviño) su altri tavoli aperti a livello comunitario. Ad esempio sulla riforma del Patto di stabilità e crescita, per la quale l’alleanza della Spagna sarebbe molto preziosa.

LA ‘LOGICA DEL PACCHETTO’ DELL’ITALIA. FUNZIONERA?

Un ‘do ut des’, una ‘logica del pacchetto’ che il governo sembra intenzionato a perseguire anche sulle altre delicate partite politiche-economiche con l’Unione europea. Scrive oggi Claudio Tito su Repubblica che il governo italiano vorrebbe offrire la ratifica del Mes, il fondo salva stati, in cambio del via libera al nuovo sforamento di bilancio. La Commissione europea però ha già messo in chiaro – ricorda Tito – che una procedura per chi non rispetta i parametri di bilancio potrebbe scattare già all’inizio de prossimo anno. Inoltre c’è lo stallo sul Patto di stabilità.
“Il governo Meloni – conclude Repubblica – sembra scommettere sull’idea che la squadra di von der Leven, alla fine del suo mandato, non avrà la forza di intervenire con una sanzione in primavera. Ma da qui alla fine del l’anno, sarà invece concreta la possibilità di chiedere un’altra Nadef, di far pesare la mancata ratitica del Mes e di orientare la riforma del Patto di Stabilità. Il braccio di ferro sta per cominciare”.

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